L’editore Mimesis pubblica La struttura del comportamento, un’opera importante del filosofo francese Merleau-Ponty. Importante in un duplice senso: sia per l’intera produzione del pensatore francese, in quanto si tratta del suo primo testo significativo che aprirà la strada ad una delle opere filosofiche più significative del Novecento e cioè la Fenomenologia della percezione; sia per la mole di contenuti e di sostrati di pensiero che si trovano all’interno di essa, in un corpo a corpo con le maggiori correnti della psicologia sperimentale.
Diciamo subito che non è un testo facile da leggere ma non certo per l’oscurità del linguaggio adottato; piuttosto, esso implica una certa dimestichezza con le trattazioni di psicologia che hanno segnato l’inizio dello scorso secolo: riflessologia, behaviorismo, la teoria della Gestalt saranno i principali temi di riflessione; ma, come nota Rocco Ronchi nella prefazione, è proprio a partire dai contributi principali della psicologia sperimentale che Mearleu-Ponty si apre alla filosofia. E la filosofia, a differenza delle scienze, è sempre messa in questione di se stessa perché si interroga sui propri stessi presupposti; e, attraverso la filosofia, non si cerca un certo tipo di sapere ma si vuole andare alle cose stesse (l’epochè husserliana è la sospensione del giudizio, un mettere tra parentesi i pregiudizi per aprirsi alla visione delle cose).
La prosa asciutta e neutra di questo libro, sottolineata nella introduzione di Alessandra Scotti, è adeguata alla stessa nozione di comportamento, situata tra il fisico e lo psichico. Un primo snodo importante in questo itinerario è il concetto di forma elaborato in particolare dalla teoria della Gestalt. Con il concetto di forma si introduce l’esigenza di ordine e di senso nell’esperienza. In dialogo critico con Bergson, si cerca una via d’uscita all’opposizione tra meccanicismo e vitalismo e l’analisi della coscienza conduce al passaggio dal pensiero causale a quello trascendentale.
Il comportamento quindi non è riducibile alla somma delle sue parti, non è scomponibile in termini meccanici ed è complessa l’interazione tra organismo e ambiente in cui le reazioni agli stimoli possono essere creative: “Non ci si accorge che a partire dal momento in cui il comportamento viene preso “nella sua unità” e nel suo senso umano non si ha più a che fare con una realtà materiale né con una realtà psichica, ma con un complesso significativo o con una struttura che non appartiene esclusivamente né a un mondo esterno né alla vita interiore.”
Attraverso un itinerario che tocca anche la questione del rapporto tra l’anima e il corpo, in un confronto con i risultati della psicologia fisiologica e le meditazioni cartesiane, si apre la via per leggere quest’opera come un itinerario impervio ma affascinante capace di aprire strade nuove alla riflessione filosofica che saranno ampiamente intraprese e sviluppate successivamente da Merleau-Ponty.
Merleau-Ponty è uno dei maggiori filosofi francesi del XX secolo. Professore universitario a Lione e al Collège de France, influenzato dal pensiero di Husserl, è uno dei rappresentanti più significativi della corrente fenomenologica. Tra le sue opere ricordiamo La fenomenologia della percezione (1945), Elogio della filosofia (1953), Senso e non senso (1948).
Autore: Merleau-Ponty
Titolo: La struttura del comportamento
Editore: Mimesis
Anno di pubblicazione: 2010
Pagine: 245
Isbn: 9788884838933