Nell’introduzione ai “101 tesori nascosti di Roma da vedere almeno una volta nella vita” (Newton Compton, 2011) di Gabriella Serio scrive: “in queste pagine il lettore troverà tesori nascosti un po’ dappertutto: in chiese e chiesine. Oratori e sagrestie, cortili e palazzi, nei parchi pubblici e sotto il selciato moderno in famosi alberghi e persino in ospedali.”. L’archeologa romana ha riunito in un libro tutti quei luoghi che la città eterna nasconde e che solo un occhio esperto sa riconoscere.
Il volume corredato dalle illustrazioni di Thomas Bires, è quindi un prezioso vademecum nel quale i protagonisti sono storie, leggende e gli infiniti misteri che da sempre avvolgono la città eterna. Sono angoli nascosti della Capitale che interessano all’autrice come la caserma dei pompieri appartenente alla VII Coorte dei vigiles “al numero 9 dell’omonima via a Trastevere”. L’Imperatore Augusto dopo il grave incendio del 6 d. C. aveva costituito un vero e proprio corpo militare i vigiles suddivisi in 14 caserme (Excubitoria). Quello di via Trastevere situato otto metri sottoterra è rimasto “l’unico edificio del genere superstite e attualmente visitabile”. Un’altra meraviglia celata sotto le strade di Roma è l’Acquedotto Vergine inaugurato da Marco Vipsanio Agrippa nel 19 d. C. le cui acque pure, dopo 20 secoli continuano ancora a zampillare dalla Fontana di Trevi, dalla Fontana dei Fiumi in Piazza Navona e dalla Barcaccia di Piazza di Spagna. Niente “archi di trionfo” per l’Acquedotto Vergine, la cui leggenda fa derivare il nome dalla fanciulla che indicò ai soldati di Agrippa le sorgenti. Ogni tanto per gli amanti della speleologia si organizza una discesa “nello speco che si può raggiungere da una profonda e suggestiva scala elicoidale sotto Villa Medici, l’Accademia di Francia”.
Una Roma non solo archeologica ma medievale, rinascimentale e barocca. La Cappella Corsini realizzata da Gian Lorenzo Bernini tra il 1645 e il 1652 nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria che contiene “uno degli esempi più alti di arte barocca”. Il gruppo scultoreo dell’Estasi di Santa Teresa composto dalla Santa e dall’angelo “sembra un quadro vivente”. L’Urbe non smette mai di stupire, di rivelare un nuovo capolavoro come quello ritrovato nel maggio 2010 sui muri del Campidoglio. È stato il caso a far emergere, durante un intervento di restauro, un affresco di epoca medievale nascosto dietro la carta da parati di un ufficio comunale in disuso in Campidoglio. Dall’antico Palazzo Senatorio risalente al XII Secolo è riemerso un trittico nel quale i personaggi raffigurati sono Cristo Redentore in trono tra San Paolo alla sua sinistra e alla sua destra San Pietro. Il passato regala alla Roma moderna un gioiello miracolosamente scampato a secoli di oblio e incuria. Un capitolo è dedicato ai Riti voodoo a Piazza Euclide. Chiediamo spiegazioni a Gabriella Serio.
“In verità i Riti voodoo a Piazza Euclide sono l’ultima fase di questo interessante scavo archeologico effettuato nella Piazza. Le prime cose che vennero alla luce furono tre grandi aree murate intorno a una fontana. Queste tre grandi aree avevano delle iscrizioni che riportavano la dedica «nymphis sacratis Annae Perennae» (alle ninfe consacrate ad Anna Perenna). Gli archeologi studiarono le fonti antiche e stabilirono che proprio qui si trovava quell’antico bosco sacro alla dea di cui parlava tanto Ovidio. Ovidio raccontava che alle Idi di Marzo (il 15), che coincideva con il principio dell’anno romano, i cittadini si recavano in questo luogo e facevano una gran festa ballando e bevendo. Questo luogo rimase tale fino al II secolo d. C. poi le cose cambiarono… sembra che qui una maga cominciasse a praticare arti magiche. Sono venuti alla luce inquietanti reperti: un grande pentolone e all’interno di alcuni contenitori sono state ritrovate delle bambole plasmate in argilla che richiamano le bambole vodoo, alcune a testa in giù. La polizia scientifica ha inoltre esaminato i contenitori sigillati con della cera che aveva conservato le impronte digitali appartenenti a una donna, quindi una maga, una strega forse... “.
“I virtuosismi prospettici” nella Chiesa di Sant’Ignazio, situata nella piazza omonima, dove l’ingegno del pittore e architetto Andrea Pozzo nel 1685 fece ideare un’immensa falsa cupola dipinta per la gioia dei Gesuiti e degli abitanti del quartiere Campo Marzio, i quali si erano opposti alla costruzione di una cupola che avrebbe oscurato il sole. “La profondità illusoria” della galleria architettonica del cortile del rinascimentale Palazzo Spada in piazza Capo di Ferro nel quale Francesco Borromini “ha ingannato per l’eternità l’occhio del visitatore”.
È stata la passione per l’arte e per Roma che ha guidato Gabriella Serio nella stesura del volume che rappresenta una sorta di caccia al tesoro nel quale brilla il volto terreno della Madonna dei Pellegrini di Caravaggio custodito presso la Cappella Corsini della Chiesa di Sant’Agostino. Quale sarà il segreto che nasconde le fattezze di questa splendida Madonna? L’autrice ci chiarisce quest’aspetto, dicendoci: “La Chiesa di Sant’Agostino era l’unica chiesa romana a essere frequentata dalle cortigiane, le quali sedevano nei primi banchi della chiesa per non attirare gli sguardi dei fedeli. Alcune cortigiane furono sepolte nella chiesa, perché amanti di uomini importanti dell’epoca. Nel corso dei secoli ogni traccia delle cortigiane è stata fatta sparire dal luogo sacro, ma esiste ancora una cortigiana. È Maddalena Antoniozzi che fu utilizzata da Caravaggio come modella per la sua Madonna dei Pellegrini. Il dipinto suscitò grande scandalo non solo perché tutti allora riconobbero la modella, ma perché il quadro era fortemente realistico. Una Madonna non più circondata da un’aura di sacralità, ella sembra tenere in braccio il suo bambino che si affaccia da una casa modesta della città. Al suo cospetto ci sono due poveri dai piedi sporchi”.
Gabriella Serio, archeologa, si è laureata in Topografia antica presso l’Università La Sapienza di Roma. Si occupa da anni di ricerche sul patrimonio storico – artistico di Roma. Ha pubblicato studi sull’argomento e collabora con periodici culturali. Lavora presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Autore: Gabriella Serio
Titolo: 101 tesori nascosti di Roma da vedere almeno una volta nella vita
Editore: Newton Compton Editori
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 14,90 euro
Pagine: 280