“Le luci nelle case degli altri” di Chiara Gamberale (Mondadori, 2010) brillano in via di Grotta Perfetta 315, in un “palazzo stretto e corto rosa e verde di Poggio Ameno”, un quartiere della periferia sud di Roma.
Il condominio abitato da famiglie di vario tipo, è illuminato dalla figura di Maria la giovane amministratrice del palazzo.
Anticonformista, svagata, di animo candido, Maria è adorata da tutti gli abitanti del condominio i quali si rivolgono a lei per chiedere consiglio, appoggio, amore, complicità e amicizia. In questa favola moderna, ma dal sapore antico Maria all’improvviso muore a causa di un incidente stradale. Finite le riunioni condominiali nell’ex lavatoio sotto il tetto del palazzo che assomigliano a una terapia di gruppo, finita la gioia e l’allegria e lo scompiglio legati alla presenza di Maria. La donna lascia in eredità la propria figlia di sei anni Mandorla, un’incantevole bambina, la quale con i suoi occhioni sgranati sul mondo osserva il comportamento degli adulti che la circondano. Nella lettera – testamento spirituale che Maria ha lasciato a Mandorla è scritto il segreto del suo concepimento “vorrei che tuo papà fosse un astronauta… e non un uomo come tanti, che abita in via Grotta Perfetta 315”.
Una sera di marzo nell’ex lavatoio quest’uomo “forse per noia forse per curiosità” ha fatto l’amore con Maria. Mandorla è il frutto di quell’incontro fugace. Tina Polidoro, Samuele e Caterina Grò, la coppia gay Paolo e Michelangelo, i fidanzati Lidia e Lorenzo e la coppia borghese composta dall’Ingegner Barilla e dalla consorte l’infermiera Carmela decidono di occuparsi tutti insieme della bimba, come se fosse figlia di tutti loro. Mentre passano gli anni, Mandorla sale le scale del palazzo passando da un interno all’altro raccontando in prima persona al lettore cosa si prova a osservare “le luci nelle case degli altri”, le loro certezze, i loro dubbi e i loro successi perché “dappertutto c’è del bene, dappertutto c’è del male”.
Romanzo corale dal finale sorprendente che parla al cuore di chi legge, perché affronta problemi e dinamiche attuali che riguardano ciascuno di noi. Uno stile coinvolgente lieve e diretto quello della scrittrice, la quale, anche con vari flash-back, fa emergere le personalità dei singoli personaggi. Un libro uscito da poche settimane e già arrivato alla seconda edizione.
“È che non c’è un posto dove si possa portare a riparare l’infanzia. Tanto più se ti è capitato di averne cinque”.
Abbiamo intervistato l’autrice.
“Viviamo tutti all’oscuro di qualcosa che ci riguarda”. È per questo che scrutiamo le luci nelle case degli altri?
“Anche, sì… Come se sapendo il più possibile di chi ci circonda, ci volessimo mettere al riparo dal mistero: non solo dal mistero degli altri, ma anche da quella parte di mistero insito in noi. Purtroppo e per fortuna è un’illusione voler controllare tutto con la consapevolezza e nel bene e nel male la vita avrà sempre più fantasia di noi, come testimonia Mandorla…”
“Di solito era sempre lei a far ridere gli altri”, così la piccola Mandorla ricorda sua madre. Chi è Maria?
“Maria è forse la vera protagonista del libro, anche se muore alla prima pagina… È una di quelle donne piene di difetti che però messi insieme formano un essere umano di cui impossibile non innamorarsi.”
Chiara, ci puoi descrivere brevemente le caratteristiche dei vari elementi del condominio di via Grotta Perfetta?
“Come in tutti i condomini di oggi, anche in questo a ogni piano si ricerca la felicità o comunque ci si mette al riparo dalle proprie paure, nelle maniere più disparate. Al primo piano ecco Tina Polidoro, una donna sola, con tutte le amarezze e le ricchezze della solitudine a una certa età. Al secondo ci sono Caterina Grò, avvocatessa brillante e donna capace d’infinita concretezza e Samuele, suo marito, che passa la giornata a maledire il mondo per il successo che non ha, trastullando la sua frustrazione fra velleità artistiche e la gestione di un blog. Al terzo Michelangelo e Paolo: una coppia omosessuale. Al quarto troviamo Lidia e Lorenzo, conduttrice radiofonica lei, scrittore affermato lui, entrambi più propensi ad amare la propria persona che quella dell’altro. Al quinto, invece, i Barilla: la famiglia ostinatamente tradizionale, formata da un padre, una madre e due figli.”
Possiamo definire questo tuo romanzo come quello della maturità?
“Senza dubbio è il libro a cui mi sono più interamente consegnata: di testa, di cuore e di pancia.”
Famiglie allargate, alternative con ruoli spesso da definire… nonostante ciò mai come adesso si sente la necessità nella nostra vita sociale di una famiglia alla quale tornare. Sei d’accordo?
“Questo libro vuole esprimere anche la speranza, per ognuno di noi, nella confusione che c’è, di centrare la nostra identità e di conseguenza la maniera che ci è più consona di vivere con e in relazione agli altri… Famiglia è dove famiglia si fa, sostiene Michelangelo. E io la penso come lui. Saltata l’imprescindibilità di un solo canone valido per tutti, rimane però il desiderio di qualcuno, di qualcosa che mentre tutto scorre e fugge, rimanga fermo lì dov’è.”
Le luci nelle case degli altri, perfetto plot per un film diretto da Ferzan Ozpetek. Cosa ne pensi?
“Ne Le fate ignoranti Ozpeteck ha rappresentato come forse nessun altro, in Italia, il bisogno di famiglia che c’è, nonostante la confusione sentimentale che ci agita, ma forse proprio grazie a quella confusione… Che dire? Sarebbe bello affidare a un regista cinematografico Mandorla e le sue famiglie, certo: sarei curiosissima di vedere che facce darebbe a ciascuno dei personaggi e che cosa farebbe di loro.”
Chiara, da vari anni sei ideatrice e conduttrice di programmi radiofonici e televisivi. Radio e televisione, quale si adatta meglio alla tua personalità?
“La scrittura, senza dubbio: e di conseguenza sia la radio che la televisione, se e quando mi consentono di trasportare e tradurre per il mezzo di comunicazione le atmosfere dei miei libri. In questo preciso momento a Io Chiara e l’Oscuro, su Radio 2, a proposito di condomini, mi sento a casa. Se casa è – e anche qui Mandorla insegna e impara – un posto dove soprattutto ci è possibile esprimerci davvero.”
Chiara Gamberale è nata a Roma, dove vive. Laureata alla Facoltà di Lettere Moderne di Bologna con una tesi in Storia del cinema ha pubblicato poco più che maggiorenne Una vita sottile (Marsilio 1999), ispirato a una vicenda autobiografica, ottenendo la ribalta in campo letterario. Seguono Color lucciola (Marsilio 2001) Arrivano i pagliacci (Bompiani 2003), La zona cieca (Bompiani 2008) Premio Selezione Campiello e Una passione sinistra (Bompiani 2009). È ideatrice e conduttrice di programmi radiofonici e televisivi come Gap (Rai1), Quarto piano scala a destra (Rai3) e Trovati un bravo ragazzo (Radio 24). Dal 2010 è in onda su Radio 2 con Io, Chiara e l’Oscuro. Collabora con La Stampa, Il Riformista e Vanity Fair.
Autore: Chiara Gamberale
Titolo: Le luci nelle case degli altri
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 20 euro
Pagine: 408