“Questo è un libro che racconto volentieri… ” Sono le prime parole di Alessandro Baricco che, in occasione dell’uscita del suo ultimo libro Tre volte all’alba (Feltrinelli 2012) ha incontrato i suoi lettori virtuali in live streaming dalla hall di un albergo milanese, sperimentando così un nuovo modo di parlare e raccontare, ma soprattutto di confrontarsi con i tanti appassionati lettori dei suoi libri.
L’evento è andato in onda martedì 3 aprile alle ore 21 sulle piattaforme parallele baricco.feltrinelli.it e su lafeltrinelli.it, con la collaborazione di Amazon.it. Nello stesso tempo su Twitter e Facebook le tante domande, commenti e suggerimenti, erano filtrate dal giornalista, conduttore radiofonico e televisivo Federico Taddia, in veste di moderatore internautico, che postava i quesiti allo scrittore. Grande è stato il successo dell’operazione mediatica, infatti, durante l’ora abbondante di trasmissione si sono connessi oltre 5000 lettori e la pagina dedicata al libro, è stata visualizzata oltre 10.000 volte sui siti. Tantissimi inoltre sono stati i commenti e le domande rivolte all’autore: circa 400 tweet e oltre un centinaio di post su Facebook, una valanga di domande a uno scrittore singolare, che non teme di definirsi presuntuoso, però al pubblico è semplicemente sembrato simpatico e dai modi accattivanti.
“Nell’ultimo romanzo che ho scritto, Mr Gwyn, si accenna, a un certo punto, a un piccolo libro scritto da un angloindiano, Akash Narayan, e intitolato Tre volte all’alba”. Con questa frase posta all’inizio del suo ultimo romanzo Baricco spiega la genesi di Tre volte all’alba, “un libro immaginario” nato dalla creatività di Akash Narayan. “Il fatto è che mentre scrivevo quelle pagine mi è venuta voglia di scrivere anche quel piccolo libro, un po’ per dare un lieve e lontano sequel a Mr Gwyn e un po’ per il piacere puro di inseguire una certa idea che avevo in testa”. Il romanzo è uscito poco tempo dopo Mr Gwyn “strana questa cosa di uscire con un libro quattro mesi dopo che sei uscito con quello prima. È un’intermittenza, buffa, curiosa”. Baricco ha confessato “quando ho iniziato, pensavo che pubblicare un libro una volta l’anno fosse un chiaro segnale di mediocrità. Mi veniva da pensare che più gli anni passavano tra la pubblicazione di un libro e l’altro, più lo scrittore era un vero scrittore… Ora invece è tutto cambiato, è diventato tutto molto più fluido, c’è una specie di parlare quasi ininterrotto tuo in diverse forme con il pubblico, la forma del libro, la forma del tuo essere pubblico, ora gli scrittori parlano molto di più di una volta… diventa alla fine effettivamente come una lunga chiacchierata con la gente che ha voglia di starti dietro, e i libri sono una specie di richiamo periodico… Quindi alla fine non mi ha molto impressionato pubblicare un libro quattro mesi dopo aver pubblicato quello prima, mi è sembrato un bel controtempo rispetto a quello che ci si aspetta in genere”.
Tre volte all’alba è “un breve libro” diviso in tre parti, “due personaggi che si incontrano per tre volte ma ogni volta sarà l’unica e la prima. E l’ultima.”. Da qui l’idea di queste domande insolite ma forse non troppo: “che cosa succederebbe se spostassimo avanti o indietro nel tempo te e una persona che ami? che cosa scopriresti di lei se la vedessi adolescente, o al contrario se lei ti vedesse adolescente? Come sarebbe assistere al momento in cui tua madre o tuo padre prendono una strada diversa da quella che poi hanno fatto?”. Tra le tante domande che i lettori virtuali hanno postato a Baricco in questo riuscito esperimento letterario virtuale scegliamo quelle che abbiamo ritenuto più interessanti e atipiche:
Perché hai dedicato il volume alle lampade Caterina de’ Medici costruite dal maestro Camden Town? Perché la stessa dedica è presente nel libro Tre volte all’alba citato in Mr Gwyn. Ho conservato la dedica tale e quale.
Le tre storie di Tre volte all’alba sono nate seguendo l’istinto, di getto? Sì, le storie mi sono venute di getto, istintivamente, la prima l’avevo in mente da anni.
C’è un po’ di Baricco in Mr Gwyn? Sì, lui è uno scrittore, è un mestiere che abbiamo in comune. Lui però fa delle scelte che io non ho fatto. Non volevo scrivere la storia di uno scrittore. Lui è un solitario estremo, un ordinato ossessivo, maniacale, io non lo sono. Facciamo tutti e due lo stesso mestiere con un po’ di inquietudine e insofferenza.
Sembra che tu abbia delle sensazioni da raccontare più che delle storie. Tutte e due, senza storia io non lo scrivo un libro. Mi piace che la storia mi porti in luoghi invisibili per i più… E nella luce della storia tu vedi delle sensazioni che magari hai nella vita ma che non gli hai mai dato un nome. Invece nel raccontare tu gli dai un nome, un profilo, qualcosa che c’è lì per sempre. È il senso del mio mestiere.
Quali sono i tre ingredienti principali di una buona storia? È difficile… Secondo me deve fare tre o quattro mosse… Deve far ridere, deve avere bisogno di una voce… cioè ci deve essere qualcuno che la racconta…
Quale delle tre parti di Tre volte all’alba è quella che ti ha coinvolto di più e perché? La terza perché l’ho inventata scrivendola, l’ho vista nascere lì, così. Mi ha emozionato più delle altre.
Lo scrittore Alessandro Baricco, “faccio questo mestiere con moltissima libidine fisica, non l’ho mai fatto in maniera fredda”, riteneva che i lettori non avrebbero compreso l’uscita di Tre volte all’alba solo pochi mesi dopo Mr Gwyn “Ma come è appena uscito l’altro… “. Chissà se l’autore creatore di un linguaggio unico e particolare “modifico poco le mie bozze” è rimasto stupito del fatto che Tre volte all’alba uscito lo scorso 21 marzo si trova ai primi posti della classifica dei libri italiani più venduti.
Autore: Alessandro Baricco
Titolo: Tre volte all’alba
Editore: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 10 euro
Pagine: 94