Media, tecnologie e vita quotidiana: la domestication” (Carocci, 2010) ripercorre la relazione tra mezzi di comunicazione e vita quotidiana sin dalle sue origini, ne analizza l’evoluzione e apre uno scorcio sul nuovo scenario attuale.
La domestication presentato da Cola, Prario e Richeri, si presenta come uno strumento di analisi che offre un punto di vista sugli aspetti che mettono in relazione media, individui e famiglie, in un contesto tecnologico in continua trasformazione.
Le tecnologie dell’informazione sono componenti centrali della vita domestica e sostengono le relazioni sociali, private e pubbliche. Sulla base di questo assunto ha preso il via l’elaborazione nell’ambito degli studi sui media britannici a fine anni Ottanta. Punto di riferimento teorico importante per analizzare e descrivere i processi di appropriazione e incorporazione delle tecnologie mediali nei contesti familiari, questi studi fondano le proprie radici nella ricerca Household Uses of Information and Communication Technologies (Roger Silverstone, 1987). Comprendere i fattori sociali e culturali e la loro influenza sull’adozione e l’uso delle nuove tecnologie all’interno delle famiglie e delle unità domestiche era una delle esigenze primarie della ricerca, al fine di contribuire al dibatitto politico e accademico. Nel testo vengono analizzate in dettaglio da dove sono nate le idee e la necessità di indagine, a quali teorie si è ispirata, quali sono i risultati emersi.
Le modalità di realizzazione della ricerca sono oggetto di studio del secondo capitolo, dove viene vista in dettaglio la metodologia di ricerca. Viene presentato l’approccio etnografico, la scelta e il reclutamento delle famiglie, il ricorso alla triangolazione, fino a descrivere gli strumenti utilizzati, quali l’intervista preliminare, l’osservazione partecipante, il diario time-use, grazie a cui i partecipanti potevano annotare le attività svolte durante la giornata.
L’evoluzione del concetto di domestication ha in seguito assunto diverse connotazioni, a seconda delle localizzazioni geografiche dei ricercatori. Qui vengono illustrate le principali tappe che ne hanno contraddistinto gli studi negli anni Novanta fino al nuovo millennio: in Gran Bretagna, con le famiglie di telelavoratori, le monoparentali e quelle di giovani anziani; in Norvegia, dove la domestication è analizzata come co-produzione del cambiamento sociale e tecnico, fino a citare alcuni studi in Olanda, in Belgio, fuori Europa e in Italia, grazie alla ricerca condotta da Scifo sul telefono cellulare (2005).
E’ l’evoluzione delle unità domestiche il nodo centrale di queste trasformazioni, proprio perché ne sono il contesto principale di fruizione: tendenzialmente virtuali, hanno visto aumentare il numero di TIC (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione) in una stessa unità, sviluppando la “cultura locale e personale” (cosiddetta della camera da letto), mentre altre tecnologie, come il cellulare e Internet, hanno sviluppato un legame con lo spazio sociale pubblico. Il mezzo in cui l’innovazione si presenta in maniera più estesa e diversificata è la televisione, per le nuove forme che si sono sviluppate, come la televisione digitale, le offerte proposte e l’uso da parte dei telespettatori.
Il nuovo scenario ha preso avvio anche da scelte politiche, che hanno portato alla moltiplicazione dei canali, alla diversificazione delle piattaforme tecniche (iptv, satellitare, digitale terrestre, …), a nuove modalità di finanziamento e di offerte per l’accesso ai programmi da parte delle famiglie (on demand, pay tv, servizi interattivi). Diversi sono gli effetti sulle “famiglie multicanale”: la modificazione dei comportamenti di consumo, di fronte a una scelta sempre più vasta di programmi; il diverso rapporto tra contenuto e contenitore, per la diversità di supporti, canali, terminali; le forme di pagamento diretto, oltre a quelle pubblicitarie; la frammentazione del consumo.
Proprio la frammentazione porta a numerosi effetti positivi: l’apertura del mercato e migliori condizioni di accesso e fruizione, portando la tv da una sua originaria funzione integratrice a una diversificatrice e separatoria. Così come per la tv, anche per gli altri nuovi media l’evoluzione non sta solo nella tecnologia, ma soprattuto nell’accoglienza e nel grado di diffusione che le persone operano, senza di cui il cambiamento non si manifesterebbe in tutta la sua estensione.
Marta Cola è ricercatore all’Istituto Media e Giornalismo, Università della Svizzera italiana, dove insegna Ricerca sui media.
Benedetta Prario è ricercatore all’Istituto Media e Giornalismo, Università della Svizzera italiana, dove è co-docente di Organizzazione della produzione multimediale.
Giuseppe Richeri è professore ordinario di Economia e politica dei media all’Università della Svizzera italiana, dove dirige l’Istituto Media e Giornalismo e l’Osservatorio sui media e le comunicazionei in Cina.
Autori: Marta Cola, Benedetta Prario, Giuseppe Richeri
Titolo: Media, tecnologie e vita quotidiana: la domestication
Editore: Carocci
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 10 euro
Pagine: 112