“Possibbili che non capitava cchiù un furto serio, ’na sparatoria, un tintato omicidio? Com’è ch’erano addiviniati tutti santi?” Ci troviamo sul set romanzesco di “La caccia al tesoro” (Sellerio, 2010) di Andrea Camilleri, l’ultimo giallo dello scrittore siciliano. Calma piatta a Vigata e nel suo Commissariato dove vigila il prode Catarella. Ma qualcosa d’insolito e sconvolgente sta per accadere…
Tutto ha inizio dalla bizzarra coppia di anziani fratelli Gregorio e Caterina Palmisano “persone chiesastre fin dalla prima gioventù” i quali vivono perennemente dentro la loro abitazione, in compagnia di crocefissi “di varia grannizza”.
All’improvviso i folli Palmisano iniziano a sparare da una finestra preannunciando ai cittadini peccatori di Vigata una punizione finale. Montalbano per spezzare l’assedio dei fanatici religiosi anche se colto da vertigine sale intrepido sopra una scala dei pompieri alla maniera di Brusi Villi (Bruce Willis secondo la paradossale fraseologia di Catarella). Il tutto viene ripreso dalla televisione per la gioia dell’eroe in una scena ad alta densità comica.
Dentro la casa Salvo scopre “‘na decrepita bambola gonfiabile” rattoppata e mancante di un occhio e di una parte dei capelli che si trova distesa nel letto, macabra “sposa di Dio” dell’ “ottantino” Gregorio. I due vecchi vengono internati in manicomio ma pochi giorni dopo un’altra identica bambola “dù gran camurrie” viene ritrovata dentro un cassonetto. Nel frattempo iniziano ad arrivare al commissario preda di “una specie di malinconia depressiva” bigliettini anonimi cifrati che insieme invitano e sfidano Salvo in una caccia al tesoro alla quale il testardo Montalbano non si può sottrarre.
Novità e certezze sono gli elementi essenziali di questo giallo nel quale per la prima volta appare l’ombra inquietante dell’omicida seriale, una gara tra cervelli tra il killer stile Hannibal Lecter per citare il più orrorifico e l’investigatore che sono il pane quotidiano dei thriller americani. Ora la storia si fa più dark perché rispecchia i tempi che stiamo vivendo. Salvo ha 57 anni e non è più un ragazzo, è anche ingrassato ma ne La caccia al tesoro “agisce da fesso e rischia la pelle” come lo stesso Camilleri ha dichiarato. Spesso Montalbano si ritrova a parlare con se stesso “Montalbano secunno” in un pirandelliano gioco delle parti.
In questa sua Vigata dove non sembra accadere nulla egli rilegge vecchi libri come Il presidente di Simenon, antiche annate de La Domenica del Corriere, aiuta Catarella a risolvere le parole crociate e “segue con estrema concentrazioni il percorso d’una mosca lungo il bordo di una scrivania”. Salvo vorrebbe andare a trovare Livia a Boccadasse ma il mare di Marinella e l’atmosfera siciliana come una sirena incantatrice lo legano al suo territorio. Territorio che rimane sempre lo stesso, sospeso nel tempo, un non luogo immutabile come l’elegante formato color blu del volume dalla copertina leggera e delicata con un dipinto d’autore (questa volta Il giocoliere di Antonio Donghi) che confeziona il tutto.
I fan dello scrittore non rimarranno delusi, quegli stessi che decretano il successo della serie televisiva protagonista Luca Zingaretti, incantati dall’universo sapientemente narrato da Camilleri. La bambola gonfiabile rappresenta una metafora del corpo della donna, oggi diventato di plastica, mercificato, modificato e umiliato. Ma all’autore interessa anche scandagliare nella mente criminale e nei suoi tortuosi meandri, nella sua lucida follia. Del resto Shakespeare l’aveva già detto sei secoli fa per bocca di Polonio nell’Amleto: “c’è del metodo in quella follia…”. E Andrea Camilleri che è un fine letterato oltre che essere un grande scrittore lo sa bene.
“L’equivoco, lo scangio, è sempre alla base dei miei libri…”.
Andrea Camilleri è nato il 6 Settembre del 1925 a Porto Empedocle, vive da molti anni a Roma ed è regista di teatro, televisione, radio e sceneggiatore. Con La stagione della caccia (1994 Sellerio) inizia il suo successo letterario che esploderà nel 1994 con La forma dell’acqua, primo romanzo dedicato al Commissario Montalbano. Da allora il successo si amplia, Camilleri diventa un autore best-seller con quasi 70mila copie vendute. Oltre ai romanzi dedicati al Commissario Montalbano, Camilleri ha pubblicato Il Re di Girgenti (Sellerio 2001), La presa di Macallè (Sellerio 2003), Le pecore e il pastore (Sellerio 2007), Maruzza Musumeci (Sellerio 2007), Il casellante (Sellerio 2008), Il sonaglio (Sellerio 2009). Nel 2009 pubblica il romanzo pirandelliano La tripla vita di Michele Sparacino (Rizzoli) La danza del gabbiano (Sellerio). Il nipote del negus Sellerio (2010). Fino ad oggi Andrea Camilleri ha venduto più di 12 milioni di copie di romanzi pubblicati solo da Sellerio.
Autore: Andrea Camilleri
Titolo: La caccia al tesoro
Editore: Sellerio
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 14 euro
Pagine: 288