Abbiamo intervistato Danilo Arona autore di “Rock – I delitti dell’uomo nero” (Edizioni della Sera), un libro sull’Italia di fine anni Sessanta, dove uno strano quanto sgangherato gruppo rock attraversa la penisola raccontando le magie e gli orrori di un genere musicale che annovera fatti tanto tragici quanto misteriosi.
Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin, Brian Jones, Marvin Gaye: una lunga lista di cadaveri eccellenti del luccicante mondo del rock’n’roll. Tutti pensano che siano stati uccisi dalla droga, dall’alcol e dal male di vivere. Ma forse le cose non stanno così, soprattutto se sulla Terra circola una Morgan nera guidata da Sam Hain, il chitarrista più malvagio e diabolico del mondo.
“Rock” fonde musica e horror, risultando un thriller sui generis che inchioda il lettore. Come è riuscito a realizzare un’opera così?
“Non pensandoci su molto. Scrivendo “di pancia”. Non è un caso che ho concepito e iniziato a scrivere “Rock” in altra epoca e in altra età, quando non mi preoccupavo più di tanto delle eventuali rimostranze di un editor e del lettore finale. In ogni caso è ovvio che conta l’essere stato musicista, e soprattutto il chitarrista dei Privilege (quelli veri), quelli che frequentavano le notti degli anni ’70, scoprendo che nel buio rock e paura offrivano una potente sintesi metaforica della vita e dei suoi imprevisti. E forse Jimi Hendrix, se non fosse morto, sarebbe divenuto un notevole scrittore. Certi suoi testi sono ancora lì a profetizzarlo”.
Parliamo della scelta grafica della copertina. Giallo e nero colpiscono il lettore, il sangue lo fa entrare nella storia. Cosa ne pensa?
Sam Hain, il personaggio cardine del volume. Ce lo può indicare con tre aggettivi?
Un lettore troverà “Rock” sullo scaffale, leggerà Danilo Arona e lo comprerà. Cosa gli farà passare una notte insonne: la trama, i personaggi o l’ambientazione? Un mix?
“Presumo il mix. Ma presumo – e spero anche – la verosimiglianza delle situazioni. Perché, a parte alcune forzature in chiave supenatural, non c’è nulla di così “anormale” da non poter essere preso in considerazione come ipotesi storica. Ultimamente si sono riaperte le indagini tanto sulla morte di Hendrix che su quella di Brian Jones… Non sono invenzioni mie. C’è un oggettivo filo di mistero che “lega” alcuni decessi forse non tanto agli immaginari Grandi Fustigatori quanto alla CIA o a organizzazioni scellerate, impasti deliranti di malavita ed esoterismo, alla Ku Klux Klan, per capirci. La realtà in molti casi è più fantastica (e sinistra) di un thriller.”
Considerato il padre dell’ horror italiano, Danilo Arona è un autore poliedrico. Spazia dalla saggistica alla narrativa al giornalismo alla critica cinematografica. Dal 1978 ad oggi ha firmato oltre venti titoli tra cui: “L’ombra del dio alato” (Tropea), “Palo Mayombe” e “Cronache di Bassavilla” (Flaccovio), “Black Magic Woman” (Frilli) “Santanta” (Perdisa), “L’estate di Montebuio” (Gargoyle Books), “Ritorno a Bassavilla” (Edizioni XII) e partecipazioni ad antologie per Mondadori. Il suo sito è www.daniloarona.com.
Autore: Danilo Arona
Titolo: Rock – I delitti dell’uomo nero
Editore: Edizioni della Sera
Prezzo: 15 euro
Pagine: 478
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