Simone Perotti torna a scrivere. Dopo “Adesso basta“, un vero e proprio caso letterario su come si possa lasciare il lavoro e cambiare vita, facendo ciò che piace, ora è la volta di “Uomini senza vento” (Garzanti, 2010).
Non un saggio, ma un noir marinaresco e ambientalista. Tra vicende misteriose e figure enigmatiche, alla scoperta di nuove rotte per l’esistenza. Un po’ romanzo, un po’ autobiografia, dalle scrivanie della metropoli alle barche a vela.
Renato, un manager che vive a Milano ed ha la mania di navigare, riceve telefonate allarmanti da un amico che abita a Ponza, dove di solito il protagonista trascorre le sue vacanze. Sull’isola si verificano fatti strani: una nave nera appare e scompare, sono state erette costruzioni abusive e il muratore che le ha costruite è stato assassinato. Per di più il mare in alcuni punti appare di un inquietante colore rosso.
Renato decide di recarsi a Ponza, stanco della vita di Milano e dello stress dei mille incontri e contatti telefonici. Dopo aver vissuto giorni di vacanza rilassanti con gli amici, si trova a salvare con la sua barca una donna, inseguita da un uomo minaccioso con un coltello in mano.
Sarah, la ragazza misteriosa, chiede di essere portata in Corsica. E il protagonista si vede trascinato in una storia travolgente, coinvolto in problemi che mai aveva sospettato nella sua Milano. Tra balene ferite da salvare, organizzazioni ambientaliste, traffici illeciti, la misteriosa nave nera e una donna enigmatica, per Renato si impongono scelte nuove e una serie di avventure inaspettate. Saranno proprio il mare, simbolo per antonomasia di libertà, ma soprattutto l’incontro con Sarah ad aiutare il protagonista nel dare una svolta decisiva alla sua vita.
Simone Perotti in Uomini senza vento si rivela un appassionato del mare e della vela, capace di descrivere con grande abilità viaggi e paesaggi. Riesce a narrare una storia che si snoda via via e incuriosisce il lettore per le diverse prospettive che successivamente presenta. Un noir affascinante e coinvolgente in cui anche la figura femminile costituisce un lato misterioso e da scoprire, un input che spinge ad una esistenza nuova e liberatoria. Anche in quest’ultimo romanzo Perotti ripropone il tema del disagio di vivere e della volontà di cambiare. Il messaggio dell’autore è forte e chiaro: mutare è possibile, basta volerlo e seguire non solo il cuore, ma anche le occasioni che la vita presenta.
Simone Perotti (Frascati, 1965) ha fatto il manager per quasi vent’anni. Poi si è trasferito in Liguria per dedicarsi esclusivamente a scrivere e navigare. Fa l’affittabarche, lo skipper e l’istruttore di vela, trascorrendo circa quattro mesi l’anno in mare, ma anche qualunque altro lavoro che gli consenta di vivere. Ha collaborato con il Corriere della Sera, il Fatto Quotidiano e con riviste di turismo, mare, navigazione. È l’autore di Adesso basta (Chiarelettere, 2009), il primo libro italiano sul downshifting, divenuto un long-seller costantemente ristampato, da cui sarà tratto un film per il cinema. Ha pubblicato i libri di racconti Zenzero e nuvole e i romanzi Stojan Decu, l’altro uomo (Premio Cala di Volpe) e L’estate del disincanto, tutti editi da Bompiani. Con Vele (WhiteStar, 2008) ha vinto il Premio Sanremo. Il suo sito, www.simoneperotti.com, è diventato una community generazionale.
Autore: Simone Perotti
Titolo: Uomini senza vento
Editore: Garzanti
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 17,60 euro
Pagine: 291