“Nonsoloporno – poesie dal cielo e dalla terra” (Editoria Universitaria Venezia, 2009) è la prima raccolta poetica di Vincenzo Paolo Maria De Falco, autore capace di dialogare con la materia poetica e di spaziare tra immagini reali e oniriche, ripiegamenti dell’io e osservazioni originali, ricordi e desideri futuri. Il titolo della raccolta – volutamente antipoetico e provocatorio – gioca sulle poesie, a detta dell’autore, “più fisiche e superficiali”.
Il sesso – nominato, urlato, esorcizzato, “ricreato”, sotteso – ha in sé un qualcosa di primordiale più che di perverso, quasi un richiamo “fisico” – ma non per questo squisitamente “terreno” – che ritorna continuamente, e ciclicamente, nell’intelaiatura dei versi.
Le poesie del volume sono moltissime, anche troppe se si vuole definire cromaticamente la silloge; si sentono differenze sul piano stilistico e dei contenuti, dovute probabilmente a momenti diversi del proprio percorso umano. Si assiste comunque ad un vero e proprio processo di perfezionamento interiore prima mentale – l’avvicinamento al buddismo, la ricerca della meditazione, lo studio – e poi poetico, con la parola scritta che, nella sovrapposizione di significati e significanti (e nei continui richiami metalinguistici) ritrova una forza primigenia, universale e irriducibile.
Siamo di fronte ad una linea frammentaria ma lunghissima che ha molteplici punti di partenza e altrettanti punti d’arrivo: dal poeta “peccatore” (Nel cogliere il frutto […] nessuno come me!) ad un Dio che si rigenera e che si compiace delle sue creature “imperfette”; da uno sguardo interiore alla cronaca (come quella della strage di Erba); dal sesso all’amore; dalla paura alla riflessione; dalla vita alla morte. Insomma, quello di Di Falco, è un percorso vero e proprio, complesso ma “più che umano”; un viaggio da intraprendere ben attrezzati per non rischiare di perdersi prematuramente.
Vincenzo De Falco nasce al Lido di Venezia il 7 novembre 1958, portato fin da giovane per la poesia, che diventerà suo stile di vita, pubblica solo ora la sua prima raccolta. Eccentrico per natura, ma estremamente socievole, si intrattiene spesso a Noale con amici e da solo per scrivere e dialogare. Si alza ritualmente ogni mattina alle quattro, per poter essere a tavolino alle cinque e scrivere così le sue liriche, in “vuoto mentale”, in pura meditazione, utilizzando proprio la poesia come mezzo di perfezionamento interiore.