Dario Fo e Giuseppina Manin “Il paese dei misteri buffi“ (Guanda 2012). Nel 1969 Dario Fo e Franca Rame portarono per la prima volta sulla scena, in un’aula dell’Università statale di Milano, il”Mistero buffo”: una pièce – che irride a “santi e fanti nello stile delle rappresentazioni medioevali, secondo lo sguardo dei diseredati” – che ha conquistato le platee di tutto il mondo e che oggi viene considerata dalla critica un punto di svolta nella storia e nel linguaggio teatrale.
A distanza di oltre quaranta anni da quel primo Mistero, Dario Fo ha raccolto l’invito di Giuseppina Manin a riprenderne le fila, ripensando a tutti quei misteri, “pochissimi buffi ma terribili e grotteschi” che hanno scosso il nostro paese nell’ultimo mezzo secolo. Il tema è “tentatore” – dice Fo – dal momento che il periodo in oggetto è un “impasto di follie, menzogne, orrori e bassezze, una sarabanda di storie satiriche e tragiche insieme, dove personaggi degni di tutto rispetto si intrecciano con altri cialtroni, ruffiani e mezze calzette da comprare – vendere al mercato delle vacche”.
Ne è uscito un volume in cui il Premio Nobel, insieme con la giornalista del Corriere, intraprende un viaggio della memoria nella nostra storia recente, alla sua maniera, con un percorso “lietamente sgangherato, grottesco e paradossale”, “senza pretese storiche o sociologiche”, “solo con il gusto e la filosofia scanzonata del giullare”. In questo viaggio non viene seguita una sequenza logica o cronologica ma, piuttosto, si preferisce “andare allo scarampazzo, cioè improvvisando gli andamenti a seconda dello spasso che ogni storia riesce a procurarci”.
Queste brevi note di presentazione, stralciate dal “Prologo”, credo siano sufficienti a dare al lettore la certezza di imbattersi in una nuova occasione non solo di esilarante divertimento ma anche di sana riflessione, dal momento che l’autore, che dietro la maschera del giullare nasconde quella dell’intellettuale impegnato, trova spesso modo di farci intravedere la sua verità.
Dario Fo è nato ottantacinque anni fa a San Giano in provincia di Varese, dove il padre era capostazione. Nell’arco di oltre sessanta anni di attività si è cimentato nei ruoli di drammaturgo, attore teatrale e cinematografico, scrittore, scenografo e costumista. In una recente intervista ad Antonio Gnoli parlando della sua infanzia, della sua formazione e delle sue scelte, ha raccontato: “Sono nato a San Giano, una terra di fabulatori meravigliosi. Da quelle parti c’era una vetreria dove ogni anno si davano appuntamento da tutta Europa i soffiatori di vetro. Arrivavano con le loro famiglie, comunità intere che si spostavano e ciascuna aveva i loro raccontatori. A dieci anni ho capito il valore delle lingue, dei dialetti e delle storie che venivano narrate. Fu un apprendistato, un’educazione all’insolito e al trasgressivo. Ma io volevo dipingere perché questa era al mia passione. Frequentai il liceo artistico e poi l’Accademia. Furono otto anni durante i quali tutte le mattine prendevo il treno per Milano e tutte le sere tornavo al mio paese . Sul treno ho avuto la mia formazione di autore: recitavo su richiesta e mi consideravano bravissimo. Ma non potevo fare a meno della pittura. Frequentavo Brera ma alla fine – anche per una crisi legata ad un malessere interiore – il teatro ha avuto la meglio”. Debutta negli anni cinquanta in un trio, formato da Franco Parenti, Giustino Durano e da lui stesso, recitando con successo testi satirici. E’ l’inizio di una lunga e fortunata carriera che lo porterà, tra trionfi e censure, a venire rappresentato in tutto il mondo con commedie politiche che attingono alla cultura popolare ed alla cronaca di tutti i giorni. “E sa cosa é stato il mio successo?” dice nell’intervista citata “Trasgredire, portare un vento di novità, rompere con i canoni fino ad allora dominanti sul mondo della cultura”. La sua fama è legata ai suoi testi teatrali di satira politica e sociale legati alla cronaca ma che,anche a distanza di anni, conservano intatti la forte carica satirica ed anticonformista. Nel 1997 viene insignito del Premio Nobel per la letteratura.
Giuseppina Manin è giornalista professionista. Collabora, con articoli su teatro, musica e cinema, alle pagine dedicate allo spettacolo del Corriere della sera.
Autore: Dario Fo e Giuseppina Manin
Titolo: Il paese dei misteri buffi
Editore: Guanda
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 15 euro
Pagine: 208