Il mio cuore sconosciuto di Charlotte Valandrey (Longanesi 2012) ci insegna che a volte la vita può essere più sorprendente di un romanzo. “Ho fatto un sogno tenace, ossessionante, che mi ha stravolto nel cuore della notte, quando mi sono svegliata urlando. Ero morta”.
Charlotte Valandrey racconta la sua seconda esistenza iniziata nella notte tra il 3 e il 4 novembre 2003 all’Ospedale parigino di Saint Paul. L’attrice francese famosa fin dall’età di 16 anni con il film A Parigi con amore scoprì di essere sieropositiva a 17 anni in seguito a un rapporto sessuale non protetto. Charlotte interruppe la sua carriera, si sposò ed ebbe una figlia, Tara (sieronegativa), subì due infarti perché le medicine che era costretta ad assumere (triterapia, terapia che inibisce l’Aids) sono dannose per il cuore. A 34 anni “il trapianto è l’unica sua possibilità” anche perché rileva l’autrice, il suo cuore era morto non solo per “gli effetti secondari di una chimica indispensabile” ma anche “per un’overdose di emozioni forti”. Frasi sincere che spiazzano il lettore “ho vissuto senza precauzioni. Senza mezze misure, è la mia natura. Non ho mai saputo regolarmi in altro modo”. Dopo il trapianto cardiaco Charlotte sentì che qualcosa era cambiato, assaporava nuove sensazioni, scoprì di andare pazza per la torta al limone e il babà al rhum. Aveva un sogno ricorrente “sono in auto, sotto una pioggia violentissima, dei fari mi accecano e ho un terribile incidente” ma soprattutto durante un viaggio in India mentre visitava il Taj Majal Charlotte, provava la sensazione di essere già stata in quel posto “Mi vedo… camminare con passo regolare verso la cupola, la ghiaia mi scricchiola sotto i piedi, porto la collanina d’oro e nella mia mano vi è una mano d’uomo… ”. Due anni dopo l’operazione, la donna sentì la necessità di conoscere l’identità della persona che le aveva donato il cuore, ma una legge europea protegge l’identità del donatore. “Chi è la persona che mi sento dentro?”. Il mistero s’infittisce quando l’attrice riceve tre lettere anonime a distanza di tempo “Cara Charlotte, io conosco il cuore che batte nel suo petto. Lo amavo”. La vita sembrò di nuovo sorridere alla donna quando incontrò Yann un architetto che “progetta hotel e showroom in tutto il mondo” conosciuto a teatro, “biondo e selvaggio” capace di far dimenticare alla donna la deludente esperienza sentimentale con il dottor Leroux. “… ho inseguito l’amore come si cerca un tesoro”. Il colpo di scena però era in agguato, imprevedibile e improvviso. “Questo mobile mi ha sempre attratta, incuriosita. Perché è sempre chiuso… ”.
De Coeur inconnu “una storia incredibile”, pubblicato in Francia lo scorso settembre presso Le Editions Cherche – Midi è il seguito della precedente autobiografia dell’autrice L’amour dans le sang. Charlotte Valandrey attrice dal volto da bambina è conosciuta dal pubblico italiano per “il ruolo della giornalista impetuosa, figlia di Pierre Mondy, nella popolare serie Il commissario Cordier”. “L’amour dans le sang è la mia biografia. Il romanzo della mia vita, come amo chiamarlo. Avevo bisogno di parlare. Mi sentivo isolata, dimenticata, stanca”. Invece i libri dell’attrice/scrittrice redatti in collaborazione con il cugino Jean Arcelin sono stati uno straordinario successo, I lettori sono rimasti conquistati dal coraggio e dall’ardimento della protagonista “io vivo il mio inverno triste, una fase lenta. E aspetto la primavera, impaziente” e hanno tributato alla scrittrice affetto e ammirazione. Il libro, infatti, in Francia ha venduto 350mila copie. “Il mio cuore è un perfetto sconosciuto” scrive Charlotte eppure quel “semplice organo, straordinario ma pur sempre un organo” regala alla donna emozioni particolari. La teoria della “Memoria cellulare” è quella convinzione che si possa ereditare con un trapianto di cuore, la personalità del donatore. “Quel ricordo vivido, di avvenimenti che non appartengono al vissuto dei pazienti”, come ha sintetizzato la Valandrey in una recente intervista. “È possibile che attraverso il mio nuovo cuore io viva ricordi e sensazioni, o che apprezzi nuovi gusti, appartenenti al donatore?”. La teoria non ha ovviamente nessun riscontro scientifico eppure questo è accaduto a Charlotte Valandrey e a molti altri pazienti le cui esistenze si sono incrociate con quelle di coloro che, con un atto di estrema generosità, hanno fatto sì che i loro cuori potessero battere ancora salvando altre vite in pericolo.
“È stato proprio imparando a fare il segno della croce che ho scoperto il battito del mio cuore, quel suono sordo che scandisce il ritmo della mia vita. Nel nome del Padre, del Figlio e del cuore. Nel nome del cuore”.
Charlotte Valandrey (vero nome Anne Charlotte Pascal) è nata nel 1969. Ha esordito nel cinema nel 1985 con Rouge Baiser di Véra Balmont, che le fece vincere l’Orso d’argento come migliore attrice al Festival di Berlino e il César come migliore promessa del cinema francese. Ha pubblicato L’amour dans le sang, da cui è stato tratto il film omonimo per la tv francese.
Il mio cuore sconosciuto è stato tradotto da Marcella Uberti Bona e sarà presentato giovedì 10 maggio alle 18.30 a Milano presso la Mondadori Duomo. Saranno presenti oltre all’autrice Emmanuelle de Villepin, Cristina Guarinelli e Marco Pesatori. Condurrà l’incontro Alessandra Casella.
Domenica 13 maggio alle ore 13,30 nella Sala Rossa del Salone del Libro di Torino Charlotte Valandrey presenterà il volume. Interverrà Massimo Gramellini.
Autore: Charlotte Valandrey con Jean Arcelin
Titolo: Il mio cuore sconosciuto
Editore: Longanesi
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 14,90 Euro
Pagine: 336