Salutiamo con un benvenuto uno studio sull’opera di Ian McEwan. Lo firma Roberta Ferrari per la casa editrice Le Lettere. Pochi dubitano del fatto che McEwan sia uno scrittore di grande talento. Appena meno cerebrale di Amis – per rimanere dalle sue parti e confrontarlo con il solo scrittore britannico al suo livello, peraltro suo amico – ma meno caustico e più empatico con i suoi personaggi, più sagace nella costruzione narrativa, nell’impostazione classica di un intreccio, meno felicemente sorprendente sul passo breve della frase. La studiosa percorre ora tutta la produzione dello scrittore inglese, compresa quella meno nota legata alle collaborazioni musicali, e fatta eccezione per l’ultimo romanzo, Sweet Tooth (tradotto con il titolo Miele per Einaudi)
Dagli inizi controversi dei primi racconti e dei primi romanzi la scrittura di McEwan, che da giovane si arrangiava con una saltuaria attività di recensore per il TLS e qualche comparsata in radio, ha attraversato territori dell’immaginario molto vasti, con indubbia forza espressiva, capacità di racconto e insieme acutezza e profondità di analisi dei lati oscuri della vita umana. Un’idea alta di letteratura, la sua, per la quale il piacere (del lettore) non è mai disgiunto dalla conoscenza che un romanzo può stimolare.
L’amplissimo sguardo dello scrittore di Bambini nel tempo e dei Cani neri com’è noto ha saputo coniugare talento e immaginazione a una conoscenza non banale o superficiale di saperi filosofici e scientifici, mai giustapposti in maniera surrettizia alle storie, ma il più delle volte coagulati nella materia narrativa con mirabile scioltezza. McEwan ha fatto proprio il concetto di una “terza cultura” che abbattesse gli imputriditi steccati di una ormai sterile contrapposizione fra umanesimo (e ciò che ne resta) e discipline scientifiche.
In questo modo, razionalista inquieto e qua e là tentato da suggestioni perigliose e meno convincenti, nella sua opera ormai cospicua ha saputo individuare, mostrandone l’incandescenza magmatica e sotterranea, snodi fondamentali dell’inconscio collettivo di mezzo secolo di storia recente. Ferrari ne sottolinea a più riprese l’idea etica della scrittura (l’indagine sul male, individuale e politico, in questo ha giocato un ruolo fondamentale); ciò che non ha impedito allo scrittore di dispiegare storie seduttive, pur nella crudezza di non poche sue pagine (specie all’inizio di carriera), e di utilizzare, piegandoli sempre alle proprie necessità, modelli formali i più disparati, dalla riflessione metaromanzesca alla spy story. Storia sociale e amori individuali, rapporti famigliari e buchi neri che mettono a repentaglio equilibrio e senso delle nostre vite, l’infanzia e la guerra, la questione di cosa sia la verità e le maniere peculiari della finzione letteraria e delle scienze di affrontarla: Ferrari offre una disamina dei temi principali del grande scrittore attraverso un’indagine che è anche stilistica e formale. Un libro utilissimo.
Autore: Roberta Ferrari
Titolo: Ian McEwan
Editore: Le Lettere
Pagine: 284
Prezzo: 19,50 euro