«Gli arpeggi si ripetevano, /continuamente,/ si ripetevano./ I suoni crescevano./ Rumori./ Sibili di venti lontani./ I canti mai cantati/ dritti al cuore./Gli occhi chiusi senza un motivo,/umidi senza un motivo,/ o forse un motivo che non ricordavi.» Sono i versi di Leandro Picarella in “Mai lontano dall’istante” (LietoColle, 2010).
L’Istante è una vera e propria catastrofe per quanti ritengono prezioso il Tempo, sia perché viene messa a dura prova la forza e la possibilità del pensiero stesso, sia perché esso è il vero e proprio “point breack” del logos filosofico e poetico dell’uomo, la pietra d’inciampo, che fa capitombolare la logica lasciando libero spazio e arbitrio al Caos.
Nell’Istante la Poesia ad esempio prende in visione ogni singolo accadimento del reale, lo riempie di significato e luce, tanto da nascondere tutte quelle deboli prospettive dell’anima che non sono in grado per propria forza di guardarsi allo specchio del proprio io poetante e superarne i confini. Sulla metrica dell’Istante esce ora per LietoColle una bella raccolta di versi di Leandro Picarella, dal titolo emblematico di “Mai lontano dall’istante“.
Il volume si compone di cinque sezioni, rispettivamente TRINACRIA, FRAGILEMARE, ULTIMO STRATO DI PELLE, SCALFITTURE, CENTO GIORNI E CENTO NOTTI. Leandro Picarella è nato ad Agrigento nel 1984. Dal 2006 vive e lavora a Firenze. Ha vinto nel 2009 il premio letterario Vita Nova di Lido Adriano (RV). “Mai lontano dall’istante” è la sua opera prima. Si tratta di poesie che pongono problemi e domande a chi vuole imparare a capire la vita. E se si segue la strada tracciata dall’autore, bisogna star pur certi che ci si imbatterà in percorsi non sempre agevoli, anzi forse pericolosi, e compagni di viaggio che quasi mai saranno solidi appigli o spalle a cui affidarsi nei momenti di difficoltà.
I versi di Leandro Picarella non sono certo componimenti d’occasione, oggi nella poesia italiana facile diletto di molti maratoneti del verso; non sono attimi di riflessione tardo-romantici o vagheggiamenti arcadici di un cuore spaesato dalla complessità del contemporaneo. Ci troviamo dinanzi ad una scrittura per/versi dove dall’oscurità di una solitudine abissale, si avverte il ritmato pulsare del sangue nelle vene, nelle viscere che per troppa vitalità e gioia fa sobbalzare il cuore nel leggerla. Ora il lavoro di Leandro Picarella, è fondamentalmente un progetto di ampio respiro su luoghi, visi, vicissitudini che partono dal proprio tracciato biografico, dal proprio bagaglio esperienziale ma che poi divengono “cosmo” grazie ad un purissimo lamento poetico che sa di acqua, aria, terra e fuoco. E sebbene tali elementi in molta letteratura esoterica siano indispensabili al controllo dello spazio e del tempo, anche tra le poesie di questa riuscita raccolta i quattro elementi sono chiavi di volta per il controllo della creazione poetica, della sua immagine, al fine di rendere il prodotto finito un piccolo gioiello di nitore e armonia.
“Mai lontano dall’istante“, è un’opera riuscita che consigliamo vivamente di leggere e gustare, soprattutto perché vuole dire la sua su uno dei temi eterni della Poesia: l’hic et nunc, ovvero il qui e l’ora, mai veramente definibile, mai veramente ponderabile. La prefazione è a cura di la prefazione di Valerio Nardoni.
Atmosfere mediterranee e una forte carica poetica caratterizza questa nuova pubblicazione della sempre più brava LietoColle. I fan della buona poesia non potranno che apprezzare anche questo esordio, splendido e vigoroso.
«Ti chiuderò le labbra/ con le mie dita./ Una tenaglia serrerà il morso,/ diventerai muta./ Ti chiuderò gli occhi con i palmi./ Diventerai cieca/ e tutto sarà nero tranne il mio profilo./ No, non vorrai ascoltare./ Sarai muta e cieca./Nuda volontà assopita.»
Autore: Leandro Picarella
Titolo: Mai lontano dall’istante
Editore: LietoColle
Anno di pubblicazione: 2010
Pagine: 74
Prezzo: euro 13,00
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