Nella Collana “Raggi” Elliot riedita I ragazzi (Elliot 2017) romanzo che Edith Wharton, autrice statunitense, pubblicò nel 1928. Riferendosi alla propria produzione letteraria, la grande scrittrice dichiarò che uno dei libri da lei preferiti era “The Children”.
In queste pagine Wharton tocca temi scottanti e difficili, abbandonando la sua componente signorile e gettandosi nella narrazione senza pudori di un gruppo di ragazzi schietti e indiscreti. “Mentre il grosso piroscafo sovrastava il formicolio dei rimorchiatori che lo attorniavano, nella baia di Algeri, Martin Boyne guardò giù dal ponte scoperto verso la folla di passeggeri di prima classe che si accalcavano sulla passerella, coi volti inconsapevolmente esposti al suo esame”. Durante un viaggio per nave, Martin Boyle, ingegnere benpensante di mezza età, incontra un gruppo di ragazzini in giro per l’Europa, guidati dalla sorella maggiore Judith, mentre i genitori, nel frattempo se la stanno spassando a Venezia. L’uomo si affeziona a loro. Martin cerca di aiutarli e di prendersene cura ma questo suo attaccamento, a tratti ossessivo, finisce per allontanarlo dalla sua cerchia e dalla donna che ha sempre amato. L’innocente desiderio di protezione lascia gradualmente il posto a sensazioni più oscure: Martin si accorge della sua attrazione per Judith. “Mia povera bambina, come sei giovane!”.
Opera inquieta tanto intensa quanto coinvolgente, a dispetto della scarsa popolarità incontrata fin dall’anno della prima pubblicazione. Uno dei motivi del mancato successo risiede nel carattere delicato e imbarazzante del testo, l’infatuazione di un uomo maturo per una quindicenne. Edith Wharton fu un critico acuto delle maniere e del mondo in cui era nata e cresciuta. Dell’aristocrazia non titolata newyorkese alla quale apparteneva, l’autrice ammirava gli ideali di onore e probità negli affari ma non il controllo esclusivo da parte degli uomini.
Ciò che rende “I ragazzi” un romanzo originale è il fatto che la scrittrice si sofferma sulla totale mancanza di coscienza morale dei piccoli protagonisti, i quali non hanno ancora compreso ciò che è bene e ciò che è male. Del resto anche i genitori dei ragazzi non sono migliori dei loro figli, anzi. Nei confronti dei lori pargoli mancano di qualsiasi senso di responsabilità dimostrandosi irresponsabili verso se stessi e verso tutti gli altri.
“Il suo nuovo marito? Come si chiama? Nessuno mi ha mai detto che ha un nuovo marito”.
Edith Wharton, discendente di un’antica e ricca famiglia newyorchese, i Newbold-Jones, unica figlia di George Frederic Jones e di Lucretia Rhinelander, nacque a New York il 24 gennaio 1862 e trascorse i primi anni tra Manhattan e Newport. Educata tra l’America e l’Europa, l’autrice non frequentò alcuna scuola pubblica, studiando privatamente e concentrandosi sui grandi autori del passato. Nel 1885 sposò il banchiere Edward Wharton, il quale dopo pochi anni iniziò a presentare i segni di gravi disturbi mentali. Il rapporto tra i due si allentò sino a divenire una separazione di fatto. Nel 1907 Edith Wharton abbandonò gli Stati Uniti trasferendosi definitivamente in Francia. Divorziò formalmente nel 1913, mantenendo però il cognome del marito. In quegli anni conobbe lo scrittore Henry James, del quale divenne ottima amica e confidente, che la spronò a seguire la carriera letteraria. Fu autrice di numerosi romanzi, tra cui La casa della gioia (1905), Ethan Frome (1911) e L’età dell’innocenza (1920), con il quale fu la prima donna a vincere il Premio Pulitzer nel 1921. Morì in Francia l’11 agosto 1937 lasciando incompiuto il suo ultimo romanzo I Bucanieri.
The Children è tradotto da Lucilla Jervis Rochat.
Autore: Edith Wharton
Titolo: I ragazzi
Editore: Elliot
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo: 17,50 euro
Pagine: 192