Il romanzo di formazione “Il momento perfetto” (Pendragon, 2011) non brilla né per originalità né per potenza narrativa né per carica emotiva. È un libro nella media, scritto ragionevolmente bene, ma faticoso da seguire a causa dei tempi morti e delle cadute nel banale e nel retorico. L’ambientazione negli anni Sessanta è resa tramite meri riferimenti didascalici, che non rendono giustizia al clima dell’epoca.
La storia è incentrata sulle vicende amorose di uno studente universitario, combattuto tra l’amore attuale per la dolce Francine e il ricordo del suo legame con la bellissima Maria, la quale due anni prima gli ha spezzato il cuore.
Con il ritorno di Maria nella sua vita, i “moti del cuore” del giovane danno origine a un andirivieni di ricordi, incertezze, paure. Questi sentimenti vengono spesso descritti con toni da romanzo d’appendice: “Il suo cuore aveva sanguinato troppo per lei, l’aveva amata come solo a diciotto anni si può amare. Follemente, con tutto quello che si ha dentro: cuore, anima, sangue, forza, cervello, ansia, allegria, languore”.
I dialoghi ripetitivi e scontati risultano incapaci di lasciare un segno nell’immaginazione del lettore. Ma è soprattutto la psicologia dei personaggi a lasciare interdetti. Tutti, infatti, appaiono piatti e stereotipati. Il protagonista viene descritto come un ragazzo incapace di amare e di comprendere l’amore, a causa del clima familiare in cui è cresciuto: “educato nella rigida formalità dell’alta borghesia del Nord, nella quale tutto viene valutato in termini di decenza ed opportunità, sia essa morale o emotiva, lui non era quasi mai stato baciato come si baciano i bambini piccoli.”
La descrizione dei sentimenti del giovane, soprattutto quando sono rivolti a una ragazza, scade troppo spesso nell’enfasi, richiamando un tipo di scrittura adolescenziale che manca tuttavia di freschezza e sincerità: “scappò come Cenerentola a mezzanotte dal gran ballo. […] scappò, sparì dalla sua realtà e dal suo orizzonte: all’improvviso, così come era arrivata ore prima alla stazione. Confuso, inebriato da tanti baci, cullato da tanta dolcezza, felice per averla trovata restò all’improvviso solo a ricordare tanto amore, ma incapace di leggere il presente”.
Quando nel testo si fa sempre più presente la figura del padre, il rapporto complesso e conflittuale con il protagonista non viene reso in maniera convincente. Il climax della vicenda, rappresentato da un evento tragico che dovrebbe dare una svolta alla vita del giovane, non riesce ad emozionare, probabilmente a causa della lentezza della narrazione.
Ma, al di là dei difetti nella struttura narrativa, quello che manca davvero a questo libro è la capacità di coinvolgere emotivamente il lettore, di farlo immedesimare con il protagonista, il quale sembra restare un estraneo, lontano e incomprensibile.
Lorenzo Minoli: Produttore cinematografico, giornalista, sceneggiatore, Lorenzo Minoli ha lavorato alla De Agostini e per il quotidiano «La Notte». Ha collaborato con varie riviste e realizzato alcuni documentari storici. Negli Stati Uniti, per oltre vent’anni, ha prodotto film per la televisione e per il cinema. Vive a Firenze, dove ha iniziato l’avventura di produttore di film indipendenti italiani. “Il momento perfetto” è il suo primo romanzo.
Autore: Lorenzo Minoli
Titolo: Il momento perfetto
Editore: Pendragon
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 14 euro
Pagine: 171