“Aveva fatto irruzione senza preavviso…” pronunciando due semplici parole “Sono Clara”. È “Notti bianche” (Guanda, 2011) di André Aciman. Il libro è una delle prime pubblicazioni nel nuovo anno della casa editrice.
In una New York notturna color “viola – argento” che appare “incorporea, distante e ultraterrena” un uomo e una donna la sera della vigilia di Natale s’incontrano per sbaglio o per caso in un appartamento dell’upper class pieno di sconosciuti.
Tra Clara e quest’uomo sulla trentina s’instaura immediatamente un rapporto di attrazione reciproca e di schermaglie amorose. È un sottile gioco di sguardi, allusioni, parole dette e sottintese. Una bufera di neve imperversa a New York su Riverside Drive e sulle rive gelate dell’Hudson e su questa magica serata “in cui una certa persona aveva fatto il suo ingresso come una ventata”. Sta nascendo un amore sotto gli occhi curiosi e incantati del lettore tra la paura di lasciarsi andare e il desiderio di assecondare una passione forse unica, perché assoluta. “Sono Clara, significava ti conosco già e non è roba da poco, pensaci bene prima di dire che non c’è lo zampino del fato”.
Eight White Nights è l’ultimo romanzo – capolavoro di Aciman nato in una famiglia ebraica – sefardita di origini turche. La sua è una scrittura elegante, ricercata e velatamente sensuale che ricorda l’atmosfera cosmopolita di Alessandria d’Egitto dove l’autore è nato. Chiamami col tuo nome precedente romanzo rivelazione di Aciman narrava la storia della nascita dell’amore tra un adolescente e uno studente americano in una splendida villa della Riviera ligure durante una calda estate. Una sincera riflessione sul proustiano tempo perduto e sul desiderio, un romanzo di formazione. In Notti bianche che esce oggi 13 gennaio invece l’atmosfera dostoevskiana, percorre tutte le pagine del volume, dove l’ambientazione gioca un ruolo decisivo. L’inverno newyorkese rende il paesaggio irreale, incantato, fiabesco. La neve ricopre ogni cosa: le strade, le macchine, i parchi di Manhattan.
Non conosciamo il nome dello io narrante del romanzo, però sappiamo che l’uomo e Clara incontratisi casualmente si sono riconosciuti subito. Del resto lui dopo pochi minuti di dialogo è già “innegabilmente innamorato perso”. Clara è bella, interessante per “come vedeva le cose e le rigirava”. Egli già la venera ma il suo è un atteggiamento guardingo, perché teme che l’incanto possa terminare di colpo, proprio così com’era iniziato. Basteranno otto sere, tante quanti sono i capitoli del romanzo, per far capire ai due protagonisti se il sogno è destinato a spegnersi per sempre o se invece la felicità è dietro l’angolo? Nell’ultimo giorno dell’anno i dubbi forse saranno sciolti.
“Un intero attimo di beatitudine! È forse poco, anche se resta il solo in tutta la vita di un uomo?”. Così si esprime l’impiegato sognatore delle notti bianche pietroburghesi di Dostoevskij pazzo d’amore per la sua Nasten’ka. “La vita prima. La vita dopo. Prima di Clara tutto sembrava spento, vuoto, provvisorio. Il dopo Clara mi eccitava e spaventava... ”. Sia nella Russia di metà Ottocento sia nell’odierna New York dal magico skyline due uomini rincorrono lo stesso sogno d’amore perché “nella vita non scartiamo né dimentichiamo nulla”.
“E’ tutto il giorno che ti penso, tutto il giorno”.
André Aciman insegna Letteratura Comparata alla City University di New York e vive con la famiglia a Manhattan. È autore di False Papers (2000) e curatore di The Proust Project (2004). Guanda ha pubblicato il romanzo Chiamami col tuo nome (2008) e il memoir Ultima notte ad Alessandria (2009).
Autore: André Aciman
Titolo: Notti bianche
Editore: Guanda
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 19,50 euro
Pagine: 457
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