Lo scorso dicembre è stato pubblicato il Nono Rapporto dell’Osservatorio romano sulle migrazioni, annuale ricerca condotta dal Centro Studi e Ricerche Idos per Caritas Roma, Camera di Commercio e Provincia di Roma.In questo nono rapporto si tiene conto dei primi dati del Censimento, di quelli dell’archivio del Ministero dell’Interno sui soggiornanti, dell’anagrafe del Comune, delle stime sui cittadini comunitari e dei dati sull’economia e sul mercato occupazionale. Da sempre l’Osservatorio dedica grande attenzione all’obiettivo dell’integrazione che, anche se contrassegnato da aspetti non sempre soddisfacenti, si conferma come la base sulla quale far forza, autoctoni e immigrati insieme, per venire a capo della crisi. In un recente rapporto del Censis, Roma è stata descritta, con riferimento al 2025, come una città con più persone anziane e più stranieri, i quali sperano in migliori condizioni socio-economiche per i loro figli ma questa legittima speranza si deve confrontare con una situazione deficitaria. Giunti ormai al quarto anno di crisi economica l’area della Capitale si conferma quella a maggiore presenza straniera, in aumento anche perché attrattiva di nuovi flussi, come è emerso nel corso del 2011 e in occasione del provvedimento di emersione di settembre – ottobre 2012 (13.815 domande in provincia di Roma su un totale di 134.576 in Italia). D’altra parte, pur essendo aumentato il numero delle presenze e degli occupati, sono peggiorati i fondamentali, specialmente nel 2011. Tra il 2007 e il 2011 il tasso di occupazione della popolazione straniera ha perso nell’area romana 2,4 punti. Non si tratta, comunque, di una resa, come attesta la crescita dell’imprenditoria immigrata, indice di una crescente integrazione nell’economia locale e di una crescita professionale.
Il Nono Rapporto presenta interessanti dati sui residenti nel Comune di Roma, sull’economia romana nel 2011, sugli immigrati nel mercato del lavoro romano, sugli stranieri titolari di imprese e sugli indicatori di accoglienza e di inserimento (indici di integrazione, i matrimoni misti, i rifugiati, i minori non accompagnati, l’italiano per adulti, le politiche per la salute e la scuola). Non sono dimenticati aspetti quali la cultura, la storia, il carcere, il volontariato, il rischio infortunistico, lo sfruttamento del lavoro, l’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati e gli insediamenti spontanei. La provincia di Roma, secondo il Censimento del 2011, si afferma come la più popolosa d’Italia, con 4.042.676 abitanti, per il 65,9% insediati nella Capitale. Secondo l’anagrafe dei residenti al 31 dicembre 2010 gli stranieri iscritti nella provincia di Roma sono stati 442.818, dei quali 207.432 comunitari (il 9,6% della popolazione totale) e le principali collettività di cittadini comunitari sono state la Romania 153.556, Polonia 20.805, Bulgaria 6.202, Francia 5.588 e altri Stati membri 21.281. Roma Capitale, con 2.663.666 residenti complessivi secondo i dati provvisori del Censimento, è il Comune più popoloso d’Italia. L’archivio anagrafico del comune a fine 2011 registra 352.264 cittadini stranieri (+1,9% e 6.517 in più del 2010, quando l’aumento era stato del 7,9%), un’incidenza sulla popolazione del 12,2% (ulteriormente aumentata) e una quota femminile del 53%. Nel caso degli africani e dei nordamericani si è avuta, invece, una diminuzione.
Uno dei tanti aspetti presi in esame dal Rapporto è quello del settore dell’economia. Per quanto riguarda l’economia romana nel 2011 Roberto Bisogno, uno degli autori dell’Osservatorio, scrive che il 2011 è stato un anno peggiore dei precedenti. Analizza i dati di sviluppo del Pil deludente; il tasso di disoccupazione dell’8,4% (36% tra i giovani) che è il più alto fra le capitali europee (era del 5,8% a fine 2010). Inoltre brusco ridimensionamento dell’edilizia e dell’industria; terziario focalizzato su attività di servizio al consumo o a basso valore aggiunto; aumento delle qualifiche meno professionalizzate (manovali e operai non specializzati) delle costruzioni, dell’industria e di alcuni comparti dei servizi (ristorazione, pulizia, cura alla persona, ecc.); precariato che coinvolge il 25% degli occupati (in Italia, 17%). La Confesercenti parla di 5.000 negozi e 20.000 posti di lavoro in meno nel 2011 e, nel biennio precedente, di 10.000 esercizi chiusi e 50.000 occupati in meno. Non è soddisfacente nemmeno la condizione delle famiglie romane – prosegue Bisogno nel rapporto – seppure continuino a mantenere un reddito medio tra i più alti del paese (37mila euro), crescono quelle in povertà (155mila secondo l’Istat, +11,6% in un anno) e si allarga la distanza tra le retribuzioni da una parte (+1,4% nel 2011) e i prezzi al consumo dall’altra (+3,2%). A risentirne maggiormente è il settore del commercio. Tra i fattori positivi, invece, si distinguono la presenza di un’industria ad alto contenuto tecnologico (industria aerospaziale, aeronautica, biomedicale, farmaceutica, dell’audiovisivo) e i servizi, cui spetta l’80% della ricchezza prodotta nella provincia di Roma. Anche il turismo si conferma una voce attiva.
Autori: Vari
Titolo: Osservatorio romano sulle migrazioni. Nono Rapporto
Editore: Idos
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 20 euro
Pagine: 400