Indomita, coraggiosa, di forte temperamento ma soprattutto viaggiatrice temeraria. Tutto questo e molto di più fu Elisabeth la straordinaria protagonista de “L’Odissea di Elisabeth Marsh“ (Einaudi 2010) di Linda Colley.
In un’epoca, il Settecento fatto di taffettà, mussolina sgargiante e voulant nel quale le donne erano considerate come silenzioso ornamento, la nostra eroina fece del mondo la sua casa.
Il primo viaggio Elisabeth lo intraprese nel grembo materno quando nel 1735 i suoi genitori salparono dalla Giamaica, destinazione Inghilterra. Per comprendere il carattere e la personalità di questa donna singolare bisogna descrivere il padre Melbourne Marsh falegname sulla Kingston, nave ammiraglia della Royal Navy la quale aveva il compito di impedire gli assalti spagnoli alle navi inglesi che trasportavano merci. L’uomo “dall’intelligenza tenace” era arrivato in Giamaica a Port – Royal, dove aveva sposato Elisabeth Bouchier “frutto di una mescolanza di razze”. Elisabeth nacque a Portsmouth “antica città fortificata” il 20 settembre del 1735. La città era allora “uno dei principali centri del potere statale e dello sviluppo imperiale inglese” e “principale centro di deposito della Compagnia delle Indie Orientali al di fuori di Londra”. Qui la giovane restò impressionata dall’atmosfera che ruotava intorno a lei: il porto con i marinai e i magazzini, il movimento di gente e di suoni, gli odori forti e speziati. Su di tutto incombeva la presenza e la potenza della Royal Navy. Elisabeth ereditò dal padre non solamente “il bell’aspetto e la forza fisica” ma anche l’amore per la conoscenza e per il sapere.
A diciannove anni la ragazza conosceva il francese, la matematica, la contabilità, la musica e il canto. Amava la lettura e il mare “sin dall’infanzia”. Nel 1755 la famiglia Marsh si trasferì a Minorca “isola mediterranea rocciosa” dove Melbourne era diventato funzionario navale. Minorca era allora di fondamentale importanza dal punto di vista strategico: infatti, proprio da quest’isola si controllava e si dominava il Mediterraneo occidentale. Nel 1756 però Elisabeth si era già stancata di Minorca e ottenne dai genitori il permesso di tornare in Inghilterra. Lei quindi salpò sull’Ann, ma la nave fu attaccata e sequestrata da un incrociatore marocchino. I prigionieri venero condotti sulla nave corsara che sbarcò a Salé sulla costa atlantica del Marocco. Sempre prigioniera Elisabeth arrivò a Marrakech al cospetto del sultano Sidi Muhammad. Il sultano “dopo averle garantito la sua stima e protezione, la lasciò andare”. A vent’anni Elisabeth aveva già vissuto un’avventura da mille e una notte che avrebbe raccontato in un libro di memorie, ma ancora molti viaggi e altrettante favolose avventure avrebbero atteso questa infaticabile globe – trotter ante litteram.
Nella premessa di Ordeal of Elisabeth Marsh Lynda Colley scrive che il suo libro “traccia la storia di un mondo in una vita e di una vita nel mondo”. Il Settecento illuminista e rivoluzionario visto attraverso lo sguardo curioso e arguto di una donna vissuta tra il 1735 e il 1785 che “viaggiò per mare” visitando quattro continenti, “spingendosi in luoghi remoti e correndo più rischi di qualsiasi altra donna a lei contemporanea”. L’autrice, considerata una delle più originali storiche inglesi del nostro tempo, ha il merito di aver fatto conoscere al grande pubblico l’esistenza finora nascosta di un’eroina dai contorni leggendari, la prima donna a scrivere e pubblicare un libro in lingua inglese sul Marocco. Grazie a documenti, testimonianze e al memoir di Elisabeth, foto, dipinti e mappe antiche che si trovano al centro del libro Linda Colley ha il potere di affascinare il lettore che comprende di sfogliare un volume insolito romanzo, saggio, insostituibile documento di un’epoca. Ne viene fuori la mappa di un mondo che la protagonista sembra tenere nel palmo delle sue mani.
È anche la storia del periodo aureo dell’Impero coloniale britannico rappresentato dalla fulgida descrizione degli avi e di tanti altri cugini di Elisabeth “tutti costruttori di navi, marinai e cartografi”. Dal matrimonio con James Crisp astuto mercante marittimo di vino, rum, zenzero e anche di schiavi, con il quale Elisabeth conduceva una vita lussuosa a Londra fino al viaggio verso l’India per raggiungere insieme alla figlia il consorte. Tutto è dettagliatamente raccontato nel volume. James Crisp dopo aver subito un rovescio finanziario fu nominato dalla Compagnia delle Indie orientali agente del sale a Dhaka in Bengala. La ruota della fortuna girava nuovamente in favore di Elisabeth e James ma nonostante ciò la donna non era felice. Nel 1774 Mrs Crisp riprese a viaggiare nella speranza che le crisi di malinconia abbandonassero il suo animo. Per terra e per mare Elisabeth stette lontano da casa ben diciotto mesi. Nel 1779 James Crisp morì quasi in miseria a causa della crisi del commercio del cotone, merce che il mercante aveva finora esportato in Asia occidentale, centrale e sud – occidentale.
Tutto ciò che egli possedeva, fu battuto all’asta. Elisabeth nel frattempo dopo aver raggiunto il padre ancora in vita a Portsmouth tornò a Madras nel 1780. Quando la donna si accorse di avere un tumore al seno si recò a Calcutta e si fece operare da un medico europeo. Terribile è la descrizione dell’operazione fatta senza anestesia. I sogni e le avventure di una viaggiatrice instancabile come recita il sottotitolo del libro, ebbero termine il 30 aprile 1785 a Calcutta. Un viaggio verso l’ignoto, verso la conoscenza per spostare sempre in avanti il traguardo di un percorso verso ciò ancora a lei sconosciuto, questo fu Elisabeth Marsh novella Ulisse del XVIII secolo. “Elisabeth era profondamente curiosa, sottile e interessata alle cose… attaccata ai figli e ala famiglia d’origine, ma sentiva di tanto in tanto il desiderio di allontanarsene; era egoista e spietata nello stesso tempo, e sempre capace di riprendersi da una crisi, da un disastro, alla ricerca di cose nuove”.
Linda Colley, storica inglese, ha insegnato alla Princeton University, a Cambridge, a Yale, e ora alla London School of Economics. Scrive per Il Guardian, la New York Review of Books e The Nation. Einaudi ha pubblicato Prigionieri (2004).
Autore: Linda Colley
Titolo: L’Odissea di Elisabeth Marsh
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 22 euro
Pagine: XXII – 349