Nell’anno del bicentenario dalla nascita di Karl Marx (1818-1843) ci si interroga sul suo pensiero con un libro scritto da Jonathan Wolff, Perché leggere Marx? (Il Mulino, 2018) che nasce dalle lezioni tenute dall’autore all’University College di Londra.
La pubblicazione dell’editore bolognese ha il merito di ricostruire, in maniera chiara e sintetica, gli sviluppi della filosofia marxiana a partire dai suoi albori giovanili fino alle opere della maturità. Il libro si divide in tre capitoli: il primo è dedicato al periodo giovanile ed il tema principale è rappresentato dall’analisi della società borghese come alienazione; il secondo capitolo si rivolge alle opere della maturità, quando emergono le grandi analisi economiche e la filosofia della storia; infine, il terzo capitolo è un bilancio del pensiero di Marx.
Particolarmente utile conoscere il Marx giovane e un’opera tra le più importanti di questo periodo: Manoscritti economico-filosofici(che l’editore Feltrinelli si appresta a pubblicare in una nuova edizione). Qui troviamo il tema del lavoro alienato. Per fare un esempio, il lavoro è pur sempre un’attività dell’uomo ma questa attività si concretizza in prodotti su cui non si ha poi nessun controllo. Così il mercato è sì il risultato di innumerevoli decisioni umane e quindi in teoria controllabile ma avviene invece il contrario, con il mercato che ci appare come una forza naturale opposta al lavoratore.
Ma l’alienazione avviene anche tra gli esseri umani le cui relazioni sono mediate dal denaro. Relazioni che subiscono una mercificazione e che hanno come conseguenza la continua erosione di spazi vitali (un tempo gestiti senza corrispettivo economico). All’apice del denaro c’è poi il sistema bancario e finanziario dove la moneta è ridotta ad estrema astrazione e dove è facile cadere nella spirale del debito e del credito (lo stesso Marx ne sapeva qualcosa direttamente).
Un altro elemento fondamentale in Marx è la teoria della storia che Wolff rintraccia nelle pagine della Prefazione del 1859al saggio Per la critica dell’economia politica. Qui troviamo l’idea che la storia è segnata dalla dialettica tra una certa struttura economica e le capacità produttive dell’uomo (le tecnologie). Quando queste ultime sono soverchianti rispetto alla struttura economica allora abbiamo un passaggio ad un nuovo sistema sociale con una nuova classe dominante. La rivoluzione economica che si crea viene completata dalla rivoluzione politica. La politica assume una funzione ancillare rispetto all’economia: “una volta consolidata la struttura economica, la sovrastruttura giuridica e politica non fa altro che sostenerla. In sintesi, il diritto e la politica sono al servizio del capitale industriale, mentre la sovrastruttura asseconda gli interessi economici della classe dominante, consolidando così la struttura economica.” In altre parole, le forze produttive determinano la struttura economica mentre il diritto e la politica sono determinate dalla struttura economica.
La filosofia della storia conduce alla teoria economica con il capolavoro di Marx: Il Capitale. In questa analisi, le crisi del capitalismo e la caduta tendenziale del saggio di profitto ci conducono alle soglie di ciò che c’è oltre: la transizione al comunismo. Dalle pagine di Marx però non sappiamo molto circa la natura del comunismo e non pochi sono i dilemmi sollevati.
Nel complesso, il Marx presentato da Jonathan Wolff è utile e vivo anche per il nostro tempo. Il che non significa non metterne in luce critiche e riserve come puntualmente fa Wolff. Per fare un esempio, ci sembra difficile credere oggi ad un corso predeterminato della storia. Ma è pur vero che Marx ci ha insegnato a leggere storicamente il presente e questo è un suo merito (il capitalismo non è un dato naturale ma è nato su precise condizioni e motivazioni storiche). Più in generale, possiamo valutare la ricchezza delle intuizioni e delle idee di un’opera che svolge una critica profonda del capitalismo. Wolff ci mostra come le teorie di Marx non sono sempre sufficientemente motivate e argomentate ma questo non vuol dire abbandonare il confronto. Forse il modo migliore per accostarci a Marx è rilevarne grandezza e limiti e servirsene come una cassetta degli attrezzi utile per analizzare la società attuale.
Jonathan Wolff è professore di Public Policy alla Blavatnik School of Government, Oxford University. Firma una rubrica sul «Guardian». Si è occupato di tematiche quali diseguaglianza, povertà e giustizia sociale. Tra i suoi libri segnaliamo: «Ethics and Public Policy. A Philosophical Inquiry» (2011), «The Human Right to Health» (2012) e «An Introduction to Political Philosophy» (2016) e «Why Read Marx Today?» pubblicato nel 2002.
Autore: Jonathan Wolff
Titolo: Perché leggere Marx?
Editore: Il Mulino
Anno di pubblicazione: 2018
Pagine: 120
Prezzo: 12 euro