Nel romanzo “L’antiquario“ (Einaudi Stile Libero, 2010) di Julian Sanchez, traduzione di Vittoria Martinetto e Thais Siciliano, “era il 22 aprile, vigilia della festa di Sant Jordì”.
Nella Barcellona odierna che conserva nell’atmosfera quell’alone di mistero e di esoterismo che la rendono una città unica al mondo, nel carrer de la Palla, “lo stretto vicolo” che si trova nel quartiere storico degli antiquari, il sessantenne Artur Aguader si trovava nel suo negozio.
Immerso tra i suoi libri e i tanti oggetti, l’illustre libraio e antiquario, filologo e storico autodidatta non sembrava quasi accorgersi della luminosità della giornata primaverile. Aguader dalla figura esile e giovanile “portava al dito un pesante anello d’oro con un’incisione sul dorso: una A gotica, sigillo e simbolo, per generazioni, della casata degli Aguader”. L’uomo era intento nello studio di alcuni manoscritti, la passione di tutta la sua vita. Il suo sguardo profondo che rivelava “l’amore che nutriva per il proprio mestiere” ogni tanto vagava per l’ampio salone, il suo regno, diviso in tre ambienti: il negozio pieno di sculture, dipinti, libri mescolati tra loro; lo studio su di un soppalco in fondo al salone dove si trovava un pregiato secrétaire del XVIII secolo in legno di noce con intarsi e decorazioni di bronzo e infine l’ampio magazzino “comunicante con il negozio attraverso un imponente portone di legno”. In tutto l’ambiente si sprigionava l’aroma dell’incenso e del sandalo che ardevano in un piccolo braciere. L’antiquario era eccitato per la scoperta casuale di un antichissimo manoscritto scritto in latino medioevale, annotato in catalano seicentesco redatto dall’architetto Pere Casadevall magister principalis operis ecclesiae il quale “tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo, ha collaborato all’opera di costruzione della cattedrale agli ordini di altri architetti…”.
Il manoscritto apparteneva al lotto della famiglia Bergués la cui intera biblioteca antica era stata acquistata da Aguader. Il bibliofilo, vicepresidente della corporazione degli antiquari, aveva mostrato ai suoi amici antiquari il libro antico rilegato in vitello e dalla copertina in stile gotico. Il manoscritto nasconde un segreto mantenuto per secoli e il messaggio cifrato che lo contiene parla di una gemma, uno smeraldo. La Cabala ebraica la chiama la Pietra di Dio “un oggetto mistico, con poteri magici”. Artur intuì subito che il manoscritto era ambito a molti, quindi lo nascose nel suo studio e subito dopo scrisse al figlio adottivo. Artur però fu assassinato dentro il negozio da una persona che conosceva. “Non posso lasciarti vivere. E non fa onore al vincitore prolungare l’agonia del vinto”. Il figlio adottivo di Aguader lo scrittore Enrique Alonso con l’aiuto dell’ex moglie Bety e di un abilissimo filologo iniziò a decifrare l’antico volume mentre il commissario Fornells era stato incaricato di far luce sull’efferato omicidio.
El Antiquario, romanzo storico/thriller/giallo bibliofilo rivelazione di uno scrittore alla sua prima prova letteraria. Ritornano le atmosfere gotiche, misteriose, esoteriche che i lettori avevano amato nella libreria dei Sempere padre e figlio, protagoniste de L’ombra del vento di Zafon. Anche la cattedrale della città catalana gioca un ruolo importante considerato che l’autore del manoscritto era uno dei primi architetti della costruzione. Quelle stesse suggestioni presenti ne La catedral del mar dell’avvocato/scrittore Ildefonso Falcones il quale aveva ritratto la società catalana del XIV secolo.
Lo stile dell’autore è scorrevole, accattivante e raffinato. Julian Sanchez conduce il lettore nel ventre di Barcellona, uno dei maggiori porti commerciali e turistici d’Europa, la quale è stata nei secoli una porta verso nuovi mondi da scoprire. Enrique dopo l’assassinio del padre è tornato nei luoghi della sua infanzia. Si era trasferito a San Sebastian nei Paesi Baschi sfogando la sua inquietudine scrivendo e veleggiando con la sua compagna di avventure: la barca Hispanola. A Barcellona l’uomo ritrovò nell’elegante Rambla de Catalunya la casa, dove abitava con i genitori prima che morissero in un incidente stradale, l’Istituto dei Salesiani di Rocafort “una scuola cattolica che all’epoca gli sembrava enorme”, Placa de la Catedral da dove sbuca il vicolo dove si trova il negozio di Aguader. È un tuffo nel passato per Enrique e la statua di Cristobal Colon con il dito puntato verso un nuovo continente da conquistare che si trova nel Porto Antico sembra indicare al protagonista la rotta verso un nuovo futuro che lo attende. Ritroverà l’amore tra le braccia rassicuranti della bionda Bety dagli occhi verdi o scoprirà nuovi orizzonti con Mariola bellezza “dai tratti tipicamente catalani”?
La figura più affascinante è quella di Artur Aguader, il suo gusto squisito e il suo carattere onesto e generoso che il lettore scopre attraverso i mobili che ha lasciato a Enrique, conservati con cura nel magazzino/museo che riflettono il profondo amore che il bibliofilo aveva per il suo lavoro. “Gesti lenti, come la sua vita, ma anche intensi; amava quello che faceva, e stare qui gli dava un intimo piacere”.
Julian Sanchez è nato a Barcellona nel 1966 e vive a San Sebastian. Ha un passato da arbitro di basket nella lega professionistica spagnola e lavora da dieci anni in un importante laboratorio farmaceutico.
Autore: Julian Sanchez
Titolo: L’antiquario
Editore: Einaudi Stile Libero
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 19,50 euro
Pagine: 468