Con i suoi settant’anni di vita, cinquantasei in Italia, la televisione è divenuta parte integrante della storia individuale e collettiva: televisori, circuiti, frammenti di trasmissioni e fotografie di personaggi sono elementi costitutivi della storia del mezzo ma anche della nostra cultura.
“Tracce – Atlante warburghiano della televisione” (Link Ricerca, 2010), curato da Fausto Colombo, cerca di raccontare questo universo da una prospettiva originale, offrendo un percorso nella storia del piccolo schermo attraverso le immagini – le tracce, appunto – che lo hanno reso più celebre.
L’impianto del volume si ispira al lavoro dello storico dell’arte tedesco Aby Warburg, che nel 1929 presentò a Roma il progetto di un atlante illustrato sulla permanenza delle antiche divinità nella cultura europea moderna, e si propone di riconsiderare il mezzo televisivo nell’epoca del passaggio dall’analogico al digitale e del suo assorbimento all’interno di spazi e tempi prima impensabili, come il web o il telefono cellulare. In continuità con la provocazione intellettuale del contenuto, anche la veste grafica del volume, curata dall’art director Marco Cendron, è stata pensata in modo originale al fine di renderlo un oggetto di design e non solo un testo per studiosi.
Il volume si articola in tre sezioni (Materiali, Rituali e Flussi) che inseriscono il piccolo schermo all’interno delle forme culturali contemporanee e rendono espliciti i suoi legami con la tecnologia, l’arredamento, le arti grafiche, la letteratura, il teatro e gli altri media. Ciascuno dei saggi che lo compone è accompagnato da una cartina-collage che ne raccoglie le immagini più significative e affianca la lettura dei testi, affidati a studiosi come Alberto Abruzzese, Piermarco Aroldi, Giuseppina Baldissone, Andrea Bellavita, Manolo Farci, Luca Massidda, Giorgio Simonelli e Matteo Stefanelli. Si passa, quindi, da considerazioni sulla materialità del mezzo televisivo per procedere a riflettere sui riti di visione e approdare, infine, ai flussi di narrazione e alle caratteristiche di racconto comuni alla letteratura e gli altri media, come i temi ricorrenti e le modalità narrative.
L’intero percorso è inserito nella cornice delle immagini di una delle più grandi istituzioni culturali di Milano, la Biblioteca Ambrosiana, ritratta per l’occasione dal fotografo Jacopo Benassi e scelta perché fu una delle biblioteche in cui Warburg ambientò le composizioni di immagini del suo “Bilderatlas”.
Fausto Colombo si occupa di innovazione tecnologia e storia dell’industria culturale italiana, a cui ha dedicato il libro “La cultura sottile. Media e industria culturale italiana dall’Ottocento ad oggi” del 1998, e dirige l’Osservatorio sulla Comunicazione presso l’Università Cattolica di Milano, dove è ordinario di Teoria e Tecnica dei Media.
Autore: Fausto Colombo (a cura di)
Titolo: Tracce – Atlante warburghiano della televisione
Editore: Link Ricerca
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 25 euro
Pagine: 160
* Diritti dell’articolo di Elisabetta Locatelli