“Supermarket 24” (Camelopardus, 2010) di Matteo Grimaldi, definisce il tempo e il luogo in cui si sviluppa l’epopea di Luca Sognatore: le tanto attese 24 ore del primo giorno di lavoro come commesso in un qualsiasi supermercato aquilano. L’autore abruzzese, al secondo romanzo dopo “Non farmi male” (Kimerik, 2009), in un questo dialogo ci racconta l’idea del suo nuovo romanzo, lo stile di scrittura, la realtà del suo paese distrutto dal terremoto del 6 aprile 2009.
Supermarket 24, partiamo dal titolo. Perché questa scelta?
“”Supermarket24″ assomiglia a un nickname di quelli che si usano per inventarsi un’identità nelle chat, di solito la cifra rappresenta gli anni. Non c’avevo mai riflettuto prima, ma potrebbe essere il nickname di Luca Sognatore pure se di anni ne ha uno in più, che vive il suo primo giorno di lavoro al reparto frutta di un supermercato aquilano e che, per motivi che non sto qui a svelare, sarà costretto a rimanerci pure la notte. La storia nasce e muore in ventiquattro ore esatte, da qui il titolo, fatte di incontri a volte paranormali a volte divertentissimi, a volte commoventi, con clienti spesso dalle pretese assurde e colleghi che scappano dalle loro vite per rifugiarsi tristemente in un lavoro sfiancante che ha però il merito di allontanarli da altri pensieri. È un’altra vita per sfuggire alla vita.”
Luca Sognatore è alla frutta. Ci può descrivere questo personaggio?
“Luca è un ragazzo che a un certo punto della vita, come tutti, si pone delle domande e decide di trovarsi un lavoro. Dopo aver fatto lo schiavo nelle peggiori pizzerie e trattorie della città, riesce a farsi prendere in prova allo SpesaPiù di piazza Dante. Dalla sua postazione analizza la realtà. Entra nella vita degli altri consigliando pesche e ortaggi, la ricostruisce attraverso un gesto, uno sguardo oppure una confidenza. È cinico e a volte insopportabile con i suoi commenti gratuiti volti a ferire. Eppure il cognome qualcosa che appartenesse a lui doveva averla. Mi ronzava in testa come un calabrone fastidioso fin dai primi capitoli. Luca Sognatore… Perché deve chiamarsi “Sognatore” uno così? pensavo. Si dice che alla fine tutto quadri e in effetti è quello che capita in Supermarket24, ma il merito è solo in parte mio. Io dico che certe storie le inizi tu e finiscono da sole.”
Paolo Di Paolo ha scritto del suo libro: “ha scritto un romanzo sull’avventura dello stare fermi, sulle vite che non sempre scegliamo (…) Ha prodotto un’epica del supermercato“.
Cosa ne pensa?
“Intanto lo ringrazio perché la sua prefazione è un dono preziosissimo. Sono felice che il libro sia piaciuto a un giornalista e autore del suo calibro e che proprio lui abbia colto quello che è Supermarket24: una grande avventura vissuta in una scatola di neon e scaffali di pochi metri quadrati. Mi piace pensare allo SpesaPiù come a uno sconfinato mondo fantastico invisibile da fuori, popolato da creature anche pericolose, con due o tre teste e la coda. Luca è una sorta di eroe d’altri tempi che distrugge i mostri a colpi di indifferenza, cinismo, tagli inferti dalle parole che ad un tratto si fanno dolci, perché all’amore è difficile resistere, sempre se amore è. Supermarket24 è anche la disperazione di chi sogna una vita diversa e si risveglia tutte le mattine in quella sbagliata, che è la sua e deve accettarlo per forza. Persino in un supermercato si può incontrare la persona giusta. Che sia un amico d’occasione che abbia voglia di ascoltare quanto l’altro ha bisogno di dire, oppure la donna della vita, finché non se ne comincia un’altra di vita, con un’altra donna.”
Aquila, la sua città, è fonte d’ispirazione per la letteratura o è un approccio obbligato?
“Io sono sconcertato dalle decine di libri pubblicati dopo il terremoto. Non che non se ne debba scrivere, però io che frequento l’ambiente editoriale del dietro le quinte, diciamo così, da qualche anno ormai, ho potuto riflettere sul fatto per esempio che molti editori sono stati creati apposta per pubblicare un libro che raccontasse le sofferenze di quello o il diario di quell’altro o le tre e trentadue in casa Sempronio. Le librerie sono monopolizzate, basta dare un’occhiata alle vetrine per capire il fenomeno. Mi sono ritrovato a parlare con un grosso distributore che mi ha chiesto: “Supermarket24 parla del terremoto?”, quando ho risposto di no lui ha detto: “Peccato, perché se avesse parlato del terremoto aquilano ne avremmo prese molte più copie da distribuire”.
Per me è fonte d’ispirazione tutto quello che mi cattura. Non riesco a scrivere di ciò che non conosco. Mi ispira L’Aquila, come può ispirarmi un viaggio a Parigi o a Berlino, un matrimonio o qualcuno che sull’autobus attacca bottone. Io ho scritto molto dopo il terremoto. Un’esperienza del genere ti attraversa come un fulmine lasciandoti cambiato. Sto cercando il linguaggio giusto per riversare sulla carta quelle sensazioni sempre vive e la giusta modalità soprattutto. Ci sono quasi.”
“In questo libro ha cambiato l’approccio alla scrittura rispetto al suo esordio “Non farmi male“?
Supermarket24 è un romanzo, Non farmi male una raccolta di racconti, già questo li rende molto diversi, anche da un punto di vista stilistico. Quando scrivo racconti mi sento una macchinetta fotografica che ferma in istantanee momenti e personaggi. Mi avvalgo di poche descrizioni, piuttosto li faccio agire ed è questa la modalità che preferisco per far emergere i loro caratteri. Il romanzo mi concede di spaziare, soffermare l’attenzione su una scena di contorno, osservare con una lente d’ingrandimento oppure allontanarmi all’improvviso. Intrecciare la trama a mio piacimento e far respirare al lettore le atmosfere che respirano loro, i profumi, le sensazioni. Anche lo stile cambia, si fa più curato, attento. Il racconto è come assestare pochi colpi decisi a una botte per guardarci dentro. Il romanzo è una scultura sempre di legno, ma ottenuta per lunga e minuziosa lavorazione. ”
In Supermarket 24 lei racconta la vita di un 25enne dentro un supermercato. Cosa ha voluto rappresentare in questo suo romanzo?
“Mi sono divertito a raccontare una storia ironica, pungente, in alcuni tratti impietosa, ma più reale di quanto possiate immaginare. Io in un supermercato c’ho lavorato e se è vero che di autobiografico c’è poco (tocca dirlo per evitare denunce) è anche vero che, se non fossi stato assunto al reparto frutta, sicuramente questa storia non l’avrei mai scritta. Ne avrei scritte altre, ma mi viene da pensare che sarebbe stato un peccato. Non ho la pretesa di rappresentare modelli o diffondere messaggi. Mi sono concentrato su personaggi che non vogliono essere specchio di una società, ma solo persone che vivono quello che gli tocca, che faticano a cambiarlo, fatica immensa e cambiamenti impercettibili. Loro malgrado specchio lo diventano però, della continua ricerca di un senso, della fatica mai ricambiata di ogni giorno, del riposo che non basta mai, della precarietà, della routine che logora perché la vita è soltanto questo e se c’è un resto non son altro che questioni da far quadrare. Finché magari un incontro stravolge tutto.”
Matteo Grimaldi è nato nel 1981 e vive a L’Aquila. Dopo aver pubblicato racconti e poesie in raccolte di autori vari, nel 2006 è uscito il suo primo libro Non farmi male (Kimerik). Supermarket24 è il suo esordio nel romanzo. Gestisce il blog La stanza del Matto dal suo sito www.matteogrimaldi.com e da gennaio cura la rubrica di interviste agli scrittori dal titolo 4 chiacchiere (contate) con… per il portale Sololibri.net.
Autore: Matteo Grimaldi
Titolo: Supermarket 24
Editore: Camelopardus
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 14 euro
Pagine: 224