Considerato il capolavoro letterario di Agatha Christie, Dieci piccoli indiani è un best seller che ha venduto, dal 1939, ad oggi oltre 110 milioni di copie. Portato in scena con successo in Spagna, Dieci piccoli indiani è arrivato al Teatro Quirino di Roma il 9 gennaio 2018 (rimarrà in scena sino al 21 del mese) e ha conquistato il pubblico con la capacità di tenere incollati gli spettatori sulla storia della Christie che, seppur adattata da un romanzo complesso, non manca di offrire tutti gli elementi necessari per farci comprendere i retroscena, le dinamiche e i peccati che hanno condotto i protagonisti sulla famigerata isola deserta.
Un’opera adattata, nel corso dei decenni, in diversi film (in versioni più o meno moderne) e spettacoli teatrali di successo. Del resto, fu la stessa scrittrice britannica a trasformare il suo romanzo per il palcoscenico, tanto che solo a Broadway si contano, ad oggi, ben 426 repliche.
Dieci piccoli indiani… e non rimase nessuno, la trama
La storia è nota: nel 1939, agli albori della Seconda Guerra Mondiale, dieci sconosciuti sono invitati, per vari motivi, su una bellissima isola desert per una vacanza. Arrivati nelle rispettive camere della villa dove dimoreranno, tutti trovano affissi agli specchi una poesia: “Dieci piccoli indiani”. Si tratta di un’inquietante filastrocca che spiega come muoiono, uno dopo l’altro, i 10 indiani. A poco a poco, i nostri vacanzieri cominciano a morire in circostanze misteriose, sino a quando gli ultimi che sopravvivono non si rendono conto che il colpevole si nasconde tra loro…
Dieci piccoli indiani è, probabilmente, l’opera più cupa della Christie, che la scrittrice improntò per la prima volta per il teatro nel 1943, cambiandone però il finale e offrendo al pubblico dell’epoca un più adatto lieto fine, invece di quello (noto e tragico) del romanzo stesso.
Del tutto diverso, più frizzante e al tempo stesso più fedele al materiale sorgente della scrittrice britannica è la versione teatrale realizzata dal regista spagnolo Ricard Reguant, con personaggi ben caratterizzati e la cui profondità emotiva riesce ad emergere inserendosi perfettamente nella trama principale dell’opera.
Dieci piccoli indiani… e non rimase nessuno, i protagonisti e gli spunti di riflessione offerti dallo spettacolo
In ordine di apparizione in scena compaiono: Giulia Morgani, Tommaso Minniti, Caterina Misasi, Pietro Bontempo, Leonardo Sbragia, Mattia Sbragia, Ivana Monti, Luciano Virgilio, Alarico Salaroli e Carlo Simoni. Attori giovani e meno giovani che, con grande padronanza del palcoscenico, hanno offerto ognuno un ritratto esaustivo del proprio personaggio, inducendoci a riflettere (non senza un pizzico di ironia e divertimento capace di conferire più ritmo ad uno spettacolo che pur sempre rimane un giallo) sul come, alla fine, i propri peccati debbano essere espiati.
La bravura degli attori è stata accompagnata anche da una perfetta ambientazione di quelli che furono gli anni ’40 e di una scenografia a dir poco perfetta. Lo spunto di riflessione, offerto sia dal romanzo che dallo spettacolo di Reguant, è semplice quanto inquietante: quando smettiamo di essere vittime e diventiamo colpevoli di un orrendo delitto? In fondo, il confine tra Bene e Male è labile e può essere destabilizzato quando in gioco c’è la sopravvivenza.
Chi ha visto lo spettacolo al Quirino lo sa, come ne è conscio chi ha letto il capolavoro della Christie, portato magistralmente in scena per una prova scenica destinata a rimanere.