“… intuivo che tu saresti stato il vero dominatore della mia vita”, con queste parole Nicoletta Mondadori in “Quasi il creatore di un mondo. Lettera a mio padre” (Giampiero Casagrande Editore 2011) scrive al padre Alberto una lunga lettera di cento pagine, come recita il sottotitolo, dove l’autrice rievoca la storia della famiglia Mondadori attraverso la figura di un uomo che è stato “il mio punto d’arrivo“.
Quando ritroviamo nelle nostre librerie un vecchio libro dalla copertina verde che fa parte della prestigiosa collana Medusa o quando con emozione scopriamo in una bancarella di libri usati un volume delle inchieste del Commissario Maigret dall’inconfondibile impostazione grafica con il volto di Gino Cervi, il bravo attore che per anni ha reso vivo il celebre poliziotto francese in una serie televisiva, ci siamo mai domandati chi ha creato queste collane editoriali? Nicoletta Mondadori lo ricorda in questo piccolo ma meritorio libricino impreziosito da alcune poesie inedite che Alberto scrisse per la sua Nica. “Da sonno opaco mi libera il tuo canto, alla mia vita assente ridoni speranza di creare”. È fondamentale ricordare che Alberto Mondadori, figlio di Arnoldo il fondatore dell’omonima casa editrice nata a Ostiglia nel 1907, si occupò personalmente nella sua veste di responsabile editoriale di progettare e creare nuove collane intrecciando rapporti di stima e amicizia con intellettuali e scrittori del calibro di Ernest Hemingway, Georges Simenon, Thomas Mann, Orson Welles, Gianfranco Contini, Graham Greene e molti altri. “Aveva il pregio e il difetto di essere in anticipo su tutti“. Un uomo quindi che fu un pioniere editoriale e tra le tante cose che fece nella sua operosa vita nel 1950 fondò e diresse il primo settimanale italiano a colori Epoca e nel 1957 anche la casa editrice Il Saggiatore rinnovando il paesaggio culturale italiano di allora. In questo volume, il cui titolo ricorda la raccolta di poesie di Alberto Mondadori Quasi una vicenda con la quale nel 1957 vinse il Premio Viareggio, una figlia commemora il padre trentacinque anni dopo la sua scomparsa “tu sei stato la mia forza trainante” riuscendo a catturare l’attenzione e il plauso del lettore “Mio padre con la vita aveva un rapporto straordinario”.
“Estroverso e cordiale“, Alberto Mondadori nato a Ostiglia nel 1914 citava a memoria i versi di Dante e Petrarca, parlava a Nica dei grandi autori del passato come Tolstoj, “La morte di Ivàn Il’ìc e Resurrezione, e I promessi Sposi che tu rileggevi e di cui sapevi interi brani a memoria“. Il primo libro che il colto editore fece leggere alla figlia fu Il grande amico di Alain Fournier romanzo sospeso tra realtà e sogno e le insegnò come sistemare i libri secondo il metodo logico Alberto Mondadori “suddividerli per collane e all’interno per autore tenendo presente la data delle diverse edizioni”. È nato allora l’amore di Nicoletta per i libri prima ancora di averli letti: annusare l’odore, ammirare le copertine, indugiare con curiosità nelle dediche che si trovano all’interno, iniziando da Simenon leggendolo in lingua originale, perché è in questo modo che si possono cogliere “le sfumature segrete della narrazione“. È stato il creatore del Commissario Maigret e sommo narratore di vite anonime e banali “l’esordio della mia vita da lettrice accanita e tu ne eri incantato“. La vita di Alberto Mondadori uomo dalla personalità eclettica e dai mille interessi, il cinema, l’arte, la musica, la poesia e il giornalismo è andata di pari passo con il suo lavoro editoriale. “È rimasto un uomo solo“. L’editore aveva chiamato la villa di Camaiore, La Medusa, come la collana di autori italiani e stranieri da lui seguita e “la strada per arrivarci Le Silerchie, ha dato il nome a una collana del Saggiatore molto raffinata non solo per la scelta dei titoli ma anche per la realizzazione grafica”.
Nel libro l’autrice ricorda quando il padre decise di radere al suolo la villa per costruirne una più moderna quasi uno specchio della visione profetica dei sogni editoriali di Alberto e di tutto quello che riuscì a realizzare nella sua esistenza. “Seguivi entusiasta ogni operazione, parevi un ragazzino mentre costruisce con il lego una città tutta sua, quasi il creatore di un mondo, allora molto diverso da altri, che sarebbe stato il teatro della tua vita“. La nuova villa era stato un altro motivo di contrasto tra Arnoldo e Alberto, perché il fondatore della Mondadori considerava il progetto della casa troppo lussuoso e dispendioso. Nel volume l’autrice parla dello scontro tra padre e figlio, due uomini troppo diversi e lontani per carattere e mentalità che avevano una differente visione del mestiere di editore “…voi eravate uniti da forze contraddittorie… “. In una intervista Nicoletta Mondadori precisa che ” per tutta la vita c’è sempre il nonno che blocca le sue iniziative perché troppo di sinistra, elitarie, poco commerciali“. C’è anche il ricordo dei custodi della villa di Camaiore, Alba e Tino che provenivano dal Veneto, lei aveva ” persino imparato, per te e solo per te papà, a preparare colazioni all’inglese con tanto di uova con pancetta, toast, burro e marmellata… “, lui “più che parlare sussurrava certi termini seguiti da lunghi silenzi che solo tu papà capivi, da contadino si era fatto esperto giardiniere… “.
Una lunga lettera che è anche un dialogo, perché “parlare di te significa parlare con te” senza dimenticare che “ricordare a volte significa trovarsi faccia a faccia con chi non c’è più“. Alberto Mondadori quasi il creatore di un mondo che era stato inviato di guerra durante la II Guerra Mondiale, che amava viaggiare, che a Londra in Burlington Arcade si faceva confezionare le scarpe su misura e che si divertiva a vedere in televisione il Festival di Sanremo, morirà solo e all’improvviso a Venezia il 14 febbraio 1976 dopo aver trascorso anni dolorosi e difficili sotto molti punti di vista. “A brandelli ti hanno fatto, aggredendoti alle spalle ti hanno strappato con rinnovata indifferenza tutto quello che avevi conquistato in un febbrile cammino. Hai seguito la liquidazione del Saggiatore come un deportato si avvia verso la fine, ma il calvario non ha avuto un limite, il male infertoti ha gradualmente spinto verso il disfacimento interiore”. Le case, il mondo, i sogni, le imprese, i tanti universi di Alberto Mondadori, al quale la cultura non solo italiana deve molto, rivivono tra le pagine di questo “piccolo libro” con il desiderio dell’autrice di “confrontarmi con la memoria di una figura centrale della mia vita”.
“Ci vuole tempo per rintracciare le memorie e molto di più per accettarle”.
Nicoletta Mondadori vive fra Milano e Camaiore. Ha lavorato per venticinque anni in editoria, prima al Saggiatore e poi alla Mondadori, e si è sempre dedicata, quale volontaria, alla cura di persone deboli e vulnerabili. Racconta molte favole ai suoi sette nipoti.
Autore: Nicoletta Mondadori
Titolo: Quasi il creatore di un mondo. Lettera a mio padre
Editore: Giampiero Casagrande
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 11 euro