Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Undicesimo Rapporto di Autori Vari (IDOS Edizioni 2016). Pregiudizi di varia natura, chiusure xenofobe, uso strumentale dei dati statistici, sottovalutazione degli effetti positivi del fenomeno, sono gli elementi che più frequentemente ricorrono nel dibattito sulle migrazioni.
La contrarietà, più spesso la riluttanza, all’accoglienza appare poco coerente e contraddittoria in un Paese che per oltre un secolo ha visto un massiccio esodo dei suoi abitanti verso le zone più ricche di Europa e delle Americhe e che tuttora registra una crescente diffusione di suoi cittadini all’estero in cerca di lavoro. Ecco perché sono assai utili le iniziative, come questa pubblicazione, volte ad una maggiore conoscenza dei problemi dell’immigrazione e dell’integrazione e che pure rappresentano un utile sussidio alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica in materia.
Questo XI Rapporto delle migrazioni a Roma, presentato ad un foltissimo pubblico nei giorni scorsi, mette a disposizione di studiosi, operatori sociali, docenti delle scuole e delle Università, funzionari pubblici e degli stessi immigrati, un’analisi accurata ed esauriente dei vari aspetti dell’immigrazione, non solo con un ricchissimo ed aggiornato corredo statistico e cartografico, ma anche con riflessioni storiche, antropologiche, culturali e religiose.
Il Rapporto è incentrato sui fenomeni migratori relativi all’area romana che sono particolarmente significativi dal momento che la Capitale accoglie in valore assoluto il maggior numero di stranieri residenti in Italia e “rappresenta per le migrazioni un contesto di maturazione di dinamiche e di processi che, a distanza di tempo, sono destinati a realizzarsi anche in altri territori”. All’inizio del 2015 la Città metropolitana di Roma, con 524 mila residenti stranieri, risultava essere la prima provincia italiana per numero di immigrati e da sola registrava una quota del 10,4% a livello nazionale. Più della metà (il 55%) dei residenti stranieri giunge dal continente europeo e, tra questi, 8 su 10 sono comunitari (43% del totale), un quarto proviene dall’Asia, l’11% dall’Africa e il 9% dall’America.
Negli ultimi due anni, causa soprattutto il persistere della grave crisi economica, abbiamo assistito ad una trasformazione repentina dei flussi migratori: da un lato, infatti, si é registrata la drastica riduzione degli arrivi per motivi economici e l’ampliamento degli arrivi per ragioni umanitarie e, dall’altro, la forte ripresa dell’emigrazione italiana. Un fenomeno quest’ultimo che rischia di assumere connotati preoccupanti dal momento che, riguardando classi giovanili e spesso con eccellente grado di istruzione, impoveriscono il nostro Paese di risorse preziose per la ripresa. In particolare, risulta significativamente ampliato l’incremento dei profughi sbarcati in Sicilia nel 2015 che ha trovato la sua dislocazione prevalentemente nell’area romana, ove ha la sede centrale il “ Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati” (Spar). Nel Lazio i posti messi a disposizione dai progetti territoriali della rete Spar accolgono attualmente il 23% dei beneficiari a livello nazionale. Si tratta di rifugiati provenienti da territori afflitti dalla guerra: maliani, afghani, nigeriani, somali, della Guinea e dell’Eritrea.
Un discorso a parte viene fatto per i minori stranieri che approdano nel nostro Paese, non accompagnati: oltre duemila a Roma, per il 44% egiziani e per il 26% bangladesi. Roma si è confermata nel 2015 un crocevia strategico della mobilità dei minori stranieri soli, accogliendone circa un terzo a livello nazionale. Un gruppo esposto a molti rischi di sfruttamento, come dimostrano i tristissimi casi del Centro Alimentare e della Stazione Termini. Per quanto riguarda il lavoro, gli occupati stranieri sono nella regione laziale più di 320mila (il 14,1% degli occupati) e risultano in crescita rispetto all’anno precedente (più13,3%) come pure il loro tasso di occupazione (64,2% a fronte del 43,9% degli italiani).
Si concentrano nei servizi alla persona, ma anche ristorazione/alberghi e commercio e, seppure in diminuzione, nelle Costruzioni. Significativa la circostanza secondo la quale ben il 45% dei lavoratori stranieri é impiegato in professioni non qualificate, a fronte del 7,4% degli italiani. Solo il 4,5% svolge incarichi di dirigenza o di alta specializzazione (24,4% fra italiani). A conferma che, stante il progressivo invecchiamento della popolazione ed il persistente tasso di natalità negativo, di lavoratori stranieri ne avremo sempre più bisogno.
Autori: AA. VV.
Titolo: Osservatorio Romano sulle Migrazioni. Undicesimo Rapporto
Editore: IDOS Edizioni
Pubblicazione: 2016
Prezzo: 20 euro
Pagine: 367