“La ballata dei precari“ non è una guida all’autorealizzazione e nemmeno una raccolta di facili ricette per trovare il lavoro dei sogni o l’uomo/donna della propria vita, è piuttosto il comico lamento di una generazione sempre a cavallo tra adolescenza e maturità, realizzazione e rassegnazione. Silvia Lombardo la sa lunga, con 650 euro al mese e una lunga esperienza in traslochi chi meglio di lei può guidarci nei meandri oscuri e insidiosi dei trent’anni.
Attraverso corsi avanzati di pippe mentali e consigli per sfuggire alle ramanzine dei parenti più odiosi potremmo riconoscerci (chi ci è passato e chi è vicino) nell’angoscia di chi cerca di stare a galla tra una formazione eterna, annunci di stage grotteschi e un curriculum lungo venti pagine.
Anche Bridget Jones con il suo appartamento a Londra e un lavoro da assistente televisiva diventa un mito irraggiungibile, almeno lei doveva solo preoccuparsi del fidanzato. Ancora stretti tra case condivise, monolocali adatti a un criceto e l’eterna stanza a casa di mamma e papà, per i trentenni nostrani il massimo dell’aspirazione è un lavoro che sia un po’ più gratificante del fare il dog sitter al cane dei vicini, solo quanto basta per non fare brutta figura con gli ex-compagni del liceo da tempo espatriati e realizzati. Quello che ne emerge è il ritratto agrodolce di una generazione ancora non rassegnata ma certamente disincantata verso il futuro, pronta ad affrontare il un agguerrito futuro armata di pistole ad acqua e senso dell’umorismo.
Autore: Silvia Lombardo
Titolo: La ballata dei precari
Editore: Miraggi Edizioni
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 12 euro
Pagine: 128