Nel romanzo “Sotto cieli noncuranti” (Feltrinelli, 2010) di Benedetta Cibrario, spettatrice è la neve che con il suo candore ricopre copiosa Torino e le montagne circostanti. Le festività natalizie sono alle porte.
E i torinesi si affrettano a comprare gli ultimi regali per parenti e amici, le luci e le decorazioni sfavillano.
Due tragedie però rompono l’atmosfera di attesa e di festa. Un bambino di appena tre anni muore precipitando dalla portafinestra della sua abitazione mentre la madre è in casa. Omicidio o fatalità? Il magistrato Giovanni Corrias di turno quella sera si trova al cinema con la moglie Chiara. È convocato sul luogo dell’incidente e Chiara torna a casa da sola, ma mentre porta a spasso il cane, è investita e muore sul colpo. Due morti inutili, assurde, un senso di perdita e un dolore assoluti pervadono improvvisi, lancinanti. A chi resta è affidato il compito di andare avanti, di scoprire cosa sia veramente accaduto e di continuare a vivere, nonostante tutto.
Benedetta Cibrario dopo aver esordito nel 2007 con Rossovermiglio storia d’amore e affresco di un’epoca che abbraccia quasi un secolo ambientato in terra Toscana, alla sua seconda prova letteraria esplora l’animo umano attraverso una folta galleria di personaggi. Giovanni Corrias, il quale come avviene spesso in questi casi ancora non ha preso pienamente coscienza della morte della moglie. Egli si è gettato anima e corpo sul lavoro, però si accorge che “ogni cosa è al suo posto, ogni cosa, tranne una”. Violaine Griot, ex campionessa di sci, è la poliziotta incaricata dell’inchiesta. Violaine, laureata in psicologia, comprende che l’indagine è molto più complessa di una gara di discesa libera. Pietro Serra, ricco imprenditore e padre del bambino morto, vaga per la sua città alla ricerca dei luoghi che l’hanno visto ragazzino spensierato. “Mentre accarezzava la sua vita con gli occhi ed entrava in punta di piedi, non poteva sapere che dopo quell’istante, niente sarebbe stato più come prima”. La moglie Irene si trova ancora sotto shock. La perdita del bambino li ha resi due estranei.
Entrambi inconsciamente ritengono l’altro colpevole di questa morte. Irene era a conoscenza che il marito aveva una relazione con Claudia, una giovane donna romana sposata, per la quale Pietro aveva affittato un’abitazione nella capitale? “Noi siamo la colla. Siamo quelle che tengono insieme i pezzi dei matrimoni sgangherati degli altri...”. Le figlie di Giovanni e Chiara: Caterina tredici anni, Matilde dodici che osserva la realtà cambiata intorno a lei e la piccola Benedetta di sei anni. Il cane Simba invece ancora aspetta il ritorno della padrona rannicchiato sotto la poltrona preferita di Chiara. Sono molto belle le figure dei genitori di Violaine: Augusto, uomo di poche parole e grandi silenzi e Linda. Essi vivono in Val Susa a Rouilles “paese di quindici baite sulle rive della Doria Riparia” in una casa costruita nel 1799.
R omanzo corale nel quale spicca l’io narrante di Matilde, la quale non sopporta le cose rotte o spaiate “le cose rotte si devono aggiustare. E quelle che fanno soffrire si devono curare”. A motivo di ciò la piccola tenta di mettere ordine nel caos che la circonda, nella rivoluzione che le ha sconvolto l’esistenza. “E prima o poi la mamma si farà vedere di nuovo. Non come prima. Adesso lei appartiene a un’altra specie”. Mentre le indagini proseguono la neve continua a ricoprire la città e il freddo stringe in una morsa sottile i cuori gelati dei singoli protagonisti. Infatti il cielo non sembra curarsi del dolore e le domande e le grida silenziose delle tante voci che compongono la trama del romanzo, restano senza risposta. L’autrice con uno stile essenziale pone il lettore di fronte alla fragilità dell’esistenza, alla sua caducità, a come possa cambiare la vita per una parola, una frase non detta, omessa per pudore o per vigliaccheria.
Questo lato della verità,
Non puoi vederlo, figlio mio.
Re dei tuoi occhi azzurri nel paese
Dell’accecante gioventù,
Che ogni cosa è annientata.
Sotto i cieli noncuranti.
D’innocenza e di colpa
Prima che tu ti accinga
A un gesto del cuore o della mente.
Esso è colto e disperso
Nel buio turbinante
Come la polvere dei morti.
Dylan Thomas (Questo lato della verità)
Benedetta Cibrario nata a Firenze nel 1962, è cresciuta a Torino, dove si è laureata in Storia del Cinema e ha vissuto a lungo in Inghilterra. La scrittrice è molto legata alla Toscana, luogo nel quale ha ambientato il suo primo romanzo Rossovermiglio (Feltrinelli 2007) con il quale ha vinto il 46esimo Premio Campiello.
Autore: Benedetta Cibrario
Titolo: Sotto cieli noncuranti
Editore: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 16 euro
Pagine: 254