Il protagonista di “Un tipo tranquillo” (Guanda, 2010) di Marco Vichi, è un anonimo ragioniere fiorentino sessantaduenne il cui nome è tutto un programma: Mario Rossi. Contabile da quarantatré anni presso una fabbrica di imballaggi a Scandicci conduce una vita regolare, forse fin troppo. Il ragionier Mario abita insieme alla moglie Gisella in un appartamento di “cinque stanze con bagno al terzo e ultimo piano di un edificio senza pretese”.
La coppia ha avuto due figli: Francesco detto Nino e Simona chiamata Mimma i quali ormai adulti vivono per conto loro.
Gisella in trentasette anni di matrimonio ha sempre avuto per suo marito “un tono gentile” che a volte lo infastidisce. L’unico momento di evasione da tutto questo grigiore è per Mario ascoltare “nel suo buco”, cioè nella ex stanza della figlia, Le Sinfonie Celebri di Rossini dirette da Toscanini. Egli ricorda quando da bambino “seduto sulle ginocchia di suo padre” sentiva il proprio genitore che le fischiava mentre insieme ascoltavano la musica uscire dal grammofono “una specie di magia”. Alle 20,30 davanti alle notizie del Tg2 la coppia cena da tempo immemorabile. Ogni gesto, ogni rumore, ogni frase ripetuta invariabilmente da sempre. Forse è proprio questo che rende il ragioniere cupo e inquieto o forse il motivo è stato il casuale incontro sull’autobus con due ragazzine che l’hanno preso in giro, la classica goccia che fa traboccare il vaso. Ora Mario si sente insoddisfatto, in credito nei confronti della vita, forse avrebbe dovuto o potuto osare di più… Ma un venerdì sera iniziato come gli altri un evento improvviso e tragico gli spalanca nuove possibilità, diversi orizzonti. La libertà, l’indipendenza le fantasie e le novità tanto vagheggiate ora sono a portata di mano.
Ma saprà approfittarne oppure finirà per perdersi? Perché ora il passato, la sua infanzia e adolescenza ritornano prepotenti alla memoria? “Da lui ci si aspettava soltanto che continuasse a essere com’era sempre stato, altrimenti… Mario, non è da te…”
Lo scrittore fiorentino da sempre abilissimo nel creare personaggi semplici e complessi allo stesso tempo, dalle molte sfaccettature, ha composto una storia: quella di un di un uomo tranquillo almeno in apparenza. La vita di Mario assomiglia al luogo nel quale vive. Infatti abita in “una piazzetta buia, fuori dalla confusione” nella quale ”poco più in là c’era via Gioberti, con i suoi palazzi costosi, i negozi con le vetrine illuminate”. Egli osserva da lontano la vita delle persone, i loro divertimenti e da spettatore si chiede quando toccherà a lui. Invece il ragioniere, oramai prossimo alla pensione, accanto a una brava moglie e mamma la quale “non si arrabbiava ma, era sempre gentile” ha trascorso la propria esistenza che è volata in un soffio sempre nei stessi luoghi, le ferie a Cinquale, la domenica in collina…
Lo stile di Marco Vichi è scorrevole, avvincente, perfetta la trama. Il papà del Commissario Bordelli delinea una figura di uomo medio che si sperde nei meandri dei suoi desideri assolutamente credibile e convincente. Accurata la costruzione psicologica dei personaggi, ambientazione e l’atmosfera appassionante. E’ lo studio della natura umana che interessa allo scrittore come avviene nei romanzi di Georges Simenon, qui citati. “Già dalla prima pagina gli sembrò di entrare in un altro mondo, e andò avanti a leggere dimenticando di avere un libro in mano...” Possiamo considerare l’autore come uno dei grandi narratori contemporanei, perché è bravissimo nel descrivere il senso di solitudine e di smarrimento dei giorni nostri, la nostra ricerca di una felicità illusoria.
Un romanzo di Vichi non delude mai, centra sempre il bersaglio. ”Tutto quel tempo libero a disposizione lo disorientava. Era abituato a desiderarlo, il tempo. Ora doveva cercare di riempirlo, ed era curioso di scoprire cosa sarebbe stato capace di fare”.
Marco Vichi è nato nel 1957 a Firenze. È autore di numerosi romanzi quali L’inquilino (Guanda 1999), Donne, donne (Guanda 2000), Il Commissario Bordelli (Guanda 2002), prima avventura del poliziotto fiorentino ambientato nell’Italia degli anni Sessanta, Una brutta faccenda (Guanda 2003), e Il nuovo venuto (Guanda 2004), Morte a Firenze (Guanda 2009) sempre come protagonista Bordelli, ora anche in versione audiolibro per Salani. Dal 2003 tiene laboratori di scrittura in varie città italiane e presso il corso di laurea in Media e Giornalismo dell’Università di Firenze. Ha scritto racconti per varie riviste ed antologie. Collabora alla stesura di sceneggiature, cura antologie di letteratura, scrive su quotidiani nazionali. Ne il romanzo Il brigante (Guanda 2006) viene descritta la Toscana dei primi anni dell’Ottocento. Nel 2005 Vichi ha organizzato e diretto il Festival R(e)sistere di Sant’Anna di Stazzema. I romanzi di Marco Vichi sono tradotti in Inghilterra, Grecia, Portogallo, Spagna e Germania.
Autore: Marco Vichi
Titolo: Un tipo tranquillo
Editore: Guanda
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 16 euro
Pagine: 235