Trovarsi di fronte alla reinterpretazione di un classico teatrale come Filumena Marturano è sempre una gran bella sfida per tutti, attori e non. Da un lato c’è un pubblico chiamato ad essere il più possibile oggettivo e a valutare le performance degli attori in scena senza operare confronti con altre rappresentazioni e interpretazioni del medesimo spettacolo. Dall’altro lato, sono gli stessi interpreti a doversi cimentare con le prove che altri grandi attori, prima di loro, hanno affrontato e superato più o meno brillantemente.
Di certo, il Filumena Maturano di Liliana Cavani non delude le attese del pubblico ed offre una straordinaria di prova di regia e di interpretazione. Non a caso lo spettacolo, arrivato per la sua prima al Teatro Quirino di Roma il 2 gennaio 2018, va in scena ormai da quasi due anni, continuando a riscuotere successo e una lunga scia di applausi.
I numeri parlano chiaro: ogni replica dello spettacolo registra in media circa 15 minuti di applausi e vere e proprie standing ovation da parte di un pubblico entusiasta che, a distanza di oltre 70 anni da quando fu scritto, continua ad apprezzare quello che viene considerato uno dei più grandi capolavori nati dal genio di Eduardo De Filippo.
Come le altre grandi opere della “Cantata dei giorni dispari” di Eduardo De Filippo, anche Filumena Marturano, tra le commedie italiane del Dopoguerra più conosciute e rappresetate all’estero, si propone di dipingere i drammi, le ansie e i problemi di un Paese e delle sue genti sconvolte dalla Guerra. Come anni e anni fa aveva dichiarato lo stesso De Filippo, il dramma della Marturano, che non vuole rivelare all’amato-amante Domenico Soriano quale dei tre figli da lei messo al mondo sia suo, altro non è che metafora di un’Italia lacerata, moralmente e non, in cerca di riscatto.
Filumena Marturano, la straordinaria prova offerta dagli attori
Nel corso degli anni, il personaggio di Filumena Marturano è stato portato sul palco dei più grandi teatri italiani da attrici del calibro di Pupella Maggio, Regina Bianchi, Mariangela Melato, senza dimenticare Sofia Loren, che riprese l’iconico ruolo nel film di De Sica Matrimonio all’italiana. Questa volta, la Filumena che non sa piangere è stata magistralmente dipinta da un’incredibile Mariangela D’Abbraccio. Un’attrice poliedrica e talentuosa capace di donare al suo personaggio una profondità, un’intensità e una capacità di immedesimazione da parte del pubblico a dir poco uniche. La prova offerta dalla D’Abbraccio è di certo di grande spessore e ha suscitato ilarità e commozione nei momenti in cui, effettivamente, doveva farlo. Nessuna forzatura, ma tanta naturalezza per un’interprete che di certo continuerà a riscuotere grandi consensi.
Geppi Gleijesis, invece, ha avuto il compito arduo di cimentarsi con Dummì Soriano. L’attore, che da anni solca con maestria i teatri italiani più importanti e fu uno dei figli prediletti proprio di De Filippo (che lo volle come interprete della più famosa maschera napoletana ne Il figlio di Pulcinella), convince nel ruolo di un uomo stravolto dalle menzogne ma che, infine, ben ne comprende il fine mostrandosi capace di amore e di perdono, oltre ad un pizzico di rassegnazione. Un Domenico Soriano forte e tenero, capace di destare sdegno e sorriso in un pubblico che, pur conscio del finale dell’opera, ben si apre alla “redenzione” di un personaggio che Gleijesis porta in scena con estrema naturalezza, tanto da aggiudicarsi il premio Flaiano come miglior interprete della stagione 2016/2017.
Grandi applausi non solo per i due protagonisti principali di Filumena Marturano. Il pubblico del Teatro Quirino ha apprezzato notevolmente anche le prove offerte da Mimmo Mignemi e Nunzia Schiano (la ricordiamo come la mamma di Alessandro Siani nel film Benvenuti al Sud) nei panni dei servitori di casa Soriano: Alfredo Amoroso e Rosalia Solimene. La loro interpretazione, spesso foriera di risate e sorrisi da parte della gente in sala, ha spezzato la tensione emotiva della rappresentazione, laddove era giusto farlo, e fornito una valida spalla ai due attori principali che, con la loro storia, hanno catturato l’attenzione e i sentimenti del pubblico dall’inizio alla fine dello show.
Il lavoro corale svolto da tutta la compagnia è encomiabile. Se Filumena Marturano di Liliana Cavani (al suo esordio come regista teatrale) è stato definito lo “spettacolo dell’anno” i motivi ci sono: la fedeltà all’opera prima di De Filippo è evidente, così come lo sono anche la personalità e la caratterizzazione dei personaggi che gli attori hanno offerto. Un’opera classica e indimenticabile resa però unica grazie ai suoi interpreti, artefici del rispetto ad un Maestro del teatro italiano senza scadere mai e poi mai nell’emulazione di un prodotto teatrale tanto noto quanto amato.