Il romanzo Ci proteggerà la neve (Garzanti 2016) di Ruta Sepetys racconta un episodio poco conosciuto della II Guerra Mondiale: lituani, polacchi, prussiani, per la prima volta insieme, in fuga verso la salvezza.
1945, la Germania nazista stava per capitolare per mano delle forze alleate mentre l’Europa era nel caos. Gli sfollati della Prussia Orientale, confinante a nord con la Lituania e a sud con la Polonia, “era una terra di laghi profondi e scure foreste”, fuggivano incalzati dall’esercito sovietico che stava progressivamente occupando il territorio, espellendo e deportando la popolazione.
In una zona piena di insidie e pericoli in cui l’esistenza era messa in gioco in continuazione, tre profughi, ognuno con il proprio vissuto alle spalle, s’incontrarono e pur nella loro diversità di origine fecero fronte comune, avendo come obiettivo la mera sopravvivenza. L’infermiera lituana Joanna, riccioli castani, forte e determinata, la polacca Emilia, bionda dagli occhi azzurri, di soli quindici anni e incinta. Infine l’affascinante giovane prussiano Florian, dai capelli castani e dagli occhi grigi, il quale, diffidente e riservato, nascondeva un grande segreto.
La neve che circonda il viaggio degli esuli fa da testimone agli eventi e sembra, con il suo candore, donare loro fiducia e incitamento. La loro unica speranza consisteva nel raggiungere il Mar Baltico per imbarcarsi su una nave e ricominciare una nuova vita.
Un altro protagonista della narrazione era il marinaio diciassettenne tedesco Alfred che si trovava al porto di Gotenhafen, “sto facendo la guardia a esplosivi pericolosi”.
Nelle note finali del volume la scrittrice di origine lituana precisa che “questo libro è un’opera di storia romanzata” e che “l’affondamento della Wilhelm Gustloff è la sciagura con il maggior numero di vittime nella storia della marina” eppure “pochissimi ne hanno sentito parlare”. Nel gennaio del 1945 tre siluri russi colpirono la nave, che era salpata dal porto di Gotenhafen, causando la morte di circa novemila persone. La maggioranza dei passeggeri erano civili, dei quali si presume che cinquemila fossero bambini. Ora la nave fantasma, come viene talvolta chiamata, giace al largo delle coste della Polonia, e “le grandi lettere gotiche del suo nome sono ancora visibili sott’acqua”. Inoltre, la Sepetys ricorda che “più di due milioni di persone furono sfollate con successo durante l’Operazione Annibale, che trasportò velocemente in salvo dall’avanzata delle truppe russe non solo soldati ma anche civili”.
L’autrice grazie a una precisa ricostruzione storica, avvenuta leggendo interviste dei sopravvissuti e documenti, consultando biblioteche e ripercorrendo il cammino dei rifugiati, tesse una trama avvincente che coinvolge il lettore. Un viaggio nell’Europa dell’Est che rivela, ancora una volta, tutta la crudezza, la disumanità e l’inutilità di ogni conflitto. “Quando i sopravvissuti non ci saranno più, non dobbiamo permettere che la verità sparisca con loro. Per favore, date loro una voce”.
Ruta Sepetys, è nata negli Stati Uniti da una famiglia di rifugiati lituani la cui storia ha ispirato il suo primo romanzo, il bestseller Avevano spento anche la luna (Garzanti, 2011). Con Garzanti ha pubblicato anche Una stanza piena di sogni (2013). Vive nel Tennessee con la sua famiglia.
Ci proteggerà la neve è tradotto da Roberta Scarabelli.
Autore: Ruta Sepetys
Titolo: Ci proteggerà la neve
Editore: Garzanti
Anno di pubblicazione: 2016
Prezzo: 16,90 euro
Pagine: 368