“L’economia giusta” (Einaudi, 2010), l’ultimo saggio del compianto Edmondo Berselli, prematuramente scomparso nell’aprile scorso, è diverso da quelli che l’hanno preceduto, per il linguaggio, asciutto ed essenziale.
Ma non per la caratteristica dei contenuti, suggestivi ed anticonformisti come ci aveva abituato.
Le difficoltà in cui si dibatte l’economia, scrive l’autore, vengono da lontano, dalle teorie sbagliate degli studiosi e dalle cattive politiche, portate avanti da governanti convinti che con il liberismo finanziario si potesse produrre ricchezza. In realtà, vittime della “superstizione monetarista”, siamo sprofondati in una crisi tanto grave da portare all’impoverimento generalizzato, alla caduta dei livelli di occupazione e alla crescente disuguaglianza sociale.
Nel libro sono passate in rassegna le principali teorie socio-economiche degli ultimi due secoli – dal marxismo alla dottrina sociale della Chiesa, dal liberismo nelle sue varie forme al socialismo ed alla socialdemocrazia – e sono ripercorse criticamente le politiche di governo più significative, per giungere alla conclusione che tutte le esperienze hanno fallito, lasciandoci senza risposte per riemergere dalle spire della recessione. “Certamente non sarà più possibile tornare alla crescita ruggente, finanziarizzata, basata sulla Borsa, le banche, i derivati, il trading.” E aggiunge: “per il tempo che verrà ci vuole molto ottimismo per immaginare uno scenario favorevole”. “E ‘ probabile che assisteremo allo sviluppo di una società nevrotica, spaventata dalla crisi del welfare, incapace di guardare con sicurezza al proprio avvenire“.
Quale la via d’uscita? Berselli è dell’avviso che occorrerà guardare alla nostra storia, a quel modello renano e dell’economia sociale di mercato, realizzato dalle democrazie cristiane e dalle socialdemocrazie europee. Un percorso – avverte – che non riuscirà ad innescare di nuovo la “crescita ruggente all’americana”, ma proverà a resistere ai previsti scossoni dell’economia globalizzata. “Dovremo adattarci ad avere meno risorse, il mondo occidentale andrà più piano, con la conseguenza che anche noi dovremo rallentare”. Ma sarà anche l’occasione per perseguire finalmente l’obiettivo fin qui fallito dell'”economia giusta”, ovvero il raggiungimento di una distribuzione più equa della ricchezza, superando le scandalose sperequazioni odierne, provocati dai meccanismi economici fin qui operanti. ” Proviamoci“- conclude l’autore – “con un po’ di storia alle spalle, con un po di intelligenza e di umanità davanti“.
Edmondo Berselli (1951-2010) giornalista, editore e scrittore, intellettuale poliedrico, cultore di ogni aspetto della cultura popolare, è autore di un’infinità di articoli, saggi e libri, di cui ricordiamo, tra gli altri: “Sinistrati- Storia sentimentale di una catastrofe politica”, (Mondadori, 2010); “Operetta morale sugli intelligenti d’Italia”, (Mondadori 2009); “Post-italiani. Cronache di un paese provvisorio” (Mondadori 2004); “Quel gran pezzo dell’Emilia, terra di comunisti, motori, musica, bel gioco, cucina grassa ed italiani di classe” (Mondadori 2004); “Il più mancino dei tiri” Il Mulino,1995.
Autore: Edmondo Berselli
Titolo: L’economia giusta
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 10 euro
Pagine: 100
* Diritti dell’articolo di Roberto Bisogno
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