A Dio piacendo non è solo il titolo del romanzo di Jean D’Ormesson pubblicato da Beat edizioni, ma il motto perenne che fa da guida ai protagonisti di questa storia corale. Chi racconta è un narratore anonimo il quale dimostra una profonda conoscenza di ogni singolo evento riguardante la sua grande famiglia, che ha attraversato i secoli della storia e ha vissuto nel Castello di Plessis-lez-Vaudrevil.
Pagina dopo pagina il lettore scopre che i diversi personaggi narrati appartengono ad una delle più importanti famiglie aristocratiche francesi, già presenti ai tempi delle crociate.
Nel libro questo clan attraversa davvero secoli di storia, perché le diverse creature letterarie presentate da D’Ormesson affondano le loro radici in Èléazar, il capostipite del ceppo familiare nato tra il 1073, amico di Goffredo di Buglione e di Baldovino. Crociato maresciallo della fede e dell’esercito di Dio partecipò alla fondazione del regno latino di Gerusalemme. Questo è il punto di partenza dal quale il narratore prende il via per raccontarci le vicende dei suoi avi fino al presente nel quale lui vive.
Uno degli aspetti fondamentali che emergono durante la narrazione è la fede indiscutibile che tutti i diversi personaggi hanno in Dio, ma anche nella figura del re e della monarchia, presente pure nel momento in cui in Francia il re non sarà più al comando. Per questi nobili il dolore derivante dalla messa in crisi dei propri ideali aumenta nel momento in cui uno dei loro membri, Paul, (lo zio del narratore) nato nel 1877, sposerà Gabrielle Remy Michault. Questo fatto sconvolgerà un po’ tutti, in quanto la ragazza appartiene ad un di quelle famiglie moderne, borghesi che, in passato, votarono a favore della destituzione del monarca in Francia ma, nonostante questo particolare (non trascurabile) la donna saprà farsi accettare, dimostrando di essere intelligente e all’avanguardia.
Questo è il ramo francese della famiglia, ma D’Ormesson, attraverso il suo narratore anonimo ci racconta le diverse vicende sentimentali che portarono l’albero genealogico protagonista ad avere rami tedeschi, inglesi e pure russi. Tanti nomi, matrimoni, alleanze, litigi, incomprensioni sentimentali e viaggi in lungo e in largo scorrono nelle pagine create dello scrittore francese che non fa mancare nulla a livello esperienziale ai diversi protagonisti, tanto è vero che ci sono le guerre mondiali del Novecento e altri conflitti.
L’aspetto interessante è che chi scrive non si limita a mettere nomi, anni e date, perché la voce narrante porta chi legge dentro alle preoccupazioni, alle pene d’amore, alle delusioni politiche e sociali che attanagliano e tormentano i diversi esponenti della famiglia. A Dio piacendo di Jean D’Ormesson è il ritratto grandioso e corale di una famiglia legata a valori specifici (fede in Dio, fede nella monarchia, fede nelle rigide leggi comportamentali d’etichetta e nella separazione tra classi sociali) che si indeboliranno sempre più a contatto con le nuove ideologie della modernità e della contemporaneità, come a dimostrare che una relazione equilibrata tra passato e presente, tradizione e innovazione non sempre è del tutto impossibile. Traduzione di Giovanni Bogliolo.
Jean d’Ormesson è nato a Parigi nel 1925, è Grand Officier de la Légion d’Honneur ed è stato eletto nell’Académie française nel 1973, membro più giovane di sempre. Nel 2015 la sua opera è entrata nella Bibliothèque de la Pléiade, la prestigiosa collana edita da Gallimard. Tra i romanzi selezionati per il volume vi sono: La gloria dell’Impero (Grand Prix du Roman de l’Académie Française), A Dio piacendo e Il romanzo dell’ebreo errante. A Dio piacendo è tradotto da Giovanni Bogliolo.
Autore: Jean d’Ormesson
Titolo: A Dio piacendo
Editore: Beat
Anno di pbblicazione: 2016
Prezzo: 16,50 euro
Pagine 426