“Ieri sera quando mi sono addormentata ero pervasa, avvinta dalla bellezza. Gli abeti in lontananza erano così scuri contro un cielo color succo di ribes, su cui lentamente e misteriosamente si distendeva un viola intenso.” Sono queste le prime parole della scrittrice Helga Deen, autrice di “Non dimenticarmi. Diario dal lager di un’adolescenza perduta” (Rizzoli, 2010), un testo che lascia senza fiato subito dopo averne concluso la lettura.
La sensibilità d’animo che emerge dalle parole dell’autrice lascia un segno profondo nel cuore di chi ne legge i pensieri condividendo con lei, passo dopo passo, le emozioni, le delusioni, le paure e le speranze.
Un diario ricco di sentimenti che in molti hanno definito “l’eco di Anna Frank”, un testo autentico, vero e crudo per le testimonianze raccontate e citate, un’ intensa corrispondenza che la giovanissima diciottenne ebrea Helga tiene con molta costanza all’interno del campo di concentramento di Vught nel quale è costretta a vivere.
Una testimonianza rara quella che l’autrice ci ha lasciato, di assoluta importanza e di grande rilevanza storica; il suo grido disperato è presente in modo quasi incessante ed emerge con prepotenza da ogni sua parola, da ogni frase detta con rabbia, con amore, con rassegnazione e con paura.
“Convoglio. E’ troppo. Sono a pezzi. E domani di nuovo. Ma io voglio, voglio, perché se la mia felicità e la mia volontà muoiono, muoio anch’io. Tutto questo non va dimenticato mai.”
Osservando sempre fuori dalla sua finestra tutto ciò che accade, l’autrice annota ogni sensazione utilizzando sempre parole piene di poesie, perché è una ragazzina innamorata; il suo diario infatti è soprattutto una raccolta di lettere d’amore inviate idealmente al suo ragazzo Kees, un diario che non andò mai perduto e che lui riuscì ad avere nonostante tutto tenendolo con sé anche quando ormai fu certo che la sua Helga era stata deportata ed uccisa.
Il testo contiene, oltre alle tante lettere, anche numerose cartoline che l’autrice era solita inviare al suo gruppo di tre amici, del quale lei solitamente amava definirsi “la vostra quarta” per sottolineare la grande amicizia che li legava ad essi. Il suo viaggio all’interno del campo di concentramento inizia là dove finisce quello di Anna Frank, ovvero dalla deportazione; Helga scrive con il cuore tutto ciò che fa parte di questo diario, che diventa per lei una vera e propria valvola di sfogo, un modo per allontanare da sé la disperazione.
Il bisogno di aggrapparsi alla vita si fa in lei sempre più insistente e tangibile, la consapevolezza di non poter più abbracciare il suo amore e gli amici cari genera in lei poco alla volta un senso di impotenza che manifesta chiaramente con le parole, il cui tono in alcuni momenti cambia divenendo sempre più triste ed intimo. Un libro ricco di immagini che si mescolano agli scritti, numerose sono le foto dei suoi disegni a matita, quelle dei suoi ricordi di vita, le foto di classe, la pagella scolastica, le foto delle amiche del cuore e quelle di Kees, i suoi ritratti e parti autentiche delle lettere d’amore presenti nel diario.
Un testo toccante nel quale Helga mette a nudo se stessa attraverso la scrittura, che diventa per lei l’unico appiglio, la sua unica via di fuga per sfuggire ad una realtà, la sua, fatta di dolore e sofferenza, l’unico modo per non lasciarsi annullare dal pensiero della morte cercando al tempo stesso di trovare un modo per dare un perché alle sue domande.
Helga e Kees non si sarebbero mai più rivisti e questa amara consapevolezza è ciò che rende struggente la lettura di questo diario, infatti le ultime parole d’amore del suo Kess non arriveranno mai a lei, che verrà uccisa il 16 Luglio in una delle camere a gas a Sobibòr.
“Carissimo amore mio, continua a vivere, sei un tesoro unico. Tu, unica al mondo, torna ancora una volta qui sul mio petto. Senti come batte il mio cuore.”
Helga Deen era una giovane ebrea di origine olandese nata a Stettino il 6 Aprile del 1925, visse per molti anni a Tilburg e venne uccisa insieme ai genitori e al fratello nel campo di concentramento di Sobibòr nel 1943.
Autore: Helga Deen
Titolo: Non dimenticarmi. Diario dal lager di un’adolescenza perduta
Editore: Rizzoli
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 17 euro
Pagine: 171