Si narra, ma solo grazie alla testimonianza di Maurice Leblanc, che Arsenio Lupin, ladro gentiluomo, partecipò alla prima guerra mondiale. Prova diretta di questa fonte la troviamo proprio nel romanzo “La scheggia d’obice” (Excelsior 1881, 2011) dove il nostro beniamino non la fa da protagonista ma avrà come sempre un ruolo di estrema importanza, consegnando al giovine protagonista Paolo Delroze la chiave di apertura del mistero in cui è avvolto.
Leblanc con questo romanzo, intriso di avventure, spionaggio, figure crudeli contrapposte ad altre pure di cuore e animo, sembra voler restituire, tramite la medaglia del patriottismo, un volto aureo all’aristocrazia, relegando quella forza di ingegno e astuzia ad un personaggio meritevole dello stesso valore e spessore del suo eroe.
Il racconto si svolge in Francia, all’inizio della Prima Guerra Mondiale, e vede come protagonisti due giovani sposi, Paolo Delroze ed Elisabetta d’Andeville , che decidono di vivere nel castello d’Ornequin, al confine tra Francia e Germania, vecchia proprietà del padre della sposa il conte d’ Andeville, loro casa familiare prima che la madre morisse. Subito dopo le nozze i due giovini si mettono in viaggio verso il castello, verso la loro nuova vita, ma sono molti i sentimenti di inquietudine che li agitano, primo fra tutti la possibilità di una guerra alle porte che potrebbe allontanarli per molto tempo.
Paolo, prima di giungere al castello e iniziare la loro nuova vita, decide di svelare alla sua giovane moglie un segreto che porta nel suo cuore da sempre: gli avvenimenti che portarono alla morte di suo padre, di cui lui stesso fu spettatore inerme e la sua voglia un giorno di fare chiarezza su colei che impugnò il pugnale e lo rese orfano.
Una volta giunti al castello, dinanzi al quadro che raffigura la madre di Elisabetta, Paolo apprenderà una verità agghiacciante: la donna del quadro è l’ assassina di suo padre. Così, il giorno dopo, appresa la notizia dello scoppio della guerra, decide di partire e scappare dal dolore di quella verità che gli lacera il cuore. Lasciata sola Elisabetta, non prima di averle raccomandato di recarsi in salvo da suo padre, Paolo parte per la guerra. Ed è questo solo il preambolo di una storia avvincente, imperniata da sentimenti antitedeschi.
Ma è davvero questa la verità, è proprio la defunta madre di sua moglie ad essere la assassina di suo padre? Paule Delouze, nobile d’animo, non solo dovrà impiegare il suo ingegno nel difendere la patria mettendosi in prima linea nella guerra tra Francia e Germania, ma dovrà anche salvare sua moglie cercando di scoprire in ultimo il mistero che avvolge l’uccisione di suo padre.
Una ricostruzione storica e romanzesca, questa di Leblanc, talmente reale da far sì che il lettore difficilmente possa riuscire a distinguere il dato storico da quello che fantastico e romanzato, vista la minuzia con cui sono raccontati tutti gli avvenimenti storici, i luoghi e le date.
Ma il valore di questo romanzo va oltre l’avventura, è una riflessione sulla guerra e su come questa vinta dai gloriosi alla fine colpisca i più deboli, Leblanc lo rende con enfasi e sentimento profuso proprio nelle ultime righe di questo romanzo, le più belle e toccanti : ” Intanto scorsero seduto fra i ruderi un uomo in cenci, un vecchio. Li guardò ottusamente,con occhi di demente. Lì accanto, un bambino tese loro le braccia, due poverini braccini che non avevano più le mani…”
Maurice LeBlanc è uno scrittore francese conosciuto principalmente per aver creato la figura di Arsène Lupin. Considerato poco più che uno scrittore di storie brevi, il suo personaggio comincia ad avere successo sull’onda dell’entusiasmo per Sherlock Holmes di Conan Doyle.
Autore : Maurice Leblanc
Titolo: Arsène Lupin. La scheggia d’obice
Editore: Excelsior 1881
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 12,50 euro
Pagine: 264