“La mia vita è stata segnata dalla tragedia di un secolo. Ero giovane e non potevo lavorare, non avevo soldi, non potevo usare il mio nome, ma dentro avevo tanta forza, tanta rabbia…e amore, amore per la vita, per l’uomo che avrei potuto diventare, se l’orrore fosse finito un giorno“. E’ l’epilogo de “Autobiografia di un artista burbero” (Sellerio, 2009) di Arnoldo Foà, grande protagonista del teatro italiano, memorabile attore che a partire dagli anni del dopoguerra ha occupato l’intero ambito dello spettacolo nazionale.
Con estrema umiltà Foà esordisce in prima pagina scrivendo che probabilmente la storia della sua vita non interessa a nessuno se non alle sue figlie, che chiama ancora bambine, ed ai suoi nipoti, ed afferma che proprio a loro è destinato lo scritto.
Una biografia che sembra quasi un romanzo di avventura per gli episodi di vita vissuta raccontati con passione e coinvolgimento. Ricordi di un periodo storico che aveva ridotto la popolazione di estrazione ebraica a vivere da reietti e che aveva costretto l’attore, appunto figlio di ebrei, a quei tempi ancora agli inizi della sua carriera, a doversi nascondere sotto falso nome per potere recitare nei palcoscenici italiani sotto il fascismo.
Ma il suo libro parla anche di amore, quello per le donne, a partire da sua madre, donna di gran fascino che proveniva da una famiglia agiata di Ferrara e con la quale resta il rammarico di non avere avuto un rapporto più intimo, per finire a sua figlia Annalisa morta prematuramente di cancro, il cui pensiero di non esserle stato abbastanza vicino nel periodo della malattia lo tormenta ancora adesso. Ma gli amori passionali e i ben quattro matrimoni occupano la maggior parte delle pagine. Foà ricorda tutte le sue donne con affetto e gratitudine per quello che gli hanno saputo dare, fedeli o infedeli che siano state, ricorda di loro la bellezza e le differenze caratteriali che le hanno rese così uniche ed affascinanti ai suoi occhi. Izzoletta, Flora, Ludovica, Sandra e infine Anna sono raccontate col piacere di ricreare quell’intensità di rapporto umano che c’era stato e sarà per sempre nel suo cuore.
Un testo dal tono diretto in cui non mancano i ricordi eccentrici e quasi provocatori di sgarbi da lui inferti a personaggi importanti dell’ambiente artistico e politico che lo meritavano anche se pericolosamente potenti.
Piacevole alla lettura non solo per chi è interessato al mondo del teatro.
Arnoldo Foà (Ferrara, 1916), famoso attore teatrale, di cinema e televisione, è anche regista, pittore e scultore. Scrittore di commedie e drammi:Signori buonasera, La corda a tre capi, Il testimone, Oggi, e di opere narrative e di poesia tra cui La costituzione di Prinz, Le pompe di Satana, La formica, Joanna ,Luzmarina.
Autore: Arnoldo Foà
Titolo: Autobiografia di un artista burbero
Editore: Sellerio
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 13 euro
Pagine: 202