L’isola di Alice (Nord 2017) di Daniel Sánchez Arévalo. La tranquilla vita di Alice – giovane donna poco più che trentenne, incinta di sette mesi e madre di una bambina di sei anni – subisce una svolta traumatica la notte in cui apprende da una telefonata che suo marito Chris, vittima di un incidente stradale, è morto.
L’isola di Alice recensione
Al comprensibile immenso dolore si accompagnano sconcertanti e tormentosi interrogativi quando viene a sapere che l’auto di Chris non si trovava nei pressi di Yale, dove si era recato per un impegno di lavoro, bensì in una strada del Massachusetts, in una zona, cioè, opposta a quella che le aveva detto di trovarsi nel corso di una telefonata poco prima dell’incidente. Quale segreto si cela dietro la morte di Chris e perché le aveva mentito? I dubbi e l’impellente esigenza di avere risposte la inducono ad una ricerca ossessiva di verità che le consentirà di superare il doloroso trauma subito. Le sue accurate indagini, attraverso immagini e filmati trovati in casa, conducono Alice in un’isola poco conosciuta nei pressi di Nantucket, Robin Island. Sicura di trovarvi la chiave per venire a capo del mistero, si trasferisce con le figlie nell’isoletta, un luogo incantevole, una vera oasi di pace, ove, peraltro, viene accolta con simpatia e cordialità dalla piccola – circa 450 abitanti – comunità locale.
Ma, nonostante ciò, agli occhi di Alice, tutta presa dalla ricerca ossessiva della verità, gli isolani sono tutte perone ipoteticamente sospettabili di essere in qualche modo coinvolte nella vicenda sulla quale sta indagando. Ed ecco che Alice, che nella vita quotidiana è una mite insegnante e pittrice, si trasforma, suo malgrado, in un infaticabile detective rivelando insolite doti investigative. Riesce, infatti, con iniziative coraggiose a piazzare telecamere, spiare ed introdursi furtivamente in abitazioni e negozi, scoprendo quanti segreti, tradimenti ed ambiguità si nascondano inaspettatamente nelle apparentemente pacifiche famiglie isolane. La sua tenacia e determinazione, infine, viene premiata, dal momento che riesce a venire a capo dei misteri che si celano dietro la morte di suo marito. A questo proposito il finale del libro L’isola di Alice, coinvolgente e ricco di suspense come un thriller, è sorprendente, del tutto inaspettato e plausibile, in grado di stupire ed emozionare il lettore.
Daniel Sánchez Arévalo è nato a Madrid nel 1970. Ha iniziato a lavorare nel cinema alla fine degli anni ’90 prima come sceneggiatore, per poi esordire alla regia nel 2006. A suo dire, però, «il suo film più bello» è L’isola di Alice, suo primo romanzo e finalista del premio Planeta 2015. “La isla de Alice” è tradotta da Patrizia Spinato.
Autore: Daniel Sánchez Arévalo
Titolo: L’isola di Alice
Editore: Nord
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo: 16,90 euro
Pagine: 490