Brooklyn (Bompiani 2016) di Colm Tóibín, splendido romanzo dell’autore e critico irlandese pubblicato nel 2009, viene ora riedito in edizione tascabile dalla casa editrice milanese in occasione dell’arrivo nelle sale italiane del film omonimo diretto da John Crowley, con Domhnall Gleeson, Saoirse Ronan, Emily Bett Rickards, Julie Walters, Jim Broadbent, candidato a tre Premi Oscar e a tre Premi BAFTA.
Nell’Irlanda del 1951, la protagonista del volume, Eilis Lacey, con la speranza di un’esistenza migliore e nella mente il sogno di un destino diverso s’imbarca dal porto di Liverpool verso il nuovo mondo, l’America. Eilis proviene da Enniscorthy, cittadina nel sud-est dell’Irlanda, dove non ci sono prospettive di lavoro. A malincuore questa giovane donna dal fragile aspetto ma dalla tempra d’acciaio, lascia la propria famiglia e dopo una drammatica traversata per le avverse condizioni del mare, giunge a New York. Eilis passa dalla verde e provinciale Irlanda del dopoguerra al quartiere di Brooklyn. Dopo i primi comprensibili momenti di nostalgia e di disorientamento, grazie ad un autentico sforzo di volontà, riesce ad ambientarsi.
Colm Tóibín, uno dei maggiori scrittori di lingua irlandese, attraverso gli occhi meravigliati della sua concittadina, ci conduce alla scoperta di Brooklyn autentico crogiolo di razze e dei suoi abitanti, con una scrittura chiara, classica ed evocativa che ricorda lo stile dello scrittore americano Henry James al quale lo stesso Tóibín ha dedicato una sentita biografia romanzata The Master, candidato al prestigioso premio letterario Brooker Prize. Ma il libro non è solo questo. C’è il dilemma morale di Eilis divisa tra due mondi, ma in special modo lo scrittore desidera ricordare ai lettori l’antico dramma dell’emigrazione che ha colpito il suo popolo, provato da ripetute carestie, nel corso dei secoli passati. Negli anni Cinquanta quattrocentomila irlandesi, su una popolazione di meno di quattro milioni di abitanti, emigrarono in America.
Quanti irlandesi, quanti italiani, quanti profughi politici e di ogni religione, quanti aspiranti cittadini statunitensi hanno attraversato la porta di Ellis Island, isolotto alla foce del fiume Hudson, nella baia di New York, che dal 1892 al 1954 ha visto transitare più di dodici milioni di emigranti, quasi tutti provenienti dalla terza classe delle navi? I loro volti si trovano ora ritratti nel Museo dell’Immigrazione ad Ellis Island. Ciascuno di loro nel quotidiano sforzo di condurre la propria esistenza, migliaia di chilometri lontano dal proprio paese, tra duro lavoro e alla ricerca di riscatto sociale, ha contribuito a fare grande l’America, il Nuovo Mondo, là nella terra dove tutto è possibile.
Colm Tóibín è nato nel 1955 a Enniscorthy in Irlanda. Ha studiato Storia e Letteratura Inglese all’University College of Dublin. Giornalista, saggista e scrittore, il suo primo romanzo The South (Sud) nel 1991 ha vinto l’Irish Times Literature Prize. È stato Direttore di due riviste irlandesi InDublin e Magill e ha collaborato a The Sunday Indipendent e The London Review of Books. Tra i suoi romanzi citiamo Il lago di Blakwater (2002), The Master (2004), Fuochi in lontananza (2008) tutti pubblicati dalla Casa Editrice Fazi. I suoi libri sono stati tradotti in circa venti lingue. Il 31 marzo per Bompiani uscirà il suo nuovo romanzo Nora Webster.
Brooklyn è tradotto da Vincenzo Vega.
Autore: Colm Tóibín
Titolo: Brooklyn
Editore: Bompiani
Anno di pubblicazione: 2016
Prezzo: 14 euro
Pagine: 329