“La famiglia Fang”

famiglia-fang-faziLa famiglia Fang” (Fazi 2012) è infelice giustamente a modo suo e sarebbe interessante sapere dal suo inventore, Kevin Wilson, all’esordio come romanziere, se ritiene davvero che con due genitori ordinari uno possa cavarsela meglio nella vita.

Perché non è che capiti a tutti di avere dei genitori come quelli che si ritrovano Annie e Buster, pargoli destinati a sbandare per il resto della loro vita avendo quella di babbo e mamma messo a durissima prova infanzia, senso della realtà e cognizione del dolore in un colpo solo e per sempre.

Gli si potrebbe anche domandare, allo scrittore del Tennessee, se dietro la comicità, l’allegria sapida di furore ideologico dei due situazionisti Caleb e Camille Fang, non si nasconda una profonda disillusione innanzitutto storica. Impegnata a creare performance assurde nei centri della vita urbana americana coinvolgendo nei suoi spettacoli i due bimbi in un’età che “tenera” non ha mai avuto il piacere di essere, la strampalatissima coppia, a suo modo lucida (in una maniera che potremmo dire esasperante e apocalittica), antepone il gioco massacrante dell’arte, della scena, dello shock da procurare agli astanti, a qualsiasi preoccupazione pedagogica.

Si tratti di strade affollate, di negozi, di centri commerciali, i quattro improvvisano (in realtà è tutto preparato nei dettagli) scene esilaranti – almeno nelle intenzioni, abbastanza da sconvolgere le persone che si trovano a passare di lì. Annie e Buster crescono così. La prima finirà per essere protagonista di una resistibilissima carriera di attrice di secondo piano, Buster proverà invece a interpretare a modo suo il mestiere del gonzo journalist, nemmeno lui con risultati prestigiosi. E soprattutto una certa instabilità emotiva, psicologica. Ma la coppia di genitori non si dà per vinta e si riserva un ultimo colpo di teatro. La loro vita peraltro ha sempre seguito una direzione chiara ma vertiginosa: “Anche le persone più orribili sono capaci di essere educate per pochi minuti, ma un attimo dopo tornano a comportarsi come i bastardi che in realtà sono”. E vertiginosamente fallimentare.

Disillusione storica, si diceva. Il mito della creatività come pratica di vita mostra la corda di una spettacolarizzazione forzata che sembra aver prodotto più danni che vantaggi. Ridotto al suo schema contenutistico il romanzo – che alterna la narrazione di episodi esemplari della loro infanzia artistica con la vita da adulti – è questo. Ma ciò che lo rende godibile, va da sé, è la brillantezza di scrittura, l’umorismo amaro e grottesco costante, la malinconia sotterranea di esistenze scellerate.

Il New York Times e il Publishers Weekly lo hanno eletto miglior romanzo dell’anno; deve pensarlo anche Nicole Kidman, che pare intenzionata a farne un film.

Kevin Wilson è nato negli Stati Uniti. Nel 2009 il suo esordio letterario con un libro di racconti Tunneling of the Center  of the Earth.

Autore: Kevin Wilson

Titolo: La famiglia  Fang

Editore: Fazi

Traduzione: Silvia Castoldi

Pagine: 397

Prezzo: 18 euro