È un volume indispensabile “Elogio dell’odio“ del siriano Khaled Khalifa (Bompiani, 2011), tanto più pensando a quanto è accaduto e sta accadendo in questi mesi in Siria, con le repressioni del regime di Bashar Al Assad contro le manifestazioni di dissenso verso il regime di Damasco e migliaia di profughi siriani scappati in Turchia nelle ultime settimane. Lo splendido romanzo di Khalifa, pubblicato nel 2006, subito censurato in Siria e poi selezionato tra i finalisti dell’Arabic Booker Prize.
Il libro racconta altre proteste e altre repressioni nel sangue, quelle di Hafez Al Assad contro i dissidenti – musulmani ma anche comunisti – nella Siria degli anni ’80, quando il padre dell’attuale presidente aveva inviato i militari ad Hama, terza città siriana, e fatto uccidere migliaia di contestatori. Lo splendido e complesso romanzo di Khalifa, non ingiustamente definito nella quarta di copertina una sorta di Cent’anni di solitudine del mondo arabo, parte dalle vicissitudini di una famiglia di Aleppo per raccontare la storia di un intero Paese.
La protagonista e voce narrante, una giovanissima ragazza ribelle alla cultura chiusa e tradizionalista della sua famiglia di venditori di tappeti antichi, incarna insieme i dubbi e le angosce di una giovane donna araba e lo spirito dei dissidenti del tempo,spesso donne, che per sfuggire alla morsa del regime si rifugiarono spesso in opposti estremismi come il fondamentalismo islamico. L’Aleppo di Khalifa è una città di spie e delatori, una città impensabilmente grigia di soldati e dissidenti, stretta nella morsa del regime e nell’odio delle opposte fazioni che si combattono quotidianamente in un crescendo di tensione.
Al centro dei vicoli deserti di quella città sconosciuta, la vecchia casa di famiglia della protagonista, cresciuta con le vecchie zie e l’anziano servitore cieco, tra vecchie storie, armadi chiusi, boccette di profumi sconosciuti e farfalle appese ai muri, incapace di tutto fuorché di un odio crescente verso l’altro. Odio che sembra diventare una vera religione e l’unica cosa a poter dare senso alla vita.
È l’odio ad accompagnare costantemente la giovane protagonista, portandola a rinchiudersi sempre più in se stessa, rifugiandosi nel fondamentalismo islamico quasi per sfuggire la solitudine, costringendosi dietro alla prigione del velo. E arrivando poi alla prigione vera, quella durissima del regime di Assad, dove viene rinchiusa per otto anni, interrogata, torturata con altre donne per le sue attività di dissidente. Ne uscirà giovane eppure ormai sfiorita, solo per rendersi conto, troppo tardi e ancora una volta, dell’inutilità dell’odio e della banalità del male.
Khaled Khalifa è nato nel 1964 in un villaggio vicino ad Aleppo, quinto di tredici figli. Dopo gli studi in Legge, ha fondato la rivista di letteratura “Aleph”, proibita dopo pochi mesi dalla censura siriana. Oggi vive a Damasco dove scrive per il cinema e la televisione.
Autore:Khaled Khalifa
Titolo: Elogio dell’odio
Editore: Bompiani
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 21,90 euro
Pagine: 532