Il rumeno di Porta Venezia

Nel quartiere milanese di Porta Venezia viene trovato morto un ricco e conosciuto gallerista della zona, Raffaele Caracciolo. Gli inquirenti neppure si prendono la briga di indagare a modo e riversano immediatamente l’attenzione e la colpa sul ragazzo rumeno che il gallerista ospitava da qualche tempo a casa sua e che sembra essere misteriosamente scomparso in concomitanza con il delitto. Eppure, nella Milano dove la vita di quartiere seppur compromessa sembra ancora serpeggiare in tanti piccoli rapporti personali, la magliaia Delia, che conosce sia la vittima sia il ragazzo accusato, è l’unica a non essere affatto convinta delle ipotesi degli inquirenti.


Delia è meglio di una agenzia di comunicazione, meglio di una telecamera a lungo raggio, meglio delle microspie dei migliori agenti segreti. Lei il quartiere lo vive, con la gente ci parla, le persone le raccontano cose e il suo intuito unito alle informazioni sempre fresche e aggiornate fa tutto il resto. No Delia non ci crede che Adrian abbia potuto commettere una simile nefandezza. In più l’anziana e singolare magliaia di Porta Venezia ha un collaboratore con i fiocchi, il suo meticcio Andy, a cui basta una occhiata per decidere se una persona è buona o cattiva, sottolineando con sonore abbaiate. E quindi, se a quanto pare il malinconico e solitario commissario Attilio Masini si sta sbagliando sul rumeno chi ha voluto la morte del gallerista?

Gheorghe si solleva a fatica dall’erba. Si regge a stento in piedi. In un impeto di arcana religiosità, solleva un bicchiere e proclama: Cristo è risorto.

Mauro Biagini con Il rumeno di Porta Venezia (Fratelli Frilli Editore) sembra aver trovato davvero la sua strada narrativa. Il romanzo regge dalla prima all’ultima pagina e la velata vena ironica che lo pervade lo rende ancora più gustoso e credibile. Una storia metropolitana che finisce con l’essere storia di quartiere, di abitanti tanto simili a quelli di città più piccole, che osservano e giudicano ma che sanno anche essere obiettivi quando la logica gli dice di farlo. Il libro di Biagini è un giallo godibile, dove la suspense vera è quasi assente ma in compenso la psicologia dei personaggi e i loro dialoghi sono qualcosa di assolutamente riuscito. Eppoi ci sono le descrizioni. Le strade, i quartieri, perfino l’ospedale di Città Studi: tutto è fotografato e riportato con stile e leggerezza autoriale.

Mauro Biagini è il giallista che aspettavamo, ha scritto un buon libro non ci sono dubbi e il suo stile e contemporaneo senza essere eccessivo. Bisogna solo sperare che questa vena da narratore metropolitano non l’abbandoni e soprattutto che non faccia morire mai, ma proprio mai, la magliaia Delia.

Mauro Biagini: genovese di nascita ma milanese di adozione è uno dei pubblicitari più creativi del nostro paese e ha lavorato per brand e aziende prestigiose. Ha pubblicato con Fratelli Frilli Editori, Robin edizioni e goWear.

Autore: Mauro Biagini
Titolo: Il rumeno di Porta Venezia
Editore: Fratelli Frilli Editore
Anno pubblicazione: 2019
Prezzo: 14,90 euro
Pagine: 207