Il romanzo di Stefano Bonazzi, L’abbandonatrice, pubblicato dalle Edizioni Fernandel nel 2017 e arrivato alla sua terza ristampa, ha una attualità e una intensità che continuano a farlo amare da chiunque se lo trova per caso tra le mani o lo scopre altrettanto per caso in uno scaffale di qualche libreria.
Il titolo racchiude in sé la maggior parte della storia e del senso di smarrimento che colpisce il protagonista, un giovane uomo che sembra essersi lasciato il passato alle spalle e aver raggiunto quasi il successo a cui aspirava da tempo. Un successo che gli viene brutalmente strappato dalle mani nel momento più importante della sua vita e che lo costringe, inevitabilmente, a fare i conti con un passato solo frettolosamente sepolto nei meandri della sua incoscienza.
Container Art Gallery, un giovane fotografo sognatore che, con pochi mezzi e altrettanti pochi strumenti, ha messo su una mostra di trenta scatti che riprendono in maniera surrealista e onirica chiese e monasteri abbandonati. Macchie di colore su chiaroscuro. Parola e commento lasciata più all’immaginazione di chi guarda che a quello che viene ritratto davvero in sé. Una prova artistica che finalmente soddisfa prima di tutto lo stesso autore e che gli fa ben sperare di poter considerare quella mostra solo il trampolino di lancio per una carriera ascensionale.
Pochi istanti prima dell’inaugurazione il suo telefono suona e Davide Miriani, in arte Damir, viene scaraventato contro una realtà crudele e inaspettata che vanificherà la mostra e il suo percorso di artista fino a quel momento. La notizia che gli arriva dall’etere è lacerante. Sofia, quella che era stata per lui un vero salvagente di vita, l’unica a comprenderlo e sostenerlo nel momento in cui aveva avuto più bisogno, è morta suicida. La persona che lo contatta al telefono gli chiede di raggiungerlo subito e a Davide gli crolla letteralmente il mondo intorno.
Stefano Bonazzi raccoglie a mani basse dalla propria vita per confezionare un romanzo sorprendente che arriva ai lettori come un pugno ben piantato nello stomaco. Tutto è descritto con cura e anche quando i dialoghi sono appena accennati, la drammaticità del testo porta chi legge a venire coinvolto inesorabilmente. Certo a tratti, lo stile e il linguaggio, sono ancora acerbi, ma le potenzialità dello scrittore ci sono già tutte e si manifestano completamente nella costruzione del personaggio principale, la cui anima e il cui sentire restano il fil rouge dell’intera narrazione.
Un libro come L’abbandonatrice resta sempre attuale e sempre interessante da leggere e la sua terza ristampa insieme all’interesse costante del pubblico anche dopo due anni lo dimostrano pienamente.
Stefano Bonazzi è nato a Ferrara nel 1983. Di professione webmaster e grafico pubblicitario, realizza composizioni e fotografie ispirate al mondo dell’arte surrealista. Le sue opere sono state esposte, oltre che in Italia, a Londra, Miami, Seul, Monaco. Nel 2014 ha pubblicato per l’editore Newton Compton il suo primo romanzo, A bocca chiusa. (fonte: Sito Fernandel)
Autore: Stefano Bonazzi
Titolo: L’abbandonatrice
Editore: Fernandel
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo: 15 euro
Pagine: 208