È un libro prezioso, “Un dollaro al giorno“ del giornalista Giovanni Porzio. Storie di quel miliardo di persone che vive con meno di un dollaro al giorno, dalle schiave del sesso in India ai bambini minatori nelle miniere di smeraldi in Afghanistan, dalle violenze in Messico ai sogni rubati ai ragazzini di Gaza, fino ai disastri ambientali in Pakistan.
Ma il libro dell’inviato speciale di Panorama, che ha scritto reportage da più di 124 Paesi, è anche una critica ai media italiani, sempre più disinteressati a raccontare ciò che succede altrove ma che in un mondo globale ci riguarda direttamente. “La politica internazionale è quasi assente, mancano reportage e inchieste: il Brasile sta diventando una potenza ma se ne parla solo per Cesare Battisti. I direttori delle emittenti tv e dei grandi giornali una volta avevano grande esperienza internazionale, ora sono scelti con logiche di appartenenza politica” dice Porzio. “E non si affronta il problema fondamentale: la guerra alla povertà. Tutti i conflitti, da quelli per la terra e l’acqua alle guerre etniche, nascondono un profondo disagio sociale”.
Italiani provinciali o sottovalutati dai media?
All’italiano medio non importa nulla di Cina, India o Guatemala: è abituato ad interessarsi solo a se stesso e a ciò che gli sta vicino. Siamo un paese chiuso, che viene da una storia di comuni e campanilismi, ignorante sulla globalizzazione salvo poi subirla come nell’attuale crisi economica.
All’estero è diverso? Quali sono i migliori giornali al mondo per la politica estera?
Il migliore è il New York Times: ha un’attenzione incredibile per il mondo, dal lavoro minorile in India alle grandi inchieste e retroscena sulla politica estera. Poi il Financial Times, El Pais, l’Independent. Per fare un esempio, i media italiani parlano di Afghanistan solo quando muore un soldato italiano. Di Iraq non si sa più nulla, ma lì la gente continua a morire. Gli altri giornali ne scrivono con continuità, seguono le storie anche quando non sono eclatanti. Nessuno in Italia aveva raccontato i problemi dello Stato indiano dell’Orissa – le multinazionali Usa e canadesi che stanno rapinando il territorio e le ragioni della guerriglia maoista – fino a quando non è scoppiato il caso dei turisti italiani rapiti.
I Paesi emergenti: se ne parla in toni entusiastici ma ci sono anche voci dissonanti, come l’ambientalista indiana Vandana Shiva e la scrittrice Arundhaty Roy.
Lo sviluppo è certamente positivo, ma ha anche conseguenze negative che non devono essere ignorate. 300 milioni di cinesi sono usciti dalla povertà ma ci sono sacche di miseria estrema e grave inquinamento. Sono aggiustamenti sulla strada per lo sviluppo, ma bisogna fare attenzione. Possiamo immaginare un mondo in cui miliardi di cinesi hanno lo stesso modello di sviluppo degli americani? E’ impossibile perché il pianeta non può sopportare questo genere di sviluppo. I Paesi BRIC tendono a identificare il benessere con l’aumento dei consumi, ma dai Paesi più maturi devono venire proposte per un futuro più sostenibile.
Punti molto l’attenzione sul tema dei cambiamenti climatici.
I cambiamenti climatici hanno effetti devastanti: negli ultimi anni abbiamo visto profughi per ragioni economici o sociali, nei prossimi decenni assisteremo soprattutto a migrazioni di massa di profughi ambientali. Un problema enorme, su cui siamo in ritardo: per anni chi parlava dei rischi legati ai cambiamenti climatici è stato preso in giro, ora il tema è diventato prioritario per l’Onu. Ma bisognava muoversi prima. I politici però ragionano sempre nel breve periodo.
Dei tanti che hai raccontato, quale Paese ti ha colpito di più?
Il Messico: quello che ho visto a Ciudad Juarez mi ha sconvolto, è una città più pericolosa e insanguinata di Kandahar o Mogadiscio. Ma in tutto il Paese la violenza è tremenda, una situazione esplosiva. Omicidi, gente bruciata, donne fatte a pezzi.
Giovanni Porzio (Milano 1951) ha collaborato con numerosi giornali e riviste di politica internazionale. Dal 1979 è inviato speciale di Panorama. Ha realizzato servizi e reportage in 124 Paesi, specializzandosi nelle aree di conflitto e nel giornalismo di guerra. Ha vinto numerosi premi giornalistici, tra cui il prestigioso “Max David 2001” per i suoi servizi dall’Afghanistan. Per Tropea ha pubblicato anche “Guida al Medio Oriente – Cronache dalle terre di nessuno” (2007).
Autore: Giovanni Porzio
Titolo: Un dollaro al giorno
Editore: Marco Tropea
Anno: 2012
Pagine: 235
Prezzo: 14,50 Euro