La tecnologia nella Commedia di Dante. Il Medioevo delle macchine e delle invenzioni (Società Editrice Dante Alighieri 2017) di Filippo Silvestri. Il libro – il nono della “Collana dantesca” che la Società editrice Dante Alighieri ha realizzato per celebrare i 750 anni dalla nascita del poeta – è certamente il più originale, dal momento che tratta l’aspetto meno “letterario” stricto sensu della Commedia.
I volumi che l’hanno preceduto, infatti, hanno riguardato i più svariati temi e motivi del testo dantesco: dalla sua musicalità e vocalità, all’esoterismo, ai personaggi femminili, alla geografia dei luoghi dell’oltretomba, fino allo zoo” degli animali incontrati nel suo cammino dal poeta pellegrino e ad una rilettura “romantica” della prima Cantica. Con questo suo lavoro, il primo ad affrontare i contenuti scientifici e tecnologici del poema, l’Autore di fatto colma un vuoto degli studi in materia e senza dubbio apre nuovi orizzonti alle analisi ed agli approfondimenti di questa opera straordinaria. La disattenzione dei “dantisti” verso i temi della scienza e della tecnologia deriva, d’altronde, da quella tradizione, ben nota e a lungo radicata nella cultura italiana che, considerando discipline umanistiche e scientifiche nettamente distinte, due veri e propri mondi separati, disconosce l’unitarietà della cultura.
Filippo Silvestri rompe con questa tradizione ed evidenziando i riferimenti non marginali alla tecnologia presenti nella Commedia, offre una sua nuova chiave di lettura. E, come sottolinea Massimo Desideri nella sua introduzione, mette in risalto, come merita, “la competenza anche in materie scientifiche del poeta fiorentino, davvero ai suoi tempi un genio universale, per la precisione e la sottigliezza con cui tratta – facendone oltretutto altissima poesia – pure argomenti afferenti ad un mondo, come quello delle “macchine” e della “tecnologia”, così in apparenza estraneo ai territori poetici”.
Il libro si apre con un breve excursus dello sviluppo tecnico dell’Europa occidentale, e dell’Italia in particolare, nel Basso Medioevo (XII° – XIV° secolo), fornendo un elenco delle principali innovazioni introdotte nel periodo e cercando di individuare anche i luoghi in cui Dante può aver avuto esperienza diretta delle tecnologie descritte. Macchine, strumenti, navi, costruzioni civili,ecc. vengono quindi trattati da un punto di vista tecnico, in relazione anche alle conoscenze dell’epoca così come emergono dalle ricerche storiche ed archeologiche. Il tratto originale dell’approccio di Dante ad una materia che non permette grandi variazioni poetiche, è il ricorso alla figura retorica della similitudine, che consiste “nella comparazione di una cosa (oggetto o evento) con un’altra cosa simile, i cui caratteri più noti valgano ad illustrarla” (cfr. “Enciclopedia dantesca” di L. Onder e A. Pagliaro). Le similitudini nella Commedia sono circa 600. Di queste l’Autore ne ha contate poco più di cento di carattere tecnico e ne dà un utile elenco schematico in appendice al volume, offrendo in tal modo a studiosi ed appassionati preziosi elementi per ulteriori ricerche ed approfondimenti.
Filippo Silvestri (Bari, 1948), ingegnere nucleare, ha lavorato presso L’ENEA, l’ente pubblico di ricerca per l’energia, occupandosi di sicurezza nucleare, pianificazione e gestione di progetti nazionali ed europei, formazione tecnica ed organizzazione della ricerca. Ha pubblicato libri di poesie ed è redattore della rivista letteraria “La Vallisa” di Bari.
Autore: Filippo Silvestri
Titolo: La tecnologia nella Commedia di Dante. Il Medioevo delle macchine e delle invenzioni
Editore: Società Editrice Dante Alighieri
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo: 7,50 euro
Pagine: 142