Nell’incipit di Grandi speranze di Charles Dickens (Newton Compton 2012) è già contenuta tutta la fascinazione di uno dei più grandi e popolari romanzi dell’autore inglese del quale quest’anno ricorre il bicentenario della nascita. “Poiché il cognome di mio padre era Pirrip, e il mio nome di battesimo Philip, la mia lingua infantile non riuscì mai a ricavare dai due nomi nulla di più lungo o di più esplicito di Pip. Così presi a chiamarmi Pip, e Pip finii per essere chiamato”.
Nella bella introduzione al volume di Mario Martino viene citata la frase di Graham Greene che definisce al meglio le Grandi Speranze del gentiluomo Pip: “Una prosa segreta che dà il senso di una mente che parla a se stessa, senza altri ascoltatori, una musica della memoria che tanto ha influenzato Proust”. La storia dell’orfano Pip, la sua scalata sociale che s’intreccia con gli intrighi della Londra d’inizio Ottocento per l’ottava volta diventa un film. La pellicola presentata in anteprima al Toronto Film Festival, accolta con successo al London Film Festival, è uscita nelle sale cinematografiche italiane lo scorso 6 dicembre. Il regista è Mike Newell, la sceneggiatura è di David Nicholls, l’autore de Un giorno (One day). Un film carico d’atmosfera, un kolossal che contiene tutti i sentimenti dell’animo umano: Orgoglio, Passione, Amore, Ambizione e Vendetta. Un cast stellare completa l’opera che sicuramente emozionerà gli spettatori: Philip Pirrip (Jeremy Irvine), l’evaso Abel Magwitch (Ralph Fiennes) l’ereditiera bella e viziata Estella (Holliday Granger) e l’anziana e bizzarra Miss Havisham per la quale il tempo si è fermato (Helena Bonham Carter). “Siccome non vidi mai né mio padre né mia madre, e neppure un loro ritratto (essi vissero, infatti, molto prima dei tempi della fotografia), le mie prime fantasie sul loro aspetto derivarono irragionevolmente dalle loro lapidi”.
Great Expectation venne cominciato nell’ottobre del 1860 e pubblicato a puntate settimanali dal 1 dicembre 1860 all’agosto del 1861 su All the Year Round periodico diretto dallo stesso Dickens. Il libro della maturità e il più autobiografico dell’autore inglese (Pip e Charles sono nati entrambi nel 1812) narra le vicende di Pip durante le sue tre fasi della vita (dai 7 ai 35 anni): l’infanzia, la giovinezza e la maturità consapevole del protagonista. Tragica e infelice è la figura del piccolo Pip allevato da una sorella scontrosa e manesca e da Joe Gargery, il bonario marito di professione fabbro. Le prime pagine di questo romanzo di formazione assomigliano a quelle di un romanzo gotico: “in un memorabile e freddo pomeriggio, sull’imbrunire”, in un luogo desolato come può esserlo un cimitero invaso dalle ortiche Pip in procinto di scoppiare a piangere aveva visto spuntare un uomo. Era il forzato evaso Magwitch che all’improvviso si era palesato accanto alle tombe dei genitori del bambino. Questo “uomo spaventoso, con un vestito di grezza tela grigia e un grosso ferro alla gamba” che aveva costretto Pip a liberarlo dalle catene, sarà l’artefice del futuro del giovane. In seguito il ragazzino era stato assunto come compagno di giochi della capricciosa Estella, figlia adottiva della ricca Miss Havisham. Pip si era innamorato perdutamente della ragazza non sapendo che Miss Havisham teneva accanto a sé Estella per uno scopo ben preciso. Miss Havisham aveva deciso di vivere nel suo maniero in una stanza al buio chiusa alla luce e ai raggi del sole da quando il suo promesso sposo l’aveva abbandonata il giorno delle nozze. Vestita del suo abito da sposa, la donna contemplava i resti macabri della sua torta nuziale che giaceva da tempo immemorabile su di un tavolo. La stravagante Miss Havisham aveva preso sotto la sua protezione Pip accogliendolo in casa e facendolo studiare. Tutto era cambiato quando Pip aveva iniziato a ricevere una rendita mensile da parte di un misterioso e anonimo benefattore. La scena quindi si era spostata dalla brughiera e dalle desolanti e nebbiose paludi del Kent (le marshes) formate dall’estuario del Tamigi, a una Londra aristocratica, borghese e malfamata dove un giovane gentiluomo cercava di realizzare il suo sogno, anzi le sue Grandi Speranze. Ma i colpi di scena e le sequenze spettacolari, alle quali Dickens ci ha abituato da sempre, erano in agguato. “Mi accorsi che la sposa nell’abito nuziale era appassita come il vestito e come i fiori, e non le era rimasta altra luminosità che quella dei suoi occhi infossati”.
Come in tutti i libri di Dickens sono tanti i personaggi che affollano il romanzo tra i quali l’intermediario Jaggers che conosce i segreti di tutti e che recapita il ricco lascito al protagonista, ma ciò che interessa all’autore è lo sviluppo della personalità e la crescita morale e intellettiva di Pip. Che sia una crescita mancata o meno questo viene lasciato al giudizio del lettore.
“Presi la sua mano nella mia e lasciammo quel luogo di rovine; e come le nebbie del mattino si erano levate tanti anni addietro la prima volta che avevo lasciato la fucina, così le nebbie della sera si levarono ora, e in tutta la vasta distesa di placida luce che mi mostravano, non vidi nessuna ombra di una separazione da lei”.
Charles Dickens nacque il 7 febbraio 1812 a Landport presso Portsmouth secondo di otto figli. Trascorse l’infanzia a Charttharn nel Kent e poi seguì il padre John a Londra il quale nel 1824 venne imprigionato per debiti nella prigione di Marshalsea e tutta la famiglia eccetto Charles lo seguì in carcere come permetteva la legge. Iniziò a lavorare giovanissimo, fa vari lavori fino a diventare nel 1834 cronista del Morning Chronicle. Nel 1836 iniziò a pubblicare su questo giornale a dispense mensili il suo primo romanzo I quaderni postumi del Circolo Pickwick che lo rese subito famoso nel panorama della narrativa inglese. Della metropoli in cui visse, fece il centro ispiratore della sua arte sapendo cogliere umori e fermenti della sua epoca. Morì a Gadshill l’8 giugno 1870. Di Dickens la Newton Compton ha pubblicato Tempi difficili, Grandi speranze, David Copperfield, Oliver Twist, Il circolo Pickwick, Le due città. Grandi speranze è tradotto da Maria Felicita Melchiorri.
Autore: Charles Dickens
Titolo: Grandi speranze
Editore: Newton Compton Editori
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 6 Euro
Pagine: 384