Ne Il colore della memoria di Clare Santos (Salani 2012) è il desiderio di “fare la pace con una parte del mio passato che mi sono lasciata sfuggire” a spingere Violeta Lax alla ricerca dei più oscuri e reconditi segreti di famiglia.
Nella grande dimora barcellonese “catalogata come monumento storico dal 1980” di una delle piu importanti famiglie della città catalana è rimasa traccia del passato splendore solo “nell’affresco di grandi dimensioni” che raffigura Teresa Lax, moglie del grande pittore modernista Amadeo. L’affresco, denominato Teresa assente, “eseguito durante i lavori di ristrutturazione del patio di casa e datato 1936” è considerato l’opera maestra dell’artista. Qui Teresa Bruses, figlia di un ricco industriale di Barcellona e infelice consorte di Lax, ritratta dalla vita in su “con il corpo girato di fianco e il viso quasi di profilo” appare assorta e inquieta mentre osserva un punto fuori dal dipinto. Inquietante e interessante è la storia che si cela dietro l’affresco dipinto dal geniale Lax dopo che la moglie l’aveva abbandonato per fuggire con l’amante Octavio “il maggiore dei fratelli Conde, proprietari degli storici Grandi magazzini El Siglo, stabilitosi a New York per qualche tempo”. Circa ottant’anni dopo durante le delicate operazioni per staccare l’affresco dalla parete viene scoperto che dietro il dipinto si cela una porta. Dietro quella vecchia porta di legno vi è un ripostiglio dove “dentro hanno trovato una morta, completamente mummificata, ma vestita, con le scarpe e i capelli al loro posto”. Quale grave delitto è nascosto dietro una delle opere più suggestive della pittura spagnola del XX secolo? Spetta all’esperta d’arte Violeta ricostruire i pezzi mancanti del puzzle che riguarda la sua famiglia. Ricostruire il passato per comprendere il presente, giacché Violeta da quando è nata ha sentito parlare di alcune delle tante persone che hanno affollato la grande e fastosa dimora dei Lax. “Per me la storia familiare è come un romanzo di fantasmi”.
Habitaciones Cerradas è una saga familiare che attraversa più generazioni nella Barcellona progettata dall’architetto modernista Antoni Gaudì alle soglie della guerra civil, bestseller in Spagna e in corso di traduzione in dieci paesi europei. Un feuilleton ambientato nella Belle Epoque che ha le sue radici nel XIX secolo fino ad approdare nel XX. “I miei romanzi nascono sempre dalla raccolta di svariati materiali, in seguito a una documentazione scrupolosa e entusiasmante”, dichiara l’autrice nell’intervista che appare al termine del volume. “Il colore della memoria è un’opera di finzione. Amadeo Lax e la sua famiglia sono personaggi di fantasia”, fantasmi che sussurravano che “la loro storia venisse fissata sulla pagina”. Clare Santos critica letteraria e giornalista è sempre rimasta affascinata non solo dal XIX Secolo ma soprattutto dalla memoria e dal tempo che qui appare come il vero protagonista. Quel tempo rappresentato dalla sontuosa scalinata della casa che Violeta “mi assomiglia” deve percorrere alla ricerca della verità in un romanzo scandito da continui flashback e impreziosito da schede tecniche sui tanti quadri dipinti dal pittore, redatte come pagine di un catalogo d’arte. Sembra impossibile che Amadeo Lax non sia realmente vissuto dopo aver letto le dettagliate e precise descrizioni dei suoi capolavori. Per ritrarre la figura dell’egoista ed egocentrico Lax dalla personalità tormentata, la scrittrice si è ispirata a molti artisti contemporaneamente, “che è come dire a nessuno”. Perfetta la ricostruzione della Barcellona dell’epoca dove andava di moda praticare lo spiritismo “corrente di pensiero molto diffusa in Europa e negli Stati Uniti dalla metà dell’Ottocento” che aveva trovato grande riscontro in Spagna tra la gente colta. Gli spiritisti “non escludevano il Dio cattolico ma anzi lo reinventavano proclamando la libertà di spirito. L’eguaglianza di tutti gli esseri umani e la capacità dell’anima di elevarsi al di sopra dei limiti corporei, compresa la frontiera che separa la vita dalla morte”. Non stupisce dunque la frase che Dona Maria Roser Golorons vedova Lax pronuncia: “Guardate fisso nell’oscurità e vedrete la luce dei defunti”.
Straordinarie le figure femminili presenti nel romanzo per la cui redazione Clare Santos ha tratto spunto dalla nonna materna che “è stata fondamentale per la mia vocazione letteraria, e questo romanzo può essere considerato un omaggio al suo mondo. Si chiamava Teresa”. Donne volitive o sconfitte consapevoli del loro destino: Violeta che morirà giovanissima, la coraggiosa matriarca Maria Roser, la dolce Teresa, la generosa e fedele Concha che sa e intuisce tutto “un giorno o l’altro mi deciderò a raccontare tutto quello che ricordo e i morti si rivolteranno nelle tombe”, la bella Laila, le domestiche Eutimia, Antonia e Juanita. “Ognuno di noi è tante persone insieme. E ognuno ne mostra una sola per volta”.
Ancora una volta dopo la misteriosa Barcellona di Carlos Ruiz Zafon, quella medioevale di Ildefonso Falcones e quella dei mystery di Alice Gimenez Bartlett, la città catalana è la cornice adeguata del ritratto di una famiglia borghese in un interno che racchiude in sé presenze che sono assenze e segreti innominabili. Il senso del bestseller di Clare Santos è tutto racchiuso in questi pochi versi di Emily Dickinson posti all’inizio del volume: “Prometti questo – quando morirai – qualcuno mi chiami”.
Clare Santos è nata a Matarò, Barcellona. Dopo gli studi in Giurisprudenza e Filologia ha iniziato la sua carriera come giornalista per varie testate. Ha fondato e diretto l’Associazione giovani scrittori spagnoli: tiene regolarmente laboratori di scrittura in Spagna e in America e forma articoli di critica letteraria per il quotidiano El Mundo. Ha pubblicato sei romanzi, sei raccolte di racconti e due volumi di poesie. Ha vinto moltissimi premi letterari ed è una delle autrici spagnole più lette, amate e tradotte in molti paesi.
Il colore della memoria è tradotto da Claudia Marseguerra.
Autore: Clare Santos
Titolo: Il colore della memoria
Editore: Salani
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: 18,60 Euro
Pagine: 586