Tutto quello che pensiamo quando parliamo d’amore di Christopher Castellani (Newton Compton), è la storia dei Grasso, una famiglia di emigranti italiani.
Se al figlio piacciono le donne problematiche, la madre invece predilige le mogli pazienti e dedite al dovere, proprio come lei.
Dalla periferia di Wilmington nel Delaware, Maddalena Grasso telefona spesso a suo figlio che vive a Boston dove frequenta l’università. C’è un contratto non scritto tra Frankie e i suoi genitori Antonio e Maddalena: il periodo di lontananza da casa è sì increscioso ma necessario, perché consentirà al giovane di tornare trionfalmente come dottore in filosofia specializzato in letteratura inglese, di assicurarsi una cattedra ben pagata all’Università, di sposare una dolce ragazza italiana e mettere su famiglia come ha fatto la sorella di Frankie e come avrebbe fatto anche il fratello, se fosse ancora vivo. Tutto questo per realizzare il sogno americano che qualsiasi emigrante ha vagheggiato giunto a New York accolto dalla Statua della Libertà, simbolo del successo e di qualsiasi speranza andata a buon fine.
Quando Frankie non si fa sentire per un po’ di tempo, Maddalena si preoccupa: ciò sta a significare che il figlio non vuole più tornare a casa? Allora la donna racconta a Frankie le sue storie, sempre con parole diverse ma che contengono la stessa morale in fondo alla favola. Maddalena narra al figlio cosa ha provato a essere sballottata nel Nuovo Mondo dal suo villaggio dall’altra parte dell’Oceano, come se fosse stata un mobile. Maddalena partita da Santa Cecilia, innamorata di un uomo ma sposata con un altro, un estraneo, ed era solo una ragazzina che non conosceva la lingua, nemmeno una parola d’inglese! Ora la famiglia Grasso è titolare di un ristorante l’Al Di Là,
“cibo fatto in casa su tovaglie di plastica rosse e carta crespa bianca alle pareti”.
Nell’estate del 2003 Maddalena insieme alla sua famiglia, cinquantasette anni dopo torna al suo paese di origine, dove apparentemente “tutto era come un tempo”.
Ma qualcosa per i Grasso è cambiato. “Niente è più come prima”.
Per la redazione del romanzo pubblicato da Castellani nel 2013, che la critica statunitense ha paragonato alle Correzioni di Jonathan Franzen, l’autore ha attinto alle memorie di famiglia e ai suoi ricordi. Nel dicembre del 1995 i genitori dello scrittore portarono il giovane Christopher per l’ultima volta in Italia nel villaggio natio, a Sant’Elpidio, un piccolo paese in cima a una delle montagne più alte della Valle del Salto. Lo scopo principale del viaggio in Italia era quello di far conoscere al loro figlio il “vero” mondo, vivido, onesto, intonso, così in contrasto con quello “nuovo” americano, arido e incolore.
L’altro motivo, non meno importante, era “sanare la malinconia di mia madre, che sentiva la mancanza dei suoi migliori amici e dei suoi sei fratelli e sorelle”. L’apparente semplicità di Sant’Elpidio affascinò l’autore, allora poco più che ventenne, studente di letteratura che sognava di diventare scrittore. “Vedendo da dove provenivamo, avrei scoperto chi eravamo”. Quel mese di feste e banchetti fece capire a Castellani “chi eravamo, sia come famiglia sia come persone”. Christopher non aveva più paura del futuro, perché ora si sentiva ricco d’amore. Il riuscito romanzo parla di una donna simile alla zia materna di nome Maddalena, alla quale l’autore ha dato due vite: quella lasciata al paese natio e quella costruita con il marito e i figli negli Stati Uniti.
“Che cosa succederebbe, mi sono chiesto, se queste due vite si scontrassero?”.
Christopher Castellani Figlio di genitori italiani, è nato a Wilmington, nel Delaware. Autore di tre acclamati romanzi, è il direttore di Grub Street, una delle scuole di scrittura creativa più importanti degli Stati Uniti. Vive a Boston.
All This Talk about Love è tradotto da Sandro Ristori.
Autore: Christopher Castellani
Titolo: Tutto quello che pensiamo quando parliamo d’amore
Editore: Newton Compton
Pubblicazione: 2016
Prezzo: 12 euro
Pagine: 320