Il Salento, terra del rimorso, visto da Maria Brandon Albni: “Viaggio nel Salento“ (Kurumuny, 2010). Splendido libro che parla di una storia altra di una terra di ragni e morsi tarantolati. “Maria Brandon Albini affronta un grande tema del meridionalismo, quello della trasformazione sociale e culturale, in particolare delle classi più povere”.
“E lo fa assumendo una posizione critica, articolata, autonoma, una volta che è riuscita a sottrarsi da un lato al fascino dei luoghi e delle persone incontrate nelle regioni del sud italiano che così tanto ama, frequenta, studia, dall’altro a qualche profezia apodittica pronunciata da grandi intellettuali della sinistra italiana, relativa alla morte di quelle pratiche ed espressioni della cultura popolare che qualcuno ancora si ostinava a studiare. Brandon Albini legge invece i segnali di grande vitalità di quelle forme, che, oltretutto, nel dopoguerra hanno permesso un formidabile rinnovamento della produzione colta, dal romanzo alla poesia al cinema, che hanno sfruttato con larghezza temi e linguaggi del mondo popolare, riprendendo, peraltro la lezione di Verga, Pirandello, D’Annunzio. Data di discrimine è il 1945, quando finisce la guerra ed esce Cristo si è fermato a Eboli” (Eugenio Imbriani).
Sergio Torsello è un personaggio che definirlo giornalista è poco, sia perché significherebbe “cucirgli addosso” un vestito troppo stretto, sia perché ha un respiro lungo nello scrivere che sa di polvere e musica. Già, Torsello ha la fissa dell’etnografia antropica, lui è uno studioso di storia locale, di cultura popolare, svolge il ruolo d consulente dell’Istituto “Diego Carpitella” (in poche parole “Notte della taranta”), e in tutto questo muoversi e far muovere cultura è riuscito a pubblicare numerosi volumi, soprattutto con la casa editrice Besa come “La tela infinita. Bibliografia del tarantismo mediterraneo 1945 -2006” oppure la cura degli atti del convegno “Corpi danzanti. Culture, tradizioni, identità” risalente al 2009. Ora Sergio Torsello si assume un ulteriore (anche se piacevole) peso, ovvero quello di dirigere una collana per i tipi di Kurumuny dal titolo “Lo sguardo degli altri”. E il primo volume che cura personalmente è “Viaggio nel Salento” di Maria Brandon Albini. Libro splendido, che mi premuro di consigliare anche al di là dei confini salentini e a maggior ragione di quelli regionali pugliesi, soprattutto perché riesce a fornire più griglie di lettura sulla “terra del rimorso”, che vanno a mio avviso oltre gli studi di Ernesto De Martino, e ri/definisce in maniera più nitida le analisi antropologiche fatte da Gorge Lapassade.
Maria Brandon Albini, figura di spicco e rilievo della letteratura meridionalista del secondo dopoguerra, narra con stupore e delicatezza – con una non indifferente capacità di sentire la leggerezza e il brio del ritmo della parola e del suo creare visioni tra le pagine di un libro, ma anche con forte cipiglio scientifico che rende il tutto una lettura fondamentale – il suo “Viaggio” nel Salento. E sino all’ultima pagina si ha molta difficoltà nel capire se si leggono degli appunti, o delle notazioni di viaggio prese quotidianamente. L’autrice scende in un universo complesso dove si intrecciano antiche credenze e istanze della contemporaneità, dove le leggende s’intersecano con storie di santi e magici universi e rituali della cultura contadina. Maria Brandon Albini in questo lavoro si occupa della condizione delle donne nel Sud, della marcia forzata della modernità sul pervasivo e persistente sopravvivere delle tradizioni popolari, della pratica della lamentazione funebre, della lingua grika e del tarantismo, argomento quest’ultimo molto “appetitotoso” tra le pagine del libro in oggetto, se si pensa che un anno prima del suo viaggio in Salento, l’Albini aveva inviati nell’Italia del sud un amico francese, il fotografo Andrè Martin, il cui vedere ha spinto Ernesto de Martino a occuparsi del tarantismo salentino.
L’autrice si lascia orientare da guide sapienti, giovani studiosi, intellettuali e non solo: la sua, quindi, non è una conoscenza libresca, ma è un approccio critico che tiene conto delle situazioni e dei problemi reali. Questo breve resoconto di viaggio redatto con uno stile a metà strada tra reportage e cronaca, è l’istantanea preziosa di un mondo colto alle soglie del grande mutamento e l’Albini sembra chiedersi se il rinnovamento della società demolirà o meno la cultura tradizionale imperniata sul dialetto e sul folclore.
Sergio Torsello è giornalista pubblicista, studioso di storia locale e cultura popolare. È membro della Società di Storia Patria per la Puglia e consulente dell’Istituto “Diego Carpitella”. Ha pubblicato numerosi volumi, saggi e articoli sul tarantismo e la religiosità popolare salentina. Collabora alle pagine culturali del «Nuovo Quotidiano di Puglia», alle riviste «Apulia», «Note di storia e cultura salentina», «Archivio di Etnografia». Tra le sue pubblicazioni più recenti, La tela infinita. Bibliografia del tarantismo mediterraneo 1945 -2006, Besa, Lecce 2006, e la cura degli atti del convegno Corpi danzanti. Culture, tradizioni, identità, Besa, Lecce 2009.
Autore: Sergio Torsello (a cura di)
Titolo: Viaggio nel Salento
Editore: Kurumuny
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 8,50 euro
Pagine: 70