L’amante sciocca (Elliot 2017, introduzione di Giulia Caminito) è un racconto della scrittrice e giornalista Matilde Serao presente per la prima volta nella raccolta “Le amanti”, pubblicata dai fratelli Treves nel 1894, insieme ai racconti “La grande fiamma”, “Tramontando il sole” e “Sogno di una notte d’estate”.
Nella Collana “Lampi” la casa editrice romana riedita il racconto emblematico della grande personalità di questa donna antesignana, pioniera del giornalismo italiano.
Paolo Spada aspettava la sua nuova innamorata, con una vivace curiosità mescolata a una certa tenerezza piena d’indulgenza e a movimenti improvvisi e insoliti di buon umore. L’uomo, elegante e narciso letterato, autentico dandy, stanco e annoiato di vivere “tormentosi piaceri di amori inconsciamente complicati”, sentiva il desiderio di amare una donna ordinaria e di esserne amato.
Paolo Spada “l’artista squisito, narratore di storie sentimentali e crudeli, cesellatore, di versi ora sonori, ora dolenti, sempre alti, sempre nobilissimi” cercava intenzionalmente una “donna stupida” dal cuore semplice. A forza di sagacia, di cautela, di gelida pazienza, Spada aveva trovato in Adele Cima quelle qualità a lungo vagheggiate nell’animo femminile. Lunghi e bei capelli castani, fini sopracciglia nere e fronte un po’ breve, grandi occhi “lionati” che guardavano con tanta tranquillità e tanto candore.
Adele Cima era una donna assolutamente semplice e anche stupida, “un pochino, non molto”. La sua bellezza era priva di finezza, i suoi vestiti non erano elegantissimi, nonostante ciò era persuasa di essere “una donnina piacevole”. Se a Paolo Spada Adele era piaciuta subito per la sua freschezza, Adele aveva amato immediatamente Paolo Spada illustre artista e uomo celebre del quale la sua nuova fiamma non aveva letto nemmeno una riga. Come l’ora cadeva, continuando a guardarsi intorno con stupore e con paurosa ammirazione, Adele Cima, giunta nell’appartamento di Spada, ne diventò l’amante, “e fu senza lacrime e senza spasimi, senza proteste e senza giuramenti”. Da quell’incontro fatale Adele per volontà di Paolo si era subito trasferita a vivere nella casa del letterato. Ma la paura più umile, più comune, che tormentava Adele in segreto, era che Paolo Spada la amasse poco, o per nulla. “Io vi amo molto: ma non so il perché” lei gli diceva, guardandolo con i suoi buoni occhi, che ingenuamente indagavano”.
Matilde Serao, originaria di Patrasso ma che considerò per tutta la vita Napoli come la sua città adottiva, dedicò questo racconto “A Luigi Gualdo”, poeta e scrittore, amico di Gabriele D’Annunzio, figura di spicco di quegli anni. Gualdo, uomo raffinato, trascorreva il tempo tra Milano e Parigi, tra caffè e incontri letterari, sodale di Henry James e Émile Zola, oltre che degli esponenti più importanti della letteratura italiana della seconda metà del XIX Secolo. Come precisa nell’Introduzione al testo Giulia Caminito, è probabile che Serao in queste poche pagine volesse narrare con ironia e sarcasmo “luci e ombre” degli uomini di lettere che aveva conosciuto e frequentato, inclusi Gualdo e il fedifrago consorte Edoardo Scarfoglio.
Ricordiamo inoltre che Paolo Spada fu uno degli pseudonimi usati dalla giornalista durante la sua carriera quindi nelle figure letterarie di Paolo (suo feroce e insensibile alter ego) e Adele si ritrovano le due anime di Matilde. L’anima femminile della giornalista che scriveva rubriche di moda e l’anima maschile che aveva portato nel 1903 Serao a fondare, prima donna nella storia del giornalismo italiano, e a dirigere un nuovo quotidiano, “Il Giorno” che si distingueva dal rivale “Il Mattino” di Scarfoglio, con cui entrava in diretta concorrenza. Da ciò si evince come letteratura e giornalismo costituiscano un’unica chiave di lettura per comprendere la vita di Matilde Serao, scrittrice sensibile e giornalista di razza.
Matilde Serao nacque a Patrasso in Grecia nel 1856. Scrittrice e giornalista, dopo i primi articoli apparsi sul “Giornale di Napoli”, collaborò con “Capitan Fracassa”, di cui divenne, prima donna in Italia, redattrice fissa. Nel 1892 fondò con il marito Edoardo Scarfoglio il quotidiano “Il Mattino”. Autrice di 70 opere, tra i suoi romanzi, ricordiamo Il ventre di Napoli e Il paese di cuccagna. Morì a Napoli nel 1927.
Autore: Matilde Serao
Titolo: L’amante sciocca
Editore: Elliot
Anno di pubblicazione: 2017
Prezzo: 9 euro
Pagine: 64