La comunità vive secondo i dettami dell’Interno; l’Interno è una manifestazione diretta della volontà del Nocchiere ed il cittadino una sua proiezione mentale: tutto ciò che il cittadino vede e fa ha luogo unicamente perché il Nocchiere vuole che sia così. Bastano poche righe per dare un assaggio concreto de “La dottrina“(Magic Press), 2010 immaginata da Alessandro Bilotta e Carmine di Giandomenico.
Un ambiente distopico in cui il tiranno ha davvero preso in mano le redini della società civile, asservendola completamente ed indirizzando ogni sua energia verso la produttività e l’utilità: il mondo del Nocchiere corre così velocemente che fermandosi a pensare si compie “reato di immaginazione” e là dove non arriva la suggestione interviene la violenza. I Professori (elementi dal volto coperto identificati unicamente da un numero) hanno infatti il compito di controllare che tutto proceda nella giusta direzione e godono di una pressoché totale licenza di uccidere: a farli scattare può essere una conversazione inopportuna, un ritardo ingiustificato o un qualunque comportamento non conforme ai dettami dell’Interno.
La totalità dei cittadini sembra ormai assuefatta alla dottrina vigente: gli entusiasti ed i privilegiati godono della sicurezza e del benessere offerti dal regime, mentre pochi elementi dotati di senso critico pensano soltanto a sopravvivere, cercando di condurre la propria esistenza nell’anonimato.
In quello che potremmo definire un romanzo corale in cui le singole individualità si stanno lentamente fondendo/annullando, emergono alcune piccole anomalie che gli autori seguono con particolare attenzione: Zaccaria sente sempre più l’oppressione del Nocchiere, inizia a dubitare del suo Verbo ed arriva ad interrogarsi sul reale valore di un’esistenza in cui la spontaneità sia negata e la felicità sia indotta; Anco è un “Primo della classe” (ovvero un elemento che gode di particolari benefici svolgendo lavori fuori dall’ordinario) che cerca di garantire una vita appena più serena alle persone che lo circondano; infine La Smorfia, uno strano essere mascherato semi-trascendente, in grado di abbattere i Professori come se fossero mosche e di utilizzare il fuoco (elemento detenuto unicamente dall’Interno), sembra battersi disperatamente per rovesciare la tirannia e ridestare le coscienze sopite dei cittadini.
Ma questa graphic novel non si esaurisce nel racconto, è anche un’esperienza di meta-fumetto più unica che rara, un palese omaggio all’arte e alla letteratura futurista/fascista, una terapia a puntate che vuole portare ognuno di noi a scoprire se stesso: da un lato segue con tenerezza le timide pulsazioni dei pochissimi cuori liberi rimasti in circolazione, svelando i limiti e l’infinita ipocrisia propri di ogni totalitarismo, dall’altro ci mostra un “potere onnipotente”, apparentemente in grado di prevedere ogni rivolta (compresa quella della Smorfia?) e addirittura di autorizzare la diffusione del prodotto La dottrina, nella forma ritenuta più consona per non creare turbamento nell’animo di alcuno.
Al lettore, ora immerso ora straniato dal testo, non resta che trarre le proprie conclusioni, per poi chiedersi se siano quelle preventivate.
Autore: Alessandro Bilotta, Carmine di Giandomenico
Titolo: La Dottrina
Editore: Magic Press
Anno di pubblicazione: Volume 4 nel 2010
Prezzo: 8 euro
Pagine: 64
* Diritti dell’articolo di Gabriele Blandamura