Solo poche altre città al mondo riescono a sorprendere e a penetrare nel profondo come Marrakech. A più di quarant’anni dalla pubblicazione, “Le voci di Marrakech” (Adelphi, 2004)) rievoca le vivide impressioni di un intellettuale occidentale di fronte ai contrasti e alle sensazioni suscitate da quest’angolo d’ Africa e dalla sua gente. Sgombriamo subito il campo da facili fraintendimenti. Questo libro non è un diario di viaggio: non troverete nessuna cronologia di fatti né l’asettica descrizione di una città, con i suoi monumenti e le sue piazze.
Per Elias Canetti il soggiorno nella città marocchina fu l’occasione per sospendere il lavoro su “Massa e potere“, giunto ad un punto morto, e lasciarsi alle spalle il vecchio continente. L’incontro con cenciosi questuanti, magnetici cantastorie ed enigmatiche donne velate diventa l’impatto, e il conseguente smarrimento, dell’uomo occidentale a contatto con i modi e le condizioni di vita di una cultura altra. Inoltrandosi tra le stradine polverose del Mellah, immerso tra i colori e gli odori dei suk, in quel momento Marrakech rappresenta per l’autore lo specchio di sé: “Gli altri, la gente che ha sempre vissuto là e che non capivo, erano per me come me stesso“; ogni frammento della città è un’esperienza che lo attraversa, lasciandolo incapace di comprendere e dare significato a ciò che si manifestava ai suoi sensi.
Grazie ad una narrazione intima, quasi rivolta a se stesso, l’autore ha fermato e saputo restituire l’ istantaneità di un’esistenza complessa, guardando al di là dello sporco e della miseria, fermandosi ad ascoltare storie e aneddoti di luoghi e persone. La forza suggestiva delle descrizioni, la loro composizione scorrevole, scevra da giudizi di valore e lontana dai resoconti di reportages, permette al lettore di cogliere aspetti sociali e umani carichi di pathos anche laddove sembrano non esistere.
Nonostante sia passato più di mezzo secolo da quel soggiorno, “Le voci di Marrakech” resta il ritratto più fedele di una città misteriosa e sfuggente.
Elias Canetti (1905-1994), ultimo grande intellettuale cosmopolìta della cultura mitteleuropea. Autore prolifico ed eclettico, deve la sua notorietà al saggio “Massa e potere”. Nel 1981 gli è stato attribuito il Premio Nobel per la letteratura. Tra le sue tante opere ricordiamo: Auto da fé (1935), Massa e potere (1960), Potere e sopravvivenza (1974), La coscienza delle parole (1976), La lingua salvata (1977), La provincia dell’uomo (1978), La tortura delle mosche (1992).
Voto: 8
Titolo: Le voci di Marrakech
Autore: Elias Canetti
Data di pubblicazione: 1967
Pagine: 126
Prezzo: 8,00 Euro